Esordio nel lungometraggio per la giovane regista Samantha Casella con il film Santa Guerra. Il film, sarà presentato proprio oggi, 7 settembre, al Lido di Venezia, in occasione della 79° Mostra del cinema, alla presenza del cast, del produttore Antonio Micciulli e della regista, autrice anche della sceneggiature e attrice. Il film, che forse si porterà a casa anche un premio, racconta la storia intrigante e originale di una donna alla ricerca di una presa di coscienza tramite l’elaborazione di un trauma. La cosa interessante è il tipo di ricerca a cui la donna si abbandona, una sorta di labirinto onirico e introspettivo che la fa precipitare in un luogo senza tempo. Un film nella cui storia sono presenti anche luoghi inquietanti, spettri, un’antica scatola e una chiave che funge da portale.
Samantha Casella è una regista molto particolare che basa la sua ricerca artistica sulla sperimentazione, la sua attività quasi febbrile, iniziata con il cortometraggio del 2001 dal titolo Juliette, l’ha portata per tutti gli anni Duemila a realizzare circa una trentina di opere (tra cortometraggi, documentari, videoclip e video arte) fino al grande successo internazionale con il corto del 2019 I am Banksy e To a Godunknown – Al Dio sconosciuto del 2020, distribuito nelle sale americane e vincitore di numerosi premi.
Per quanto riguarda Santa guerra, è la stessa Casella a spiegarci che “la lavorazione del film si è svolta prevalentemente in Emilia Romagna anche se alcune scene sono state effettuate in California e in uno studio a Los Angeles. Le riprese sono durate circa 50 giorni e si sono svolte tra novembre 2020 e giugno 2021. Le opere d’arte presenti nel film sono state realizzate da alcuni artisti di fama internazionale come Giovanni Scardovi, Federico Severino, Pier Giovanni Bubani, Sergio Monari, Bacco Artolini e Filippo Zoli. Nel film, poi, ho voluto omaggiare autori e opere che ho amato particolarmente, come Twin Peaks di David Lynch, con il pavimento a lische, ed Ingmar Bergman, il risveglio della donna (Eugenia Costantini) è un omaggio a Persona; la mano del fantasma sulla fronte di una donna (Ekaterina Buscemi) è invece un tributo a Fanny e Alexander; il grande orologio senza lancette, poi, è ovviamente per Il posto delle fragole. Da un punto di vista mitologico e letterario, invece, indubbiamente ci sono moltissimi riferimenti simbolici al mito di Orfeo e il suo viaggio nell’Ade e alla figura di Ananke, dea del destino e della ‘necessità’. E per finire, il simbolismo del serpente, principalmente dell’uroboro, che nel suo mordersi la coda forma un cerchio senza inizio né fine, rappresentando il tormento infinito della protagonista”.
Nel cast è presente anche Maria Grazia Cucinotta con una partecipazione straordinaria.