“Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, presentata il 31 marzo 2022 al Museo e Real Bosco di Capodimonte dal direttore Sylvain Bellenger, insieme al direttore generale dei Musei Massimo Osanna, ai curatori della mostra e al presidente di “Amici di Capodimonte ets Errico di Lorenzo.”

La mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” (dal 31 marzo 2022 al 7 gennaio 2023), a cura di Stefano Causa, docente di Storia dell’arte moderna e contemporanea presso l’Università degli studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” e Patrizia Piscitello, responsabile Ufficio mostre e prestiti del Museo e Real Bosco di Capodimonte si sviluppa nelle 24 sale del secondo piano del Museo e Real Bosco di Capodimonte, diretto da Sylvain Bellenger. In esposizione 200 opere provenienti tutte dalle collezioni permanenti del museo, senza prestiti esterni. Una mostra, realizzata in collaborazione con le associazioni Amici di Capodimonte Ets e American Friends of Capodimonte, che si propone di rilanciare il dibattito presentando un’altra lettura del ‘600 napoletano, diventato per amatori e storici il secolo di Caravaggio.

Roberto Longhi, nel libro dedicato a Caravaggio, nel 1951. Qui sopra, Sylvain Bellenger, del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
I curatori della mostra, Stefano Causa e Patrizia Piscitello, sulla base degli studi degli ultimi decenni, propongono di riconsiderare lo schema di Longhi, ormai ampiamente storicizzato, e di ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello di Caravaggio, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, uno spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio. La mostra “Oltre Caravaggio” porta Ribera, rappresentato nelle collezioni di Capodimonte da opere sacre, mitologiche e nature morte, al centro della scena artistica napoletana.
Presentare la civiltà artistica napoletana vuol dire mettere in giusto risalto gli apporti esterni e gli scambi con gli altri centri, l’invio da fuori di opere e progetti, la residenza in città degli artisti ‘forestieri’. Napoli, infatti, era ed è una grande città portuale, crocevia della vita e della cultura italiana. Nel XVII secolo era diventata una delle megalopoli più popolose del mondo esercitando una profonda influenza sulla cultura europea; la sua storia si presenta come una ricca stratigrafia, fatta di diverse civiltà, popoli e espressioni artistiche che hanno lasciato tracce nel patrimonio artistico e monumentale. Per secoli ha subito attacchi, invasioni e distruzioni, facendo fronte a numerose catastrofi naturali: eruzioni vulcaniche, terremoti, maremoti e pestilenze.

“…I musei hanno il dovere di ricordare la storia e gli storici dell’arte devono sempre riportare la ricchezza e complessità della storia e lottare contro la semplificazione, per questo ho chiesto a Stefano (Causa ndr) ed a Patrizia (Piscitello ndr) di fare questa rilettura del 600 napoletano e di proporre altre cose. Rendere omaggio a Caravaggio, ovviamente, ma anche vedere come era ricca la storia a livello artistico in generale. La musica ci ha dato già una indicazione di questa ricchezza culturale, vedrete tutti gli eventi che sono accaduti a Napoli. Napoli è una grande città portuale, un luogo di passaggio; le persone vengono a Napoli e vengono cambiate da Napoli, e questo è vero dall’origine di Napoli. A Napoli lo straniero, e lo dico anche per me, non si sente straniero ma si sente “nella storia”. Gli artisti sono sempre stati a casa a Napoli, oggi come all’epoca di Giotto.
COSA ERA NAPOLI NEL 600 – Stefano Causa e Patrizia Piscitello, sulla base degli studi degli ultimi decenni, propongono di riconsiderare lo schema di Longhi, ormai ampiamente storicizzato, e di ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello di Caravaggio, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, uno spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio. La mostra “Oltre Caravaggio” porta Ribera, rappresentato nelle collezioni di Capodimonte da opere sacre, mitologiche e nature morte, al centro della scena artistica napoletana.
Presentare la civiltà artistica napoletana vuol dire mettere in giusto risalto gli apporti esterni e gli scambi con gli altri centri, l’invio da fuori di opere e progetti, la residenza in città degli artisti ‘forestieri’. Napoli, infatti, era ed è una grande città portuale, crocevia della vita e della cultura italiana. Nel XVII secolo era diventata una delle megalopoli più popolose del mondo.
Stefano Causa racconta: “…Il 600 a Napoli ed il 600 napoletano ha una articolazione, una ricchezza, una pluralità di situazioni e strategie narrative e di dinamiche che vanno dalla musica alla letteratura, Porta e Basile ce li racconta Roberto Longhi, piemontese, uno dei grandi scopritori del 600 napoletano. Oltre Caravaggio, il de Ribera, questo pittore spagnolo che diventa napoletano per diritto, per cultura, per sensibilità. Il 600 napoletano è soprattutto il tempo di de Ribera, piuttosto del secolo di Caravaggio. Poi ci sono dei rimescolamenti, tra il primo il secondo ed il secondo piano, un respiro intero, verso l’arte contemporanea. Questo museo deve riprendere ad essere la nostra casa, la grande casa dei napoletani. Noi vogliamo un visitatore curioso, appassionato, questo vogliamo riconquistare, un visitatore che riesca ad apprezzare ed ammirare gli accoppiamenti che abbiamo provato ad immaginare da una sala all’altra. Questo è l’auspicio che vogliamo avere…”.


COSA SIGNIFICA CAPODIMONTE OGGI – Capodimonte è l’unico museo in Italia che abbia la capacità di raccontare tutta la storia dell’arte italiana dell’umanità dal dodicesimo secolo sino ad oggi oltre alle attività sull’arte contemporanea. Gli allestimenti a Capodimonte hanno una storia lunga, il catalogo di questa mostra è uscito oggi e di questo sono molto orgoglioso. E’ difficile per un museo aver il catalogo che esce lo stesso giorno dell’inaugurazione…”
Un omaggio in musica per la mostra Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli: è quello che gli studenti e i docenti del Liceo Musicale “Margherita di Savoia” di Napoli Hanno proposto il giorno dell’inaugurazione giovedì 31 marzo 2022.
Un programma di musiche del Seicento napoletano che spazia dalle villanelle di Andrea Falconieri ai cromatismi del principe Carlo Gesualdo da Venosa, scelte tenendo ben presente il milieu artistico dell’epoca, al fine di un’armoniosa contestualizzazione delle atmosfere musicali nell’ambiente storico e sociale della Napoli barocca.
L’organico previsto, un ristretto gruppo di musica da camera, costituito da flauto, violino, viola, violoncello, arpa e chitarra, risponde con il giusto equilibrio alle sonorità richieste della musica che si sarebbe potuta ascoltare a Napoli del ‘600.
INFORMAZIONI
Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli 31 marzo 2022 – 7 gennaio 2023 Museo e Real Bosco di Capodimonte
Da un’idea di Sylvain Bellenger – a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello
date e orari 31 marzo 2022 – 7 gennaio 2023, tutti i giorni (chiuso il mercoledì) dalle ore 10.00 alle ore 17.30
sede Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli / II piano
biglietti intero: 12 euro ridotto young (18-25 anni): 2 euro gratuito (0-18 anni) e possessori Artecard
info e prenotazioni: 848 800 288 da cellulare e dall’estero: 06 39967050 www.coopculture.it prenotazioni tramite app Capodimonte su App store e Google store
per saperne di più capodimonte.cultura.gov.it T. + 39 081 7499130 mucap.accoglienza.capodimonte@beniculturali.it