C’è una generazione di cantanti e musicisti afro-italiani che inizia a farsi sentire, e talvolta, a fare squadra. Quella che si vede in foto di apertura è la talentuosa giovane cantautrice afro-italiana KAZE. A pochi mesi dalla pubblicazione dei brani “Lasciami” e “Non c’è spazio per le foto”, entrambi contenuti nel progetto d’esordio “Ailleurs”, con cui l’artista, poco dopo essere entrata nel roster di Island Records, ha inaugurato il suo nuovo percorso musicale, arriva “Come fa” , un brano sofisticato, dalle forti sonorità soul, caratterizzato da un testo estremamente introspettivo e personale, ma che allo stesso tempo esprime quello che la maggior parte di noi, almeno una volta, ha provato di fronte alle difficoltà e alle incertezze della vita. Il brano è un monito a reagire e a non lasciarsi sopraffare da quelle voci nella testa che spesso confondono, per colmare la distanza che intercorre tra la luce e l’oblio della propria mente.
«“Come fa” è un pezzo nato da una bellissima collaborazione con Margherita Carducci – racconta KAZE – È un brano in cui ho cercato di esplorare le mie paure e difficoltà quotidiane, senza per forza dar loro una connotazione positiva o negativa. Sono cose che sono lì, sono alti e bassi che vivo, domande che mi pongo e consapevolezze che ho maturato negli anni, volevo dar loro un posto. Poi c’è la costante necessità di farsi sentire ed essere compresi, che credo accomuni tutti. Penso che ciascuno di noi cerchi di far capire “come fa” dentro di sé. Dentro di me fa un po’ come la bellissima produzione di Valerio Smordoni». KAZE, all’anagrafe Paola Gioia Kaze Formisano, nasce a Nairobi in Kenya da madre africana (Burundi) e da padre napoletano. Trascorre l’infanzia in Burundi per poi trasferirsi in Italia all’età di 11 anni, a Terracina (RM). Fin da bambina si appassiona alla musica e alla recitazione, canta nel coro parrocchiale e recita in una compagnia teatrale per più di sei anni. Dopo una laurea in infermieristica a Roma, si trasferisce a Milano dove inizia un’esperienza lavorativa tra reparti Covid e pronto soccorso.
“Obligé”, il nuovo singolo di Epoque, rapper e cantante torinese classe 1992 di origine congolese che, per l’occasione, ospita il giovane concittadino Axell, rapper di origine senegalese.
“Obligé” è un brano cantato in italiano e francese da due artisti torinesi di origine africana che hanno le radici nello stesso quartiere periferico, Barriera di Milano, dove si sono conosciuti e hanno preso atto di condividere buona parte del loro background e dei loro punti di vista. Da questa consapevolezza è venuto fuori in maniera naturale il desiderio di collaborare. La musica vede il producer di fiducia di Epoque, Di Gek, affiancato da un altro ospite d’eccezione, il francese di origine ruandese Ever Mihigo: entrambi hanno interagito con Epoque che ha preso parte attivamente alla produzione musicale contribuendo alla minuziosa ricerca di un suono afro contemporaneo, originale e adatto a questo testo conscious. Il brano, infatti, è influenzato dalle ultime tendenze sonore degli stili discendenti dal rap e ha un pathos che accompagna bene i versi che descrivono la tragica uccisione di un ragazzo nero.
Già leader degli strepitosi Noisettes, Shingai Shoniwa è un esempio per questi ragazzi: un esempio di chi dall’Africa ce l’ha fatta in Europa con una proposta musicale di avanguardia.
Nipote di Thomas Mapfumo, tra i maggiori musicisti dello Zimbabwe, Shingai ha inaugurato il capitolo da solista con un disco il cui titolo è tutto un programma, “Ancient Futures“, a cui ha fatto seguito l’album “Too Bold”.
Shingai Shoniwa esplora la relazione con le sue radici ma attinge parimenti a soul, jazz ed elettronica per creare una sintesi che è solo sua, ed è qui, ora. È l’avanguardia di una nuova era del pop, dove gli strumenti suonati e la programmazione digitale siedono felicemente accanto alle melodie e ai ritmi ispirati alla sua eredità africana.