L’ironia e la cruda verità si mescolano nella mostra di Dorothea Lange vista a Parigi. La reporter americana scomparsa è forse stata la prima donna a essersi interessata ai drammi umani della storia americana. E a consegnarli come memento alle generazioni future.
Nata a Hoboken nel 1895 e morta a San Francisco nel 1965, iniziò la sua opera di documentarista facendo un giro del mondo nel 1918 e stabilendosi poi in quella che sarebbe diventata la patria degli hippy quando le finirono i soldi per il viaggio.
La mostra parigina a Place de la Concorde presso Jeu de Paume si chiama “The Politics of Seeing”, e comprende 5 serie specifiche: The Depression Period (1933-1934), una selezione di lavori sulla Farm Security Administration (1935-1939), la reclusione dei giapponesi negli Stati Uniti (1942), i canteri navali Richmond (1942-44) e una serie sul lavoro di un avvocato d’ufficio (1955-57).
Negli anni 30 Dorothea Lange fece un gran numero di reportage, sempre sulla condizione di immigrati, braccianti e operai e questo è il corpus più interessante che ci è pervenuto. Anche perché testimonia come, tristemete, la storia si ripete. Cambia solo la geografia.
Fotoservizio da Parigi: Andrea Agostinelli per The Way Magazine