Un gruppo che sforna hit singles al di là di chi le canta è un gruppo che funziona, e che è sempre amato. Gli Hooverphonic dal Belgio sono stati famosi da noi per la loro melodiosa miscela di sound contemporaneo e voci femminili suadenti.
Dal 2000 di “Mad About You” la band capitanata dal leader storico Alex Callier ha trovato sempre performer e frontwoman in grado di trasferire l’intensità delle canzoni in voce efficace.
Ora arriva la 17enne Luka Cruysberghs a succedere a Noémi Wolfs (ricordate nel 2010 Anger Never Dies ?) e la band torna con un nuovo singolo e un disco di inediti.
Che potrebbero trasformarla nella prima formazione pop mondiale ad avere tre membri di tre diverse generazioni al suo interno. Guardate le date di nascita: Raymond Geerts (1 dicembre 1959), Alex Callier (6 dicembre 1974) e Luka Cruysberghs (2001), la ragazza che ha vinto The Voice Of Flanders 2018 proprio nella squadra di Alex che è diventata la nuova cantante.
Il singolo “ROMANTIC”, note sinuose, tonalità intense e una melodia che si attacca al primo ascolto all’orecchio, ha aperto la strada (top 40 in radio) per l’album “Looking For Stars” appena uscito. Stasera saranno a X Factor Italia e nel 2019 in tour in Italia. Ancora da confermare tutto il tour, ci sono per ora due date: 22 marzo 2019 Modena (Vox), 23 marzo Brescia (Latteria).
Alex, quali sono le canzoni che resteranno maggiormente?
Alex: La title track e ‘Uptight’ sono i singoli ovvi. ‘Uptight’ offre sicuramente un approccio dancefloor funky-killer d’impronta anni ’80, ma nessuno potrà puntare il dito. È impossibile prevedere cosa prenderà piede e cosa no.
Ma siete romantici o no, come suggerisce il titolo?
Alex: Non è un pezzo romantico, la canzone parla del fatto che si deve essere perfetti, il tuo account social deve essere fantastico e la società ti spinge in questo senso, anche se non tutti i giorni sono fantastici. Credo che solo da 100 anni succeda questo. Mi sento parte della nostra società, ma non sono nel mood di essere sempre felice.
E l’amore?
Alex: l’amore è importante, ma non è la sola cosa che succede, non è che tutto deve ruotare attorno a questo. Non devi prenderlo troppo seriamente, è ironico, per questo scrivo in un brano che è sopravvalutato.
Luca tu hai deciso di unirti al gruppo anche se così giovane. Cosa ti ha mosso?
Luka: È molto speciale, mi è venuta spontaneamente come decisione e so che i miei amici di gruppo mi lasciano provare, non mi dicono come è in anticipo essere in una pop band.
Raymond Geerts: devi essere un’interprete per la nostra musica, questo vuol dire che le canzoni sono al centro. Possono appartenere a una teenager o una quarantenne.
Come il Belgio rientra nella vostra musica?
Alex: Il Belgio è un posto surreale, anche perché ci sono stati molti surrealisti come Magritte. È uno dei pochi paesi dove i tedeschi e i latini convivono. Quindi questo ci rende molto aperti, quando ero piccolo sentivo musica italiana, francese, tedesca. Non succede ovunque, se vai in Olanda ascoltano solo la musica della loro cultura. E quindi mi viene da dire che quando sei in minoranza vai a rubare agli altri, ecco perché siamo di successo negli Usa, perché non cerchiamo di imitarli. Siamo degli esempi esotici, alle loro orecchie, la nostra non è proprio musica francese ma è diversa dagli altri.
Come valutate la vostra carriera?
Alex: Siamo stati molto eclettici, a volte abbiamo fatto dischi anche con voci diverse e quindi per questo abbiamo un repertorio vario. Abbiamo fatto un trip hop album, un altro con mood orchestrale alla Morricone e uno decisamente funky.
Come vi siete amalgamati con la nuova arrivata?
Raymond: Luka su nostra richiesta ha scelto tutti i singoli dagli album più diversi e non ho capito cosa voleva perché erano davvero tutte canzoni diverse. Allora come punto di partenza, abbiamo deciso di fare il nostro Spotify come negli anni 60, visto che oggi si usa di nuovo ascoltare solo singoli. Quindi abbiamo fatto un album surrealista belga.
Cosa salvate della musica pop che continua a evolversi?
Non abbiamo interesse per il rock. Ma per il pop con influenze orchestrali, d’atmosfera ed elettroniche, che è anche il motivo per cui omaggiamo sempre Ennio Morricone. La musica pop deve avere sempre una nota distonante per essere interessante. Come i Beatles: all’inizio con ‘She Loves You Yeah Yeah Yeah’, non erano interessanti, poi arrivarono a ‘Strawberry Fields Forever’.