“ANyone can be Pussy Riot”, c’era scritto in uno dei momenti più emozionanti e intensi del concerto del collettivo russo femminile Pussy Riot. La data milanese dei Riot Days, una combinazione innovativa di musica dal vivo, teatro e video, non ha brillato per affluenza di pubblico (sono lontane le cronache sui giornali di qualche anno fa) ma la performance è stata ricca di spunti. Soprattutto alla luce della guerra che la Russia sta portando avanti con l’Ucraina, un momento drammatico per la storia d’Europa che ben si intreccia, tragicamente, si intende, con la storia delle performer dissidenti famose per inscenare proteste che portano inevitabilmente ad arresti.






Lo spettacolo (in alcuni passaggi aiutato da sottotitoli in italiano e slogan in inglese) è la storia personale di Alyokhina come membro delle Pussy Riot fra azioni nella Piazza Rossa e nella Cattedrale, arresto, tribunale e prigione. Viste al Teatro Arcimboldi di Milano in piena tensione internazionale (infatti il tour è stato nominato Anti-War Tour, per essere in accordo coi tempi), le Pussy Riot hanno lanciato un grande segnale solamente con la loro presenza. Tranne che per Nadia Tolokonnikova, la più ribelle del collettivo, incriminata e detenuta per una “preghiera punk” in una cattedrale russa ormai 10 anni fa.
Il contenuto dello spettacolo cambia frequentemente con sempre nuovi episodi e nuovi brani musicali e non è indifferente a temi correnti come il perseguimento dei prigionieri politici e l’aggressione russa contro l’Ucraina.




Lo show Riot Days nasce nel dicembre 2016 dalla collaborazione fra Maria Alyokhina e il produttore musicale Alexander Cheparukhin ed è un’opera teatrale basata sul libro Riot Days di Alyokhina (pubblicato nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Australia, in Germania, in Francia, in Giappone, in Brasile, nella Repubblica Ceca, in Ungheria). Riot Days è diretto da Yury Muravitsky, uno dei principali registi teatrali russi, ora direttore artistico del leggendario Teatro Taganka a Mosca.
Nate nel 2011, le Pussy Riot sono note in tutto il mondo per le provocatorie performance non autorizzate di guerriglia punk rock trasformate poi in video musicali diffusi sulla rete. Nei loro testi parlano di femminismo, dei diritti LGBT e dell’opposizione al presidente russo Vladimir Putin, che considerano un dittatore.







Fotoservizio dalla data italiana al Teatro Arcimboldi – Milano a cura di Gianni Foraboschi (The Way Magazine- settembre 2022).



