Tutto il cinema italiano che conta degli ultimi decenni in una sola giornata. Oggi, alla Festa del Cinema di Roma, per la proiezione del documentario dedicato al grande Vittorio Gassman, c’erano davvero tutti. E per il celeberrimo attore che nel 1994, sei anni prima della morte, fu proclamato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, questo è uno dei momenti più sentiti che gli siano stati dedicati.
Claudia Gerini, Lillo, Alessandro Gassman, Paola Gassman, Vittoria Gassman, Gigi Proietti, Marisa Laurito, Renzo Arbore e Giovanna Ralli sono alcuni dei nomi che oggi hanno calcato il tappetto rosso per salutare i fans e incontrare la stampa. In particolar modo: Alessandro, Paola e Vittoria Gassman, insieme a Gigi Proietti e Carlo Verdone sono venuti per assistere in sala, sia con il pubblico che con la stampa, il documentario su Vittorio Gassman.


Avere la fortuna di recarsi in una sala cinematografica per seguire un documentario sulla vita e la carriera del Re della commedia italiana Vittorio Gassman, non capita tutti i giorni; e sono quelle rare occasioni in cui si viene a contatto con quello che era, un tempo, il cinema italiano. Fatto di attori e registi straordinari. In effetti il documentario di Fabrizio Corallo ha permesso proprio questo: di rivivere un periodo, un’epoca del nostro paese attraverso le indimenticabili pellicole del Grande Vittorio: da ‘Il Sorpasso’ a ‘C’eravamo tanto amati’, da ‘La grande guerra’ ad ‘In nome del popolo italiano’ e così via. Con interviste, aneddoti da parte di coloro che hanno avuto la fortuna di lavorare, anche solo per poco, con il grande ‘Mattatore’ italiano si è ricostruito o meglio dipinto un ritratto dell’attore, nato 97 anni fa, anche un po’ inedito. Questo è stato lo scopo raggiunto da ‘ Sono Gassman! Vittorio re della commedia’.
SE LA STRADA POTESSE PARLARE
‘Se la strada potesse parlare’ è un film dai toni molto drammatici. Ed è tratto da un romanzo scritto nel 1974, da James Baldwin, in cui si narra la storia, purtroppo ancora oggi attuale, delle ingiuste condanne che gli afro-americani sono costretti a subire per crimini mai commessi negli Stati Uniti d’America. Il lungometraggio è un atto di denuncia formale raccontato con estremo realismo e supportato da un’intensa recitazione. Da segnalare la prova dell’attrice Kiki Layne. Nonostante questi elementi molto positivi, c’è da segnalare, e fortunatamente solo in alcuni punti del film, il troppo indugiare su alcune scene. Non significa affermare che alcuni primi piani sono ritenersi inutili, anzi, sono di vitale importanza per la drammatizzazione della storia medesima, solo che alcune scene dilungate hanno fatto distogliere l’attenzione da parte dello spettatore in più di un’occasione.
Testo e foto a cura di Vincenzo Pepe