Francesco Gabbani racconta il suo anno straordinario: “Sotto il palco si radunano bambini, le milf che portano le figlie e poi chiedono la foto…insomma, è una trasversalità forte che la musica offre”.
Il 2017 lo ha visto protagonista con la vincita al Festival di Sanremo di Carlo Conti con il super hit Occidentali’s Karma, che lo ha poi portato a maggio all’Eurovision Song Contest e in seguito, in un tour di 44 date in tutta Italia. Il disco che contiene i suoi singoli di successo, Magellano, è diventato disco di platino (oltre 50mila copie vendute) che è un traguardo che di questi tempi tocca a pochi nella discografia italiana.
Ieri per Bmg Rights Management (Italy), è uscito “Magellano Special Edition” un doppio CD -disponibile anche su tutte le piattaforme di digital download e streaming- che contiene, oltre al disco originale “Magellano”, un CD live dal titolo “Sudore, fiato, cuore”, registrato durante l’ultimo tour. “Un anno che non mi ha cambiato ma mi ha dato qualcosa in più sicuramente”, dice il cantautore nella nostra intervista.
Sei reduce dallo shooting di un video sulla neve. Come è andata?
Mi son raffreddato! Ma è stato bello perché il video aveva necessità di aver location montane, erano circa due anni che volevo andare in vacanza in Alta Badia e ho trovato un escamotage. Ma non è stato come andarci per relax, in verità. Sarei dovuto andare queste feste di Natale ma salterà perché ho degli impegni.
Cosa farai?
Sono in corsa e arrivo in fondo a questo fantastico percorso. Sono in diretta su Canale 5 all’Unipol Arena a capodanno per lo show con tutti gli altri artisti.
La montagna ritorna nel tuo modo di vivere. Nel nostro precedente incontro ce ne avevi parlato.
Sono legato a quel paesaggio, specie nelle Alpi Apuane. Purtroppo non riesco a vivere più di tanto in questi ultimi tempi, ma per fortuna, direi perché sto lavorando molto. Se penso al relax e svago il mio pensiero va in primis lì. Casualmente abbiamo trovato collaborazione con Alta Badia e ci hanno molto agevolato per realizzare il clip de La Mia Versione dei Ricordi.
Il repack di Magellano che arriva nei negozi cosa ha di speciale?
C’è un nuovo singolo e non c’è nuovo materiale. C’è il disco live del tour Sudore Fiato Cuore che è una delle frasi del testo di Magellano. Un quarto singolo La Mia Versione dei Ricordi rappresenta l’altro aspetto di me che il publico non ha ancora conosciuto. Le prime estratte erano canzoni che hanno un lato provocatorio e ironico, ma questo è più sentimentale, analizza la fine di un rapporto. Entrambi i protagonisti sostengono la propria versione dei fatti. Fino ad arrivare a concepirla come verità assoluta, ma in realtà la verità è soggettiva. Anche io ho sentimenti e di tanto in tanto mi piace trattarli in musica.
Sei andato in tour sapendo di voler fare un disco live?
Abbiamo registrato tutto il tour a priori, ci siamo resi conto alla fine che prendendo delle tappe che avevano più energia sarebbe stato bello pubblicarle. In generale il livello dele regsitrazioni era ottimo per tutte le date e abbiamo cercato l’energia del contesto, dalla serata, dal pubblico. Lo si fa per trasmettere l’energia del concerto a chi non c’era.

Sei tornato anche all’Ariston per il tuo tour, com’è stato?
Sono arrivato a Sanremo a settembre, alla fine di un’estate di piazze all’aperto, mi domandavo scettico come sarebbe stato, perché è una location strana da fare in quel periodo. È venuta fuori una serata strepitosa. L’ultima volta che c’ero stato ero col premio in mano, e ho rivisto il teatro, dal palco con lo stesso scenario ovviamente senza la produzione televisiva. Quando sono arrivato alle prove ero davvero emozionato. La posizione dove canti e la vista che hai è quella del Festival. E quando sono entrato ho guardato subito su in alto.
La vittoria a Sanremo. Che ricordi hai a mesi di distanza?
Ero emozionato e dispiaciuto per la Mannoia, devo davvero ripeterlo questo concetto. Quel momento è ancora così per me. Da una parte contento, dall’altra mi sentivo incredulo.
Il programma tv però l’hanno dato a lei.
Un motivo c’è. Perché ho rifiutato! No, scherzo ovviamente, ma a essere sincero non ho fatto cose televisive per scelta perché volevo affermarmi come cantante dopo aver fatto tanto per arrivarci. È quello che voglio fare da una vita e mi piace viverlo appieno. Ho rifiutato proposte ma non lo escludo in futuro.
Però di tv ne hai masticata tanta ultimamente.
Sono andato in tv da Mika, ai premi di Mtv, ho fatto molti programmi. Ho capito che potrei stare in tv ma non è il mio mestiere, non so se riuscirei a gestire un intero programma. Potenzialmente potrei avere delle caratteristiche per poterlo fare. È diversa dalla consapevolezza di salire sul palco dove canto e suono.

Cosa ti aspetti dalla tua carriera?
Mi interessa andare avanti col discorso di esposizione musicale, mi dispiacerebbe che il tentativo di fare cose che divergono dal cantare rovini tutto quello che sono riuscito a fare. Il primo tour da protagonista dove c’è gente che paga per venirmi a vedere l’ho fatto. E per me è stato incredibile.
Come è cambiato il tuo approccio al palco?
Mi sento da questa estate legittimato a fare quello che faccio. È diverso, il fatto di sapere che le persone sono venute apposta perché cercano un’emozione, spesso fanno chilometri e chilometri per arrivare a sentirmi.,, L’affluenza al live ti permette di vedere la crescita di interesse. Vedere persone che ti seguono in più concerti mi fa pensare: ma allora è vero che faccio qualcosa, che sto offrendo qualcosa. Mi dà responsabilità ma non mi spiazza, è una sensazione di pace dei sensi. Non vivo più l’illusione, probabilmente è il sogno che si è avverato.
Come sei nato artisticamente?
In mezzo agli strumenti musicali, perché mio padre era musicista, aveva un negozio. Lui aveva suonato con Zucchero da adolescente. Anche se Sugar è emiliano veniva nelle nostre zone, ha tuttora casa ad Avenzana, ha trascorso molto tempo lì. Son cresciuto nell’ambiente, ho iniziato a suonare molto naturalmente, dopo ho scoperto la scrittura intorno ai 12 anni. Poi ho fatto il percorso di cover, blues, funk vengo da un genere molto diverso da quello che faccio oggi. Facevo le serate e con quei soldi registravo gli inediti negli studi.
Poi hai militato in una band facendo gradi esperienze. Che ricordi hai?
La prima esperienza è stata con la Sony a 19 anni: avevamo già un contratto come Tricobalto. Non è mai successo niente di eclatante perché altrimenti conoscereste i Tricobalto, abbiamo suonato in apertura di Oasis e Stereophonics e all’Heineken Jammin’ Festival.
La scrittura è uno dei tuoi punti di forza. Che differenza c’è tra scrivere e cantare in pubblico?
Io sono cresciuto cercando di migliorarmi come scrittura. Mi piace di più scriverle le canzoni, anche se va di pari passo col cantarle, anche perché io canto quello che scrivo. Però quando le esegui, l’emozione della creazione è passato. È divertente cantare, ma la soddisfazione della parte creativa non è comparabile con altro. Quel senso di aver scritto qualcosa che funziona, che ti piace è molto bella.
I testi di Magellano partono dalla realtà. Pensi sia un tuo marchio di fabbrica?
C’è anche una ricerca lirica, ma l’idea è di esprimere sensazioni e punti di vista. Se c’è una vena critica nelle mie canzoni è prima di tutto rivolta a me stesso. Occidentali’s Karma parla di come ci comportiamo oggi, l’utilizzo di internet, ma anche io che la canto e l’ho scritta con mio fratello Filippo, Luca Chiaravalli e Fabio Ilacqua mi trovo dentro questo sistema. Io stesso vivo la realtà e mi sento parte di quello su cui ironizzo.
Pensi mai a quando pensavi di ritirarti?
Certo, mi sento sollevato. Perché diciamocela tutta, quella decisione di fare solo autore era quattro anni fa frutto di una ammissione di stanchezza. Avevo un po’ di rassegnazione a non essere riuscito a emergere come artista, e allora dicevo che avrei continuato come autore. Ed essere riuscito in modo inaspettato ad aver fatto quello che sono riuscito a fare negli ultimi due anni, mi fa sentire sollevato.
Hai nostalgia di Sanremo?
Non ho sfide con me stesso, non ho mai pensato di tornarci da vincitore, non è nelle mie aspirazioni. Spesso mi capita di pensare a come sarà il mio febbraio perché è un’esperienza quasi traumatica e l’ho vissuta bene, ma ti sconvolge la vita. E per due anni a febbraio sono stato lì! Non so come sarà questa volta, anche se so che Carlo Conti ha detto a Claudio Baglioni: buon Gabbani!
Il tuo tormentone Occidentali’s Karma come lo valuti a distanza di mesi dall’uscita?
È incredibile perché è durato tanto. C’ha creduto molto Carlo senza nessun tipo di favoritismo ovviamente. L’ha scelto, col senno di poi, chi sapeva che sarebbe andata così? Anche io che la riascolto e mi auguro che rimarrà, non avrei mai immaginato, quando l’abbiamo finita che sarebbe andata così.

Cosa farai nell’immediato?
Non mi sono mai fermato, durante il tour abbiamo fatto i video, promozioni, tv, non mi sono rilassato un attimo, perché poi abbiamo mixato per due settimane il live. Ora avverto l’esigenza di fermarmi e godermi un po’ quello che è successo.
Il prossimo capitolo come sarà?
Mi voglio fermare e rielaborare le emozioni che ho vissuto, vorrei scrivere cose nuove. Il mio futuro sarà determinato da quello che scriverò. Ovviamente non credo di scrivere le stesse cose, perché non avrebbe senso, mi piacerebbe evolvere col prossimo passo. Mi servirà a capire il mio pubblico, perché non ho intenzione di assecondare il successo che hanno avuto queste canzoni.
Farai un grande show a Firenze. Idee su come sarà?
Lo faccio a gennaio perché ho in mente di offrire al pubblico un valore aggiunto rispetto a quello che hanno già visto. Si tratta di un’ultima grande tappa e sarà una festa, una scaletta diversa da quella di quest’estate, la location anche come produzione impone cose diverse. Ma non registreremo nulla, è la chiusura di un capitolo. E magari è una speranza per fare in futuro tour in tutti i palazzetti.
Per i biglietti dello show di Francesco Gabbani a Firenze (mandela Forum, 20 gennaio 2018) consultate
www.ticketone.it e www.boxol.it