Per The Way Magazine racconto a caldo Arte Fiera Bologna, dopo la visita di quest’ultima giornata. Lo faccio attraverso alcune immagini che hanno segnato i punti di forza dell’evento dedicato all’arte contemporanea.
Gli strumenti a disposizione per osservare le opere senza tra i numerosi stand sono molteplici: a partire dalla semplice mappa che ben evidenzia sezioni, progetti speciali, performances e attività come i premi e i talk, nella loro dislocazione e tempistica. Anche il sito web ci ha permesso di capire i protagonisti che avremmo voluto rivedere nei giorni successivi all’inaugurazione, con una facile ricerca per ordine alfabetico dei protagonisti, selezionabile attraverso le gallerie, gli artisti, le sezioni, il titolo dell’opera o persino la provenienza geografica.
Insomma internazionale e art lovers friendly, Arte Fiera è stata emozionante nel calore dell’inaugurazione venerdì, ma ancora più gradevole nell’ultima passeggiata domenicale.
Se nella Main Section del padiglione d’ingresso, il 18, è il lume della Storia dell’Arte a guidarci con capolavori del Novecento soprattutto italiano, nella stessa sezione del padiglione 15 si notano talenti di grandi gallerie e grandi artisti viventi, con un mercato che concentra la sua attenzione su pittura e scultura, ma con la presenza di diverse installazioni luminose o progetti a latere della ricerca in corso.
Alcuni espositori hanno anche raddoppiato sconfinando nella sezione Fotografia e Immagini in Movimento, a cura del collettivo Fantom, portando ricerche complementari a quelle di altre discipline trattate dagli stessi, ad esempio Poggiali e Marco Rossi. Dislocate lungo tutto il percorso erano le aree espositive dedicate all’editoria d’arte, con la possibilità di fermarsi a sfogliare i magazine o portare a casa in un libro l’atmosfera di Arte Fiera 2020.
Grande novità di quest’anno è la sezione Focus, che prende in esame le ricerche artistiche della prima metà del XX secolo e del secondo dopoguerra, a cura di Laura Cherubini. Questa prima volta è concentrata sul rinnovamento e sulle innovazioni linguistiche della pittura italiana tra la fine degli anni Cinquanta e la fine degli anni Settanta.
Per tutti quelli che come me vedono sempre a colori esiste Pittura XXI, a cura di Davide Ferri: la prima sezione di una fiera, in Italia o all’estero, dedicata interamente alla pittura contemporanea. 19 gallerie portano, nel luogo più visitato dai collezionisti di questi giorni, il lavoro di interessanti artisti emergenti e mid-career.
Quello che davvero ha reso il percorso valorizzante le singole ricerche resta comunque la grande idea del direttore Simone Menegoi di limitare il numero degli artisti a tre per gli stand di medie dimensioni, fino a un massimo di sei per i più grandi. Evitato al massimo l’assiepamento di opere e poetiche in pochi metri quadri, il classico effetto rigattiere, ne hanno giovato collezionisti e operatori nel far comprendere la bellezza di stili e poetiche.
Alla fine di queste intense giornate bolognesi, resta l’imbarazzo di scegliere tra tante visioni davvero eterogenee. Senza togliere valore ai non citati, presento la mia selezione basata su ciò che d’istinto mi ha fatto fermare, e che dalla foto digitale si è impresso nella memoria. Arrivederci ArteFiera con nuovi stimoli e nuove conoscenze artistiche dal passato e dal presente.
Testo e foto a cura di Michela Ongaretti – ArtsCore
Foto d’apertura servizio: Mimmo Rotella. Galleria Glauco Cavaciuti