In occasione dei 5 anni di apertura dell’omonimo Centro culturale multifunzionale, la FONDAZIONE MAST espone una selezione di opere dalla propria collezione di fotografie e immagini in movimento sul tema Industria e Lavoro.
Oltre 250 immagini storiche e contemporanee di 65 artisti di tutto il mondo mostrano la genialità e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare mezzi e infrastrutture per muovere merci, persone e dati.
La nuova mostra, a cura di Urs Sthael, allestita negli spazi espositivi della PhotoGallery, si chiama Pendulum, richiama il traffico di milioni di persone al mattino, i cosiddetti “pendolari”.
L’esposizione propone una riflessione, a più voci, sul tema della velocità che caratterizza l’attuale società globale. Il pendolo simboleggia questo moto perenne del mondo e dei suoi abitanti nello spazio e nel tempo. Il suo oscillare è sinonimo di cambiamenti improvvisi d’opinione, di convinzioni che si ribaltano nel loro esatto contrario.
Spiega Urs Stahel: “Da decenni si continua ad aumentare il ritmo e la velocità: la crescente accelerazione dei processi economici e sociali è iniziata ai primordi della rivoluzione industriale fino a toccare oggi livelli vertiginosi. Il solo fenomeno che ci spinge a rallentare il passo, a cercare persino di fermare tutto, è quello delle migrazioni. Le uniche barriere esistenti sono quelle che frenano i perdenti locali e globali della modernità.”
La mostra illustra visivamente le energie contrastanti e diametralmente opposte che si sprigionano da questi due fenomeni: da una parte la forza prorompente dei motori, l’enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo e dall’altra il rallentamento, la brusca, violenta frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano.
AUTORI – Psychomotor di Rémy Markowitsch, le fotografie che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e il Paint Shop della BMW ritratto da Edgar Martins, le auto da corsa di Ugo Mulas e il monumentale trittico in onore del feticcio-automobile di Luciano Rigolini impattano contro le complesse installazioni di Ulrich Gebert e Xavier Ribas sul tema della migrazione e del nomadismo allestite sulle pareti della PhotoGallery.
I container di Sonja Braas, l’epopea dei truckers di Annica Karlsson Rixon, la serie di Yto Barrada sui manovali narrano con immagini forti e suggestive il trasporto di merci e il trasferimento di persone costrette a muoversi per lavoro. Nei suoi intensi ritratti quasi in bianco e nero, Helen Levitt fotografa i pendolari nelle metropolitane degli anni settanta e ottanta, ne indaga gli stati d’animo, gli umori, mentre David Goldblatt, con le sue immagini scure, cupe, documenta la fatica di affrontare quattro ore di viaggio in autobus per recarsi al lavoro e lo sforzo ancora maggiore necessario a percorrere il tragitto inverso dopo un turno di dieci ore. Nella sua video installazione Jacqueline Hassink ritrae i pendolari moderni. Richard Mosse associa il commercio globale alle migrazioni: nell’opera lunga sette metri dal titolo Skaramaghas centinaia di container occupano un’area portuale. Immancabili gli scatti che documentano l’emigrazione dal sud Italia del grande Mimmo Jodice, il fotografo della gente di Napoli.
MAST.
via Speranza 42, Bologna
4 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019
www.mast.org
Ingresso gratuito Orari di apertura Martedì – Domenica 10.00 – 19.00 . Mostra aperta fino al 13 gennaio 2019.
In foto d’apertura: