Negli anni 80 “c’erano i Duran Duran, musicisti mediocri, e noi che si ascoltava noi si ascoltava i Cure, i New Order, i Joy Division, i Talking Heads, gli Smiths”. Parole di Manuel Agnelli che il 3 settembre suonerà con i suoi Afterhours, band alfiera dell’indie italiano, all’Home Festival di Treviso.
Per ironia della sortre delle line-up, tre giorni prima su quel palco ci sarano saliti proprio i Duran Duran, che come Agnelli lamenta in recenti interviste, nel 1987 riempivano gli stadi. La notizia è che gli ex new-romantic riempiono i festival da ultra-cinquantenni 30 anni dopo.
Ma la diatriba tardiva tra le due “fazioni” è scoppiata proprio nel momento in cui l’Home Festival propone dei nomi che richiamano a mondi che non ci sono più. E che quindi sarà interessante andare a scoprire cosa sono diventati.
Prendete i Duran Duran. Da quando si sono riuniti 15 anni fa sono diventati qualcosa di ulteriore rispetto a quello che erano, anche se la dorsale della loro set-list è sempre ben ancorata tra i dischi usciti tra 1981-1993. E il movente che gli spinge a proseguire in formazione originale (tranne il fuoriuscito-due-volte Andy Taylor, che però potrebbe tornare per il quarantennale l’anno prossimo) è evidentemente artistico.
Non gli si può certo imputare mancanza di coraggio per le cose nuove che sfornano. La più recente, Paper Gods, anche se per metà non materrà il test del tempo, è una straordinaria affermazione di crescita spirituale e di sospensione tra simboli del passato e ansia da prestazione per il futuro.
Prendete gli Afterhours. Chi l’avrebbe mai detto che il loro leader sarebbe diventato idolo dei giovanissimi ingurgitatori di talent tv? Eppure Agnelli a X Factor quest’anno ci torna per la seconda volta. E si prende anche lo sfizio di passare prima per l’Home Festival (88 mila presenze dello scorso anno e riconosciuto come miglior festival italiano).
E prendete Liam Gallagher, reo di aver appena due mesi fa frenato gli entusiasmi per una possibile reunion degli Oasis. Il suo posto nel mondo è completamente diverso rispetto a 20 anni fa, come i suoi colleghi del resto, ma è ancora rilevante oggi che torna in anticipo di un disco senza band alle spalle. Ed è una sorpresa un po’ anche per gli addetti a i lavori vederlo in cartellone, da solo, a fare da headliner a un festival di queste dimensioni.
Mercoledì 30 agosto (ingresso gratuito): Max Gazzè – Omar Pedrini – Eva Pevarello – Digital Monkey Beat Dj Set Pau (Negrita) & Dj AM:PM – Rumatera – Los Massadores – The Bastard Sons of Dioniso – Wardogs – Craven – The Brokendolls – Kani – Old 7 Years – Tytus
Giovedì 31 agosto: Duran Duran – Moderat – The Bloody Beetroots – Soulwax – Frank & The Rattlesnakes – The Horrors – M+A – Clap! Clap! – Godblesscomputers – Pop X – Demonology HiFi – Slydigs –Slander – Istituto Italiano di Cumbia All Stars – Wora Wora Washington – Vettori – I’m Not a Blonde – La Scimmia – Le Luci Del Nord
Venerdì 1 settembre: Liam Gallagher – Justice – The Wailers play “Legend” – Samuel – Planet Funk – Booka Shade – Andy C – Circa Waves – Victor Kwality – Raphael – Universal Sex Arena – Gli Sportivi – David Lion aka Lion D – Dj Christian Effe – The Quentins – Crista – Hope You’re Fine Blondie
Sabato 2 settembre: Steve Angello – J-Ax & Fedez – Thegiornalisti – Chris Liebing – Kungs – Ofenbach – Hoodie Allen – You Me At Six – Angemi – Jasmine Thompson – Sfera Ebbasta & Charlie Charles – Ex-Otago – Lele Sacchi – Astroid Boys – Danko – Birthh – Mudimbi – lowlow – Ackeejuice Rockers – Elyne – Christaux – The Minis
Domenica 3 settembre: The Libertines – London Grammar – The Charlatans – Mannarino – Marra&Guè – Ghali – Afterhours – Le Luci Della Centrale Elettrica – Levante – Nikki e Dj Aladyn Tropical Pizza live dj set – Boomdabash – Wrongonyou – One Two One Two w/ Fabio B – Val S – Michele Wad & Grido – French 79 – Txarango – Louders – Andrea Martini – Sunday Morning – I Maghi di Ozzy