Vuole lasciare un segno nell’hip hop Ensi, il rapper che dopo “CLASH FREESTYLE”, il primo brano manifesto del nuovo album “CLASH”, rivendica il suo ruolo di pilastro dell’hip hop italiano.
L’abbiamo incontrato perché Clash è la voce di chi in Italia ha fatto rap “quando dormivano e non c’erano sbocchi, manco i video o la radio erano ipotizzabili”, ci ha detto. Il disco contiene anche la collaborazione con la super star Agent Sasco che, oltre ad essere uno dei re della dancehall Giamaicana, ha collaborato con Kendrick Lamar nella hit mondiale “The Blacker the Berry”.
Dopo “V” e “Rock Steady”, che hanno debuttato ai vertici delle classifiche di vendita, CLASH è un album denso il cui titolo racconta, più che qualche tema trattato nei brani, l’approccio generale al progetto.
CLASH rappresenta i due mondi e di due spiriti di Ensi: da un lato l’improvvisazione del freestyle che lo ha sempre caratterizzato e dall’altro una dimensiona più personale e intima descritta con una maturità artista che è sempre cresciuta ad ogni album. Il 31 gennaio Ensi presenterà ai fan l’album, brano per brano, in una diretta streaming sui canali social dell’artista.
MOMENTO DI OGGI – “In un momento così variopinto del rap la mia esigenza comunicativa è di pubblicare un disco che rappresenti un uomo oltre i trent’anni con un figlio. L’ho chiamato Clash perché é uno scontro completo: c’è il clash emozionale e quindi le canzoni dedicate alla famiglia; e c’è lo scontro più liberatorio, quello dove parlo a chi è nel mio mondo professionale. Spesso il nostro immaginario è allegro, il rapper deve obbedire all’etichetta dell’eterno Peter Pan ma io sono il più titolato a parlare anche di altro. Pensate che il rap sia solo per bambini: è sbagliato ed è cresciuto, il pubblico con noi è cresciuto e crescono anche le esigenze comunicative. Io ora ho un approccio cantautorale ma non sono old school, piuttosto sono mid school, sono un young veteran. Alcuni sanno che ho sempre mischiato generi, il rabbioso del freestyle e poi parlo dell’amore, del distacco. Anche l’amore non deve essere per forza a tinte rosa”.
PUBBLICO E PRIVATO – “Sto da 12 anni con la mia compagna e so che è un caso isolato nel mio mondo, ma ovviamente gli alti e bassi non mancano. Nel pubblico e nel privato sono un pazzo che va controcorrente e sono rimasto nel gioco e mi sento di aver superato varie correnti generazionali. Magari da questo momento le persone inzieranno a pensare all’artista maturo, Ensi, che va rispettato. In USA ci sono 40 anni di produzione di questo genere e questo problema non si pone. Ovviamente ci sono tanti sottogeneri ma io navigo sul fiume principale non sugli affluenti. Prendo distanze dal rap che perde valore culturale, è la società che cambia e influenza la musica, non il contrario. Quindi per me è bellissimo vedere il progresso di esposizione di questo genere, che negli anni 90 neanche tra addetti ai lavori ci immaginavamo”.
RIVOLUZIONE – “La copertina, specie nel lettering è un omaggio al mondo rivoluzionario dei Clash, anche se di musicale da loro non ho preso nulla. Ho assistito agli anni della rivoluzione, dai Novanta gli anni 2000 quando degli artisti pionieri hanno spiegato agli italiani cosa era il rap. Poi la battuta d’arresto e poi le mitiche 120mila copie del 2004 di Fabri Fibra. Oggi il rap è il linguaggio più rappresentativo per i ragazzi, e questa la dice lunga sul deserto culturale che sta attorno a noi. Sono convinto che il genere che rappresento stia rivoluzionando il mondo della discografia e sono super positivo ma anche nostalgico per la dimensione piccola di quando ho iniziato. All’epoca c’erano più regole e si capiva chi faceva cosa. La musica non salva il mondo, non è più così ma io nel mio piccolo ci provo. Infatti ha fatto più rumore il mio ritorno con poche uscite e video dove canto solo davanti a un microfono che tante cose strombazzate. In questo momento lo posso fare perché mi sento solido”.
Ensi incontrerà i suoi fan negli store delle principali città italiane: Venerdì 01 febbraio a Roma ore 18.00 – Discoteca Laziale, Via Giovanni Giolitti 263, Sabato 02 febbraio a Milano ore 17.00 – Mondadori Duomo e Domenica 03 febbraio a Torino ore 16.00 – Feltrinelli Stazione Porta Nuova