La tradizione vuole che nel 1668, l’abate benedettino Pierre Pérignon (noto come Dom Pérignon) scoprì quello che in Francia è conosciuto come metodo champenois per lo champagne. All’epoca dei fatti, in effetti, il suo contributo allo sviluppo dell’enologia francese fu determinante visto che la maggior parte dei vini prodotti nella regione era rossa.
La fama acquisita dal metodo permisero la trasmissione del know-how come diremmo oggi, nel 1669 al benedettino Thierry Ruinart che insegnò i segreti dell’enologia al nipote Nicolas, il fondatore nel 1729 della Maison Ruinart, che è considerata la prima maison di champagne. Oggi sul sito DomPerignon.com nella sezione vintage è possibile andare indietro nel tempo, fino alla vendemmia 1921, ben 100 anni fa, per capirne le caratteristiche, i raccolti, le peculiarità. E tutti i fattori che hanno influenzato la leggenda di queste bottiglie. Su Millesima invece è possibile addentrarsi nelle descrizioni e dettagli di ciascuna delle bottiglie da comprare online e avere direttamente a casa.
La filosofia di uno champagne unico
Dom Pérignon è oggi una azienda vitivinicola che rispecchia alla lettera la filosofia di Pierre Pérignon alla assiudua ricerca della qualità e della perfezione che caratterizza i brand del gruppo LVMH, anche proprietario di altre prestigiose case come Krug, Ruinart, Veuve Clicquot e Moët & Chandon. Rigore, intuizione, osservazione e comprensione, conoscenza e rispetto, sono i valori incarnati dal virtuoso e iconico chef de cave Richard Geoffroy.
La preziosa peculiarità di questi vini deriva dal fatto che non sono mai prodotti nelle annate deboli e sono certificati unicamente con le stesse uve per le stesse bottiglie. Novantanove bottiglie magnum dell’annata 1961 di Dom Pérignon, considerato da molti esperti come uno dei migliori champagne mai prodotti, sono ormai entrate nella storia. Gli studiosi di tutto il mondo tengono d’occhio la riuscita delle annate per certificarne il carattere unico e inibitabile.
Lo champagne si fa arte in edizione limitata
Prestigiosa è anche la bottiglia Dom Pérignon luminosa, quella che brilla al buio, e le altre linee decorate da importanti artisti da ogni parte del mondo. Tra le collaborazioni più eclatanti degli ultimi anni, quella con il designer e artista Tokujin Yoshioka e con la rockstar Lenny Kravitz. Il divo di “American Woman” non è il solo artista musicale ad essere stato investito di questo compito. A ridisegnare le bottiglie di champagne è stata chiamata anche l’arci-nota cantante islandese Bjork. David Lynch, il famigerato regista di “Twin Peaks”, ha prestato la sua creatività per un’annata in edizione limitata (quella del 2003) mentre gli studenti della prestigiosa St Martin’s School di Londra si sono ispirati a Andy Warhol per reinterpretare il marchio francese. Con il famoso champagne si è cimentato anche il pagatissimo Jeff Koons, e l’artista tedesco contemporaneo Mickael Riedel.
Per i collezionisti, le edizioni limitate più invidiate sono la Dom Pérignon Rosé Vintage Box Gold 2000 e quelle della Dom Pérignon Vintage che viene messa in commercio sempre 9 anni dopo la vendemmia. Ci sono anche le edizioni che vengono rese disponibili dopo 12 e 25 anni (rispettivamente Dom Périgno P2 e P3) e queste sono ambite ovviamente anche per i contenuti che si attendono con pazienza certosina.