Pare che sia un momento buono per la riscoperta dell’arte e dei capolavori italiani da parte dei giovani. Chiara Ferragni ha lanciato il trend facendosi fotografare nei musei a porte chiuse per l’emergenza Covid, Jacopo Veneziani a 25 anni è un divulgatore apprezzato su Rai Tre. E ora Emanuele Aloia, appassionato di filosofia e arte e TikToker di successo, pubblica un disco tutto intriso di citazioni tra arte e letteratura. Cultura alta e cultura pop non sono due cose che non possono andare di pari passo.
Emanuele Aloia, classe 1998, nasce a Torino e consegue il diploma di liceo linguistico. Appassionato di cultura, arte e musica, all’età di 16 anni inizia a pubblicare autonomamente diverse canzoni sui principali Digital Stores. Il primo riscontro lo ottiene con “Girasoli’’, uscito alla fine del 2019, che conquista il primo posto nella Viral Spotify e la certificazione Oro. È con il singolo “Il bacio di Klimt”, però, che Emanuele arriva al grande successo. Pubblicato nell’aprile 2020, in piena quarantena causa Covid-19, il brano raggiunge in poche settimane la prima posizione in Viral Spotify, la vetta dei principali Digital Stores e il secondo posto nella TOP 50 Spotify.
Stromae è il suo idolo musicale ma le citazioni colte che mette nelle sue canzoni sono davvero tante, anche nascoste. “Ci sono alcuni passaggi che accomunano tutti, lo riconosco da quello che mi scrivono attraverso i social. Quando ho collegato Gustav klimt a Eugenio Montale in un testo, molti studenti mi hanno scritto dicendo che si sono rivisti. E la grande soddisfazione è quando mi scrivono studenti dicendo che grazie a me ripensano alle loro preferenze, e si avvicinano a temi che pensavano fossero lontani. Sono anche gratificato dei messaggi dei professori, devo riconoscere”.
“L’urlo di Munch”, il singolo di Emanuele Aloia, è certificato disco d’oro. Il brano anticipa il suo album d’esordio “Sindrome di Stendhal”, in uscita venerdì 16 aprile 2021. Il video, diretto da Marco Mannini & Mark Tampone e prodotto da Sunflower, vede protagonisti due innamorati che si lasciano alle spalle i momenti di quotidianità per abbandonarsi ad un elettrico passo a due, capace di unirli cancellando ogni tormento.
“Sindrome di Stendhal”, l’album d’esordio del cantautore racchiude in un quadro finalmente completato, tutto il suo universo, popolato da pittori, scrittori e dalle parole e protagonisti delle opere d’arte più famose di sempre: dalla Venere di Botticelli a Banksy, da Romeo e Giulietta all’eterno ritorno di Nietzsche. Un vero inno alla cultura e alla bellezza in ogni sua forma, di quella che lascia senza fiato. E a Tik Tok Europe se ne sono accorti, tanto che i manager del nuovo gigante dei social media hanno omaggiato Aloia con un lungo messaggio di congratulazioni e sostegno sempre maggiore. Questo è un caso in cui il personaggio ha fatto bene alla nascente industria dei social media, e il contrario.

La peculiarità artistica di Emanuele Aloia è quella di raccontare con semplicità i sentimenti dei giovani d’oggi, avvalendosi anche del bagaglio di conoscenze legate all’arte e alla letteratura, che sono le sue principali passioni, evocate appunto con frequenti citazioni e riferimenti nelle sue canzoni. Classe 1998, torinese, diplomato al Liceo Linguistico, Emanuele Aloia suona e compone dall’età di 13 anni. Quests è la copertina del suo primo album.
Dopo il successo di “Girasoli”, disco d’oro, e “Il bacio di Klimt” Emanuele Aloia torna quindi a dare melodia all’arte, proseguendo il filone artistico iniziato con i suoi precedenti singoli. “L’urlo di Munch” racconta le difficoltà emotive che stiamo vivendo in questo momento storico e lo fa attraverso le opere più famose dell’800 e ‘900. In un ossimoro che “dentro ad ogni tuo silenzio” vede contrapposte le grida, sopravvive la speranza e dipinge nuovi scenari, fatti di progetti futuri, tramonti ed infiniti “poi vorrei”.
«Il silenzio di questi mesi è stato assordante. C’era arte anche lì e, per la prima volta, ho provato a dargli un suono, un colore. L’opera di Munch mi ha sempre affascinato fin da piccolo, ogni volta sfogliavo le pagine del mio libro di arte e mentre la prof spiegava la guardavo stregato, chiedendomi che suono avesse quel grido: assordante, stridulo o addirittura armonioso. Mi sarebbe piaciuto riuscire a sentirlo. Chissà in quanti lo hanno immaginato. Oggi sono qui e riguardandolo in questi giorni riesco a sentire una voce: la mia.»
Il cantautore presentando il disco facendosi ritrarre sul Lungarno, ha detto: “Scrivo anzitutto per me stesso e spero che piaccia, ma la pubblicazione del primo album è grande emozione. Ha iniziato a scrivere a 13 anni. Quando ho capito che c’era qualcosa di speciale, ho cercato di sviluppare un’identita melodica ma anche concettuale, con i testi che citavano arte e filosofia, che erano le cose che studiavo e che mi interessavano. C’è una mia canzone dei 17 anni, “L’estate a scuola” dove citavo Platone, che avevo studiato in quel periodo. Quindi anche da adolescente c’era già questa predisposizione“.
Agli Uffizi a Firenze, Aloia ha potuto cantare visitando uno dei musei più belli del mondo. A Torino, città dove vive, gli piace andare in bicicletta, dopo il primo lockdown si è sentito libero di andare in giro così a esplorare le bellezze della città e condividerle col suo pubblico. “Ci sono gioielli come il museo Egizio e il Museo del cinema, come molte città italiane i luoghi all’aperto sono delle grandi risorse. E già Piazza San Carlo è un museo tanto che è bella, sembra un salotto. Indipendentemente dal mio legame con l’arte non ho avuto modo di visitare tutto quello che mi piacerebbe visitare in Italia e cercherò di recuperare presto”.
L’arte, del resto, è stata la cifra che lo ha contraddistinto fin dal suo esordio nel 2019. “Girasoli e il Bacio di Klimt sono le canzoni che mi hanno cambiato la vita. Quindi Van Gogh è l’artista che mi ha dato una spinta, e penso sempre al fatto che non ha potuto godere del successo delle sue opere che è arrivato dopo la sua morte”.


“Quando Dio ti ha inventata” è una ballad coinvolgente, una dichiarazione d’amore travolgente che chiede in prestito la bellezza ed il romanticismo ad alcuni dei pittori e autori delle opere più iconiche di sempre, permettendo così a Emanuele di proseguire il filone artistico iniziato con i suoi precedenti singoli.
«Mesi fa scrissi una canzone, una di quelle canzoni che non è facile da definire. Ci vedo dentro tutte le sfumature della vita che forse, è l’opera d’arte più bella tra tutte quelle che avrei potuto citare. Non ha un titolo di un dipinto perché questa volta non sarebbe bastato. Dentro ci sono l’Amleto di Shakespeare, Bukowski, Chagall, Modigliani e Michelangelo che con ‘’La creazione’’ ne incarna il senso più profondo. Non so per chi io l’abbia scritta, so solo che è un brivido lungo la schiena.»

Foto di apertura: Emanuele Aloia con Eike Dieter Schmidt. storico dell’arte tedesco che dal novembre 2015 ricopre la carica di direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.