Abituato alle platee di tutto il mondo, il grande nuorese del jazz, Gavino Murgia, è arrivato a Jazz Mi con tutto il suo incanto. In una suggestiva sala del museo La Triennale il gigante sardo ha portato il suo unico blend di sound africano e americano che si sovrappone alle sue radici mediterranee.
Murgia ha iniziato a suonare a dodici anni il sax alto, cibandosi dei dischi di jazz e classica del padre. Da adolescente ha militato in gruppi pop della sua città e a frequentare alcune compagnie teatrali in Sardegna, frequentando i seminari di Paolo Fresu a Nuoro.
Arrivato a Siena per concorrere a far parte dell’Orchestra Giovanile Italiana di Jazz come primo sax tenore ha iniziato poi a fondere le sue influenze diventando non solo un sassofonista rispettato ma anche un polistrumentista eclettico. In scena porta flauti, antichi strumenti, come il launeddas, il tipico strumento sardo a fiato.
Incommensurabile il suo contributo al recupero delle tradizioni musicali locali. Murgia ha fondato MANKOSA, l’etichetta per raccogliere le testimonianze dell’oralità sarda e riproporla senza mediazioni ed esclusioni di stampo folkloristico, intrise bensì della passione per la ricerca e della tradizione più autentica. Oralità che si trasforma in suoni e parole, video e recupero della memoria.
A Milano, nelle foto di Gianni Foraboschi che vedete pubblicate in esclusiva, questo virtuoso del jazz si è esibito con il suo Blast Quartet, che è composto da Mauro Ottolini, Aldo Vigorito e Luca Colussi.
Fotoservizio scattato per The Way Magazine da Gianni Foraboschi alla Sala Agorà di Triennale Milano, novembre 2017.