Una canzone raffinata, con un testo mai banale che affonda nelle pieghe dell’anima. Siamo tutti più sensibili dopo la pandemia ma Arisa e Manupuma con “Nucleare” hanno davvero realizzato qualcosa di molto nobile e di grande impatto. Il brano raccoglie proventi per conto della Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus, impegnata in prima linea nell’emergenza Covid19 rispondendo, in coordinamento con le Istituzioni, alle richieste di aiuto degli ospedali in diverse città d’Italia, donando attrezzature urgenti ed inviando volontari sanitari specializzati.
La Fondazione è scesa in campo anche in aiuto a mamme e bambini, con il Progetto Maternità Covid-19. La cantante Arisa, volontaria della Fondazione, insieme all’artista Manupuma, sostengono questo importante progetto dedicando un inedito brano alle mamme e ai loro bimbi, nati nell’emergenza.
Obiettivo: allestire nei Reparti di Maternità di alcuni ospedali italiani, percorsi ad hoc per le mamme affette e non da Covid-19, affinché possano affrontare il parto in totale sicurezza per se stesse e per i loro bambini e vivere serenamente il giorno più bello.
Emanuela bosoni, in arte Manupuma, ci ha detto: “Per me è un pezzo molto raffinato, esisteva già da un po’ di tempo e abbiamo deciso di proporlo al pubblico in questa ripresa, perché non è detto che si voglia solo essere spensierati in questo momenti. Con Arisa ci conoscevamo da molto tempo, dovevamo fare cose insieme, avevamo iniziato l’anno con tanti buoni propositi. E durante l’improvviso lockdown, è rimasto sospeso questo discorso e mi sono ricordata tra i tanti provini proprio di ‘Nucleare’. Mi ha rafforzato il fatto che anche lei sentisse che c’erano le parole adatte a questo momento. L’avevamo registrata prima del blocco”.
Manupuma racconta di essere stata influenzata dalla scelta di far uscire il brano, dalle reazioni che ha letto sui comportamenti delle persone. “In America, il giornale Billboard racconta che le canzoni sul Vietnam, le più tristi del repertorio di Bob Dylan erano tornate in classifica. Significa che le parole più intense ci colpiscono e quando c’è la paura, troviamo empatia nella musica che comunica profondità”.
La sottile e introspettiva“Nucleare” è scritta dalla cantautrice Manupuma ed interpretata da Arisa e Manupuma.
Un brano di grande sensibilità e delicatezza d’animo che Arisa e Manupuma dedicano alle future mamme, che affrontano e vivono con coraggio il loro giorno più importante e ai loro figli, venuti alla luce nell’emergenza. L’intento è quello di sensibilizzare tutti affinché in questa difficoltà si possa cogliere anche uno slancio di rinascita e speranza, guardando al futuro rappresentato soprattutto dai bambini. Un’intesa di due voci speciali: una da brividi della popolare Arisa, e negli accompagnamenti e nel dialogo finale la voce vellutata di Manupuma. L’autore della musica e produttore del brano è Michele Ranauro.
Arisa dichiara: “Nucleare è un brano bellissimo scritto da Emanuela e Michele tempo fà, me ne sono innamorata al primo ascolto e ho pensato che fosse il nitido manifesto di alcuni degli aspetti di questo tempo. Che la vita continui senza pericoli e paure perché solo negli occhi di un bambino troveremo sempre l’amore vero ad indicarci la strada. Sono contenta che al mio fianco nell’interpretazione di questo brano ci sia Manupuma, ho sempre trovato la sua vocalità una perla rara e il suo modo di scrivere intenso ed originale. Speriamo bene per le mamme del Sacco e della Mangiagalli e non solo, speriamo bene per le vite di tutto il mondo, comprese le nostre. Grazie di cuore Fondazione Francesca Rava per avermi dato ancora la possibilità di rendermi utile e di emozionarmi tanto”.
La scintilla è scoccata a Manupuma, quindi, dopo aver pensato che una canzone come ‘Nucleare’ potesse aiutare chi la ascolta, “anche perché non abbiamo scritto niente a tavolino e ce ne siamo fregate dei nostri interessi. Nella musica non c’è solo business, ma sopravvive umanità. Avevamo in programma di uscire con un altro pezzo, ma questo è quello giusto, un po’ in controtendenza, siamo tutti ancora in fase di shock. Quando siamo andati alla presentazione della Fondazione Rava tutti hanno ascoltato il brano e ci hanno fatto i complimenti. La canzone sta avendo buon riscontro, è recepita davvero bene anche da radio e da tanti giornali. L’incipit dice: “La gente cammina e non sa che potrebbe rimanere senza scarpe”, che è una metafora per mettere in guardia specialmente noi occidentali, che siamo sempre legati al mito del trionfo. Ora siamo tutti confusi e a nudo“.
Le due voci che danno vita al suadente e riflessivo impasto sonoro del brano, nascondono in realtà una motivazione molto più densa per Manupuma: “Ho perso una zia molto cara in questa emergenza e con tutta la forza dedico questa canzone a chi non c’è più e a tutte le persone che stanno combattendo. Le voci di ‘Nucleare’ sono davvero registrate con la forza dell’anima”.
Manupuma, aggiunge: “Con Michele Ranauro, autore della musica, ci siamo ritrovati per caso dopo anni e abbiamo iniziato a collaborare su diverse cose, oggi uniti, assieme alla voce speciale e cristallina di Arisa e per una causa così importante ci sembrava urgente fare uscire questo brano, e dare il nostro contributo in un momento in cui anche altri artisti si stavano adoperando. Non c’è competizione tra noi due donne, amiche e soprattutto cantanti piene di stima per l’altra”.
Arisa è un’estimatrice della scrittura di Manupuma: “Ho sentito il suo disco che mi ha entusiasmato tantissimo. Tra le perle c’era ‘Nucleare’, e subito abbiamo provato a cantarla perché tra persone che si stimano si fa così, l’abbiamo messa su insieme. Con tanti provini questa ci sembrava indicata perché, complice il periodo che stiamo vivendo, emoziona. Manu ha un modo di scrivere originale, scoprire le perle nel mare è la mia passione, mi piace cercare delle cose che non sono riconosciute dai più ma hanno la forza di piacere a tanti e non si capisce perché sono ascoltate da pochi”.
Con la Fondazione Rava Arisa è insieme dal 2016: “Mi hanno cambiato la vita, ho fatto delle esperienze che si sono mescolate a quelle personali. Ad Haiti abbiamo effettuato una “missione” con “Voce” un’altra mia canzone, ho fatto un concerto per i ragazzi di un orfanotrofio in Messico, poi con i terremotati dell’Abruzzo. Abbiamo organizzato raccolte fondi, al carcere di San Vittore ho cantato con i carcerati, insomma, anche se per motivi di carriera non posso dedicarmici 24 ore al giorno, so come essere efficace in alcuni momenti”.
La cantante lucana, che ha vissuto tutto questo periodo lontano dalla sua famiglia, ora pensa anche a chi lavora con la sua musica, tutte professionalità costrette a un lungo fermo: “Onestamente non sarei nulla senza le persone che contribuiscono ai miei progetti, la mia musica non la faccio solo io. Mi piacerebbe che i diritti di tutti si potessero garantire, vorrei che queste persone avessero diritti ma a quanto pare, lo Stato non tutela gli artisti, a parte l’Imaie, l’istituto moralistico a nostra tutela”.
La cantante dice comunque di essere a lavoro su musiche nuove: “Sto lavorando naturalmente, producendo musica e scrittura, voglio andare avanti e cerco di non perdere tempo e non arrendermi, sono positiva e cerco di essere generosa in questo momento”.
Se c’è una lezione da questo momento di stop musicale, quale sarebbe? “Oltre il fattore economico, chi nasce per questo mestiere davvero deve poterlo fare. L’altro giorno Manupuma mi ha detto: Tu non immagini quanto dolore provo a non poter cantare. E lì mi si è scatenata una cosa dentro, un qualcosa che condivido, ha ragione: cantare è la gioia più grande per chi vuole fare questo lavoro, è inspiegabile“.
L’auspicio è di ritrovare presto il suo pubblico. Arisa conclude: “Sicuramente mi va di stare vicino alle persone, di dare speranza e cantare canzoni che possano essere di buon auspicio come un mantra. Non so se confluiranno in un album, importante è comunicare”.
Il ricavato del brano digitale “Nucleare” sarà interamente devoluto al Progetto Maternità Covid-19 della Fondazione Francesca Rava N.P.H.Italia Onlus.