8 Marzo 2018

Da Philadelphia a Milano, l’Impressionismo che dipingeva l’umanità

Tra i capolavori arrivati a Palazzo Reale, molte donne: essere artista e donna in un'epoca in cui l'arte era ancora "proprietà" esclusiva degli uomini.

8 Marzo 2018

Da Philadelphia a Milano, l’Impressionismo che dipingeva l’umanità

Tra i capolavori arrivati a Palazzo Reale, molte donne: essere artista e donna in un'epoca in cui l'arte era ancora "proprietà" esclusiva degli uomini.

8 Marzo 2018

Da Philadelphia a Milano, l’Impressionismo che dipingeva l’umanità

Tra i capolavori arrivati a Palazzo Reale, molte donne: essere artista e donna in un'epoca in cui l'arte era ancora "proprietà" esclusiva degli uomini.

Mentre la città di Milano saluta ancora con nostalgia l’immenso genio di Michelangelo Merisi, noto ai più come Caravaggio, Palazzo Reale riapre le sue porte ad una nuova mostra: “Impressionismo e Avanguardie: capolavori dal Philadelphia Museum of Art”.
impressionismo philadelphia the way magazine (4)
Fino al 2 settembre 2018 una mostra Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, MondoMostre Skira. A cura di Philadelphia Museum of Art Curatorial Department.
Questo nuovo evento, unico nella storia, si inserisce nella cornice del pluriennale progetto “Musei dal mondo a Palazzo Reale”,  progetto la cui finalità è quella di rapportarsi con i più importanti musei del mondo (attualmente sono oltre 500) per divulgare cultura e bellezza.
Due sono gli elementi fondamentali posti sotto i riflettori: la donna e i collezionisti.
impressionismo philadelphia the way magazine (5)
A Palazzo Reale di Milano, 50 capolavori tra cui le opere di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet, Paul Cézanne, Henri Matisse, Pablo Picasso e Paul Klee.
“Le donne dovrebbero essere qualcuno e non qualcosa” (Mary Cassat)
Ad accoglierci all’ingresso di questo sconvolgente percorso è proprio lei, Mery Cassat, con il suo olio intitolato “Donna con collana di perle in un palchetto”. Pittrice statunitense e amica di Degas, ha interpretato in modo personale il suo essere artista e donna in un’epoca in cui l’arte era ancora “proprietà” esclusiva degli uomini. Con coraggio ha affermato il proprio pensiero creativo raccontando, da donna, le donne. Sarà un caso che questa mostra inauguri proprio l’8 marzo?
Ma Mary non si è limitata a questo: lungimirante com’era, ha saputo cogliere il potenziale del nascente movimento Impressionista – di cui faceva lei stessa parte – e si è prodigata nel farlo conoscere ad alcuni grandi collezionisti tra cui il proprio fratello, cui oggi dobbiamo una delle più importanti collezioni al mondo.
“Un’opera d’arte che non comincia con un’emozione non è arte” (Paul Cézanne)
Se gli artisti fanno l’Arte, i collezionisti fanno la Storia dell’Arte. Sono loro che, anticipando i tempi e guardando con gli occhi del cuore, hanno saputo cogliere e trasmettere al mondo intero l’emozione che la bellezza ha infuso in loro.
Oggi come ieri il mondo ha bisogno di uomini e di donne i cui occhi sappiano riconoscere il valore e la bellezza dell’arte contemporanea.
Oggi come ieri il mondo ha bisogno di mecenati che credano nel talento e lo promuovano.
Oggi come ieri il mondo ha bisogno di collezionisti che siano custodi della cultura, della nostra eredità, e che ne facciano parte al mondo come il mondo ne ha fatto parte a loro.
“Voglio dipingere l’umanità, l’umanità e ancora l’umanità” (Vincent Van Gogh).

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Simona HeArt

Simona HeArt

Simona HeArt è un'artista “visionaria" e art curator unica nel suo genere. Il suo percorso d'arte, infatti, è frutto di una lunga e laboriosa ricerca spirituale. Sulle pagine di The Way Magazine porta il punto di vista di un'esperta che dalla ricerca passa alla missione, al punto che la sua concezione di arte non si ferma al mero fattore estetico ma assume connotazioni di servizio e di strumento a favore del sociale. Simona HeArt si pone infatti come "medium" dello spirito e dell'arte presentandosi al pubblico come un soggetto nuovo nel panorama artistico, lavorando attivamente alla rivalutazione del territorio italiano per restituire al Paese la sua vocazione millenaria di culla della cultura. La sua penna restituisce al lettore riflessioni acute e non convenzionali dove, attraverso un linguaggio semplice e accessibile trasmette, con una punta di umorismo, l’emozione di una visione proveniente da “altrove”.
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