Il costume di scena è uno dei componenti della magia del teatro, ancora di più se si tratta del Teatro alla Scala, il gioiello dell’opera e della classica che Milano custodisce e valorizza. Incantesimi – I costumi del Teatro alla Scala dagli anni Trenta a oggi è il titolo della suggestiva mostra a Palazzo Reale che raccoglie 24 straordinari costumi, esposti nelle sale degli Arazzi di Palazzo Reale, selezionati e restaurati tra i numerosi abiti di scena custoditi nei magazzini del Teatro alla Scala. La mostra, curata da Vittoria Crespi Morbio (storica della scenografia teatrale ed esperta dei rapporti tra arti figurative e teatro musicale), e il restauro sono promossi dall’Associazione Amici della Scala che celebra i 40 anni di attività, proseguendo nell’impegno di valorizzazione del patrimonio storico scaligero.
Ci siamo persi nell’ammirare i dettagli che gli artigiani nell’ultimo secolo hanno realizzato per adornare attori, comparse, cori e cantanti lirici. Anche se invisibili dai palchi, queste minuzie sono degli autentici capolavori che hanno accarezzato i corpi di Maria Callas, Renata Tebaldi, Carla Fracci o Rudolf Nureyef, autentiche leggende del balletto e della lirica.
L’Italia ha anche un’ulteriore particolarità nel panorama mondiale: il Regietheater tedesco, la facoltà di rimaneggiare l’opera a seconda del volere del regista, si è affermato molto tardi rispetto alle altre nazioni. E quindi anche i costumi di scena riflettono queste scelte, con stili non univoci ma a volte sintesi di varie influenze fantasiose che anche dagli anni 90 ad oggi hanno creato dei veri caleidoscopi estetici che qui si possono ammirare da vicino.
I costumi esposti si devono alle firme più celebri nella storia del teatro. Caramba, mago della Scala negli anni di Toscanini; Franco Zeffirelli, uomo di spettacolo tout court; Anna Anni, attenta e poetica indagatrice delle epoche storiche; i premi Oscar Piero Tosi, Gabriella Pescucci e Franca Squarciapino; Pier Luigi Pizzi, artefice di fasti barocchi; Gianni Versace, con le sue creazioni per Robert Wilson, sono solo alcuni dei nomi che in teatro hanno goduto della libertà di osare, sperimentando forme e materie nuove che solo la realtà immaginifica del palcoscenico rende possibili.
In quattro sezioni tematiche la mostra celebra la storia e l’identità del Teatro, dagli anni Trenta fino ai nostri giorni. Ogni costume rimanda alla creazione di storici spettacoli per la regia di Visconti, Strehler, Ronconi, Wilson, Carsen e molti altri. Ad indossarli, divi quali Callas, Tebaldi, Fracci, Nureyev.
La mostra offre una passeggiata nella storia del costume attraverso l’evoluzione del gusto e dello stile, tagli, tessuti e creatività dei più grandi costumisti e il lavoro delle maestranze scaligere.

Magnifico e imponente l’allestimento firmato da Anusc Castiglioni, Luca Scarzella, Massimo Zanelli, che evoca un palcoscenico di teatro che si estende per 4 sale, con la sfilata dei costumi illuminati come se abitassero la scena. Sullo sfondo le immagini dei grandi interpreti, in un gioco raffinato di proiezioni.
Il restauro e la valorizzazione di gran parte dei costumi esposti sono stati affidati all’“Atelier Brancato”.