1 Agosto 2024

Danza e spettacolo a Castel Sant’Angelo a Roma

Silvia Gribaudi in scena con due appuntamenti: "A corpo libero" e "Graces" il 7 agosto 2024.

1 Agosto 2024

Danza e spettacolo a Castel Sant’Angelo a Roma

Silvia Gribaudi in scena con due appuntamenti: "A corpo libero" e "Graces" il 7 agosto 2024.

1 Agosto 2024

Danza e spettacolo a Castel Sant’Angelo a Roma

Silvia Gribaudi in scena con due appuntamenti: "A corpo libero" e "Graces" il 7 agosto 2024.

A Roma il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo ancora oggi riflette le alterne e numerose variazioni d’uso della sua sede e dev’essere considerato, al contempo, monumento, area archeologica e museo. All’interno della IV edizione della rassegna sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo”, sarà in scena il 7 agosto alle ore 19.00 e alle ore 21.00, Silvia Gribaudi con un doppio appuntamento: alle ore 19,00 presso la Terrazza dell’Angelo, la Gribaudi presenterà la performance di 15 minuti dal titolo A CORPO LIBERO, elaborazioni musicali Mauro Fiorin; alle 21.00 invece– presso il Cortile Alessandro VI -sarà la volta di GRACES coreografia Silvia Gribaudi, drammaturgia Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti, performer Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi, Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo.

Danzatori a Castel Sant’Angelo a Roma: Claudia Borgia, Chiara Bruschini

Nella splendida cornice di Castel Sant’Angelo, guidato dal Direttore generale Musei Massimo Osanna, la rassegna a cura di Anna Selvi, promuove il confronto fra l’arte dell’attore, quella del danzatore e del musicista, che riesce a innescare un dialogo con gli spazi del museo e i suoi pubblici nell’ambito del programma di valorizzazione del monumento.

La performance delle ore 19.00, della durata di 15 minuti, “A corpo libero” è un lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità del corpo, esplorando da un punto di vista drammaturgico un tempo di inadeguatezza, un tempo di onnipotenza e un tempo di accettazione in una contaminazione di tecniche espressive. Un corpo che danza che occupa spazi pieni e vuoti, che si relaziona con le sue curve e le sue “parti molli”: l’imperfezione che diventa normalità, la propria fisicità come superficie di un mondo interiore. “A corpo libero” di Silvia Gribaudi è uno spettacolo dissacrante portato in spazi urbani, grido di rivolta di una donna che cerca la libertà.

Alle ore 21.00 invece darà di scena “Graces” un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817. L’ispirazione è mitologica. Le 3 figlie di Zeus – Aglaia, Eufrosine e Talia – erano creature divine che diffondevano splendore, gioia e prosperità. In scena tre corpi maschili, tre danzatori – Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo – dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto. Qui il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli, liberi, danzando il ritmo stesso della natura. In scena anche l’autrice Silvia Gribaudi che ama definirsi “autrice del corpo” perché la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma d’arte con una comicità diretta, crudele ed empatica in cui non ci sono confini tra danza, teatro e performing arts.

Negli ultimi 10 anni Silvia Gribaudi si è interrogata sugli stereotipi di genere, sull’identità del femminile e sul concetto di virtuosismo nella danza e nel vivere quotidiano, andando oltre la forma apparente, cercando la leggerezza, l’ironia e lo humour nelle trasformazioni fisiche, nell’invecchiamento e nell’ammorbidirsi dei corpi in dialogo col tempo. Graces si è realizzato grazie allo sguardo registico e visivo di Matteo Maffesanti (regista, formatore e videomaker) che ha seguito con Silvia Gribaudi tutto il processo artistico che si è sviluppato con tappe di lavoro che comprendevano laboratori con cittadini sui materiali

coreografici.

Con un umorismo generoso e un’empatia radicale, la coreografa italiana Silvia Gribaudi eleva le concezioni di imperfezione umana a forma d’arte al di là dei cliché e delle apparenze. Ispirandosi alla scultura Le tre grazie (Antonio Canova 1812 – 1817) che rappresenta le figlie di Zeus Eufrosine, Aglaea e Thalia, i tre interpreti maschili insieme a Silvia cercano nuovi significati della parola “grazia”. Con la danza e la parola, ma soprattutto con calore e leggerezza, lo spettacolo rivela una parte fondamentale della nostra umanità.

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