E fu che anche Clementino approdò al disco dell’onestà, al lavoro completo e maturo di un artista cresciuto volente o nolente in pubblico. “Sentivo dentro di me qualcosa dentro che mi diceva: Clemè, spacc tutt cos”, ha detto il rapper campano alla presentazione dell’album “Tarantelle”, in distribuzione da questa settimana per Polydor Universal.
L’ultimo singolo uscito è “Chi vuole essere milionario?”, un classico del genere già dal titolo, con il gioiello della partecipazione di Fabri Fibra. Troppi featuring oggi sono dei virtuosismi del marketing, qui invece c’è una vera comunione d’intenti, fosse solo per anagrafica.
“Ora è il figlio mio che deve andare da solo sulle sue gambe, il rap è verità e si farà strada”, dice Clementino di Tarantella, il disco riferito alle danze del sud Italia, da taranta che riprende il nome del ragno velenoso, il cui morso provocava molte reazioni diverse secondo le leggende popolari. “Ma a Napoli tarantelle è sinonimo anche di guai e casini – precisa lui – . Il disco è stato concepito tra Napoli, Vietri Sul Mare, Cimitile, Nola, Amsterdam. La foto in copertina è di me a 16 anni e un audio della traccia che dà il titolo al disco è realmente preso da una cassetta con mia mamma del 1985. Mi piaceva pensare a un concept album con me che sognavo di diventare un rapper a 16 anni, che è l’età della foto in copertina. Volevo dire a chi ascolta che ho affrontato tante “tarantelle” per realizzare questo sogno”.
Tra i testi più sentiti del nuovo capitolo della sua discografia, “Un palmo dal cielo” scritta su appunti presi dai temi dei sogni fatti quando il cantante era in comunità (“Una novità per me prendere spunto dalla mia agenda”, rivela lui). E poi c’è la bella “Mare di notte” registrata in una house boat ad Amsterdam, in libertà, con gli strumenti portati da Napoli “perché io sono così, sono a favore di qualsiasi tipo di libertà”.
Nayte, Fabri Fibra, Caparezza hanno tutti partecipato alla stesura e realizzazione del disco. E Gemitaiz ha collaborato su “Allelulia”, “una canzone sull’autocelebrazione che è fondamentale nella nostra musica, fa parte del rap”.
Sul tempo che passa e cambia tutto, Clementino dice: “Il me di “Vulcano” arrivava da due anni molto veloci con Sanremo e tutti gli altri impegni vorticosi. Ora “Tarantelle” invece è più tranquillo, ero un pazzo scatenato prima di questo disco. Ora lo faccio col dovuto relax”.
In ogni caso, maturazione non vuol dire per il cantante perdita di verve: la presentazione in un teatro milanese è stata spassosa più di un pezzo teatrale: “Io vengo dai villaggi di animazione, 10 anni di quell’esperienza per Samarcanda mi hanno formato, ho una buona comunicazione con tutti e riesco a capire persone e situazioni. Forse sarei bene in un ruolo da giudice in un talent, magari non adesso perché sono molto concentrato sulla musica. Mi sento però in grado di fare lo showman“.
“Tarantelle”, con le sue melodie uniche, che mescolano il sapore mediterraneo a quello dell’Hip Hop statunitense, ha il flow giusto e la dimensione cameratesca che rende giustizia a un clan di artisti tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Ascoltate Fabri Fibra sulla dolce/amara “Chi Vuole Essere Milionario”, Gemitaiz su “Alleluia”, la giovane promessa Nayt su “Hola!” e il fuoriclasse Caparezza su “Babylon” e vi farete un’idea del reale (e naturale) talento che c’è dietro i pezzi di vita…rappati come si deve.