Si sono ritrovati in pandemia, curiosamente cantando virtualmente dai balconi, e si sono promessi di tornare a lavorare assieme. Francesca Michielin e Fedez parteciperanno alla 71° edizione del Festival di Sanremo, in gara nella categoria Campioni con il brano “Chiamami per Nome”. Il loro è un sodalizio già collaudato, visto che nel 2013 (“Cigno Nero”) e 2014 (“Magnifico”) hanno assaporato già notevole successo.
Il brano del festival 2021, scritto da Federico Lucia, Francesca Michielin, Davide Simonetta, Alessandro Mahmoud, Alessandro Raina e prodotto da d.whale, è dato tra i favoriti per la vittoria, non fosse altro che per l’enorme popolarità degli interpreti.
Francesca Michielin ha detto durante la presentazione: «Sono felice e molto emozionata di tornare al Festival di Sanremo e di farlo con Federico. Noi ci siamo ritrovati dopo molti anni, quasi dieci da quando abbiamo iniziato a lavorare con Cigno Nero e ci siamo ritrovati virtualmente nel 2020 duettando dai balconi. Dall’emozione che è scaturita da questo incontro è nata la decisione di tornare a lavorare insieme. La prima volta per me a Sanremo è stata un’emozione pazzesca perché avevo vent’anni invece questo Festival lo vivrò come esperienza nuova perché sarà un Sanremo molto particolare.»
Fedez è al suo debutto all’Ariston come gareggiante: «Per me è tutto abbastanza nuovo e sto scoprendo ritualità fantastiche. Con Francesca ci siamo ritrovati più o meno casualmente ed abbiamo deciso di provare a fare delle sessioni in studio del tutto nuove. Anche il metodo per trovarci insieme in studio e mettere su un brano è una novità e peculiarità dettata dal periodo che stiamo vivendo. Per me è stato un momento di socialità importante, anche darsi solo l’appuntamento su Zoom con Francesca e con Mahmood, altro autore del testo, e poi vederci tutti in studio è stata una boccata d’ossigeno in momento in cui la routine era per tutti pesante. Per me è il primo Sanremo ed ho tutta la voglia di vivere questa esperienza come tale perché non c’è nessun progetto discografico mio che sarà presentato subito dopo il Festival. Il progetto da promuovere è quello di Francesca che si chiama “Feat fuori dagli spazi”. Da parte mia c’è la voglia di cambiare e dal mio punto di vista questo è il periodo delle cose non ponderate. Durante il lockdown, quello duro di marzo dell’anno scorso, ho preparato uno studio in casa ed è stato per me un nuovo inizio musicale con una mentalità ed una filosofia totalmente diversa dalla precedente»
Francesca Michielin includerà il brano in “Feat fuori dagli spazi”, il suo progetto di duetti che esce dopo il debutto al festival, preciamente il 5 marzo: «Una canzone che personalmente mi emoziona molto. Sono molto legata a questo pezzo e sono veramente felice di portarlo sul palco dell’Ariston perché in questo pezzo, rispetto alle nostre collaborazioni passate, si evince che c’è una consapevolezza diversa, c’è una evoluzione sia da un punto di vista testuale che musicale. Rispetto agli altri brani che abbiamo fatto con Fedez in questo c’è una evoluzione stilistica, Magnifico ad esempio è una canzone figlia del suo tempo. Il testo è in parte anche per me autobiografico perché rappresenta come mi sono sentita in quest’ultimo periodo. Per me questo pezzo rappresenta molto come voglio vivere la musica e cioè come qualcosa che ti trasporta. Quando sono salita la prima volta sul palco dell’Ariston ho detto “mi chiudevo in una scatola” perchè così inizia “Nessun grado di separazione”, invece con questa canzone esco dalla scatola. Il testo è di un brano d’amore ma è un testo più trasversale rispetto a Magnifico ed a Cigno Nero ed ha anche una struttura diversa, è un brano pop un po’ inusuale e l’arrangiamento è estremamente minimale. Ho voluto usare come “coperta di linus” il suono di un Synth a cui sono molto legata che è il Synth Korg M1 perché ricorda il suono della mia infanzia ed ho deciso di metterlo nel brano, provandolo poi con l’Orchestra di Sanremo ci siamo molto emozionati. Per quanto riguarda il testo con Mahmood ci conosciamo da molti anni e la nostra collaborazione è iniziata con “Cheyenne”. Io compongo soprattutto musica e Mahmood io credo che come scrittore di melodie sia davvero eccezionale e mi ha anche insegnato molto anche a livello melodico. »
Fedez racconta il brano che canta con Francesca Michielin così: «In questa canzone c’è un upgrade stilistico, è pop con delle sfumature urban ed io mi diletto un po’ più nel canto. Mahmood lo percepisco molto infatti io canto un pezzo scritto da lui nel finale e in quel momento mi sento molto Mahmood con le dovute proporzioni. Nella stesura del brano ci sono delle diversità rispetto al nostro pregresso perché c’è un interscambio tra di noi. Quelli fatti in precedenza erano molto classici in funzione della struttura questo brano è più dinamico e c’è un maggior interscambio tra le voci. A livello tematico, avendo scritto una parte del testo c’è sicuramente un pezzo di me. Cantare con l’orchestra è bellissimo ed entrare in una stanza con 60 persone oggi è già di per sé un’emozione. Io non ho mai cantato con un’orchestra così completa. Mi era capitato una volta all’Arena di Verona ma era un po’ più ristretta. Circa la mancanza del pubblico io credo che in un momento come questo il segnale è esserci a prescindere ed accendere il faro sulla musica e sulle persone che lavorano e vivono in questo ambiente quindi la mancanza del pubblico è una problematica accessoria. Per quanto riguarda invece il testo la strofa di cui mi sono occupato affronta le tematiche dell’amore e riflette anche le tematiche del momento soprattutto nelle parti dove duettiamo insieme. Quando abbiamo scritto la canzone non c’era l’idea di andare a Sanremo, poi una volta finita, ci siamo detti: “Perché no?” La prima volta che sono andato al Festival di Sanremo è stato con Lorenzo Fragola, una volta uscito da X Factor, ed ero il suo “manager pro bono”, e ricordo che quando ero su quel palco pensai: “Io al posto suo non ce la farei mai” perché era una situazione che, per come sono fatto, non sarei stato in grado di gestire. Ora non so se emotivamente ci riuscirò (ride) però è una terapia d’urto. Io negli anni passati ho fatto degli errori e cioè darmi delle scadenze ed è un errore che non voglio fare più perché si perde la magia del viaggio nella musica che si sta facendo. Io ho delle tracce pronte per un album ma mi avrebbe precluso il godermi un percorso di questo tipo»
Testo a cura di Nicola Di Dio.