16 Febbraio 2023

Jean Tinguely, la dipendenza uomo-macchina elevata ad arte

Al Tinguely Museum di Basilea, l'artista che con Niki de Saint Phalle negli anni 60 ha rivoluzionato il mondo dell'arte. "La roue = c'est tout" sarà permanente.

16 Febbraio 2023

Jean Tinguely, la dipendenza uomo-macchina elevata ad arte

Al Tinguely Museum di Basilea, l'artista che con Niki de Saint Phalle negli anni 60 ha rivoluzionato il mondo dell'arte. "La roue = c'est tout" sarà permanente.

16 Febbraio 2023

Jean Tinguely, la dipendenza uomo-macchina elevata ad arte

Al Tinguely Museum di Basilea, l'artista che con Niki de Saint Phalle negli anni 60 ha rivoluzionato il mondo dell'arte. "La roue = c'est tout" sarà permanente.

Secondo l’artista Jean Tinguely (1925-1991), “viviamo in una civiltà su ruote“. Ancora oggi, le nostre vite sono modellate in gran parte dal rapporto tra uomo e macchina e dalle conseguenti dipendenze che Tinguely ha decostruito con tanto gusto. Ora, per la prima volta dalla fondazione del Museo Tinguely, progettato dall’architetto ticinese Mario Botta a Basilea, inaugurato nel 1996, la sua collezione ampliata delle opere torna nella grande sala. Lì i visitatori da questo mese possono scoprire le prime opere intricate e poetiche, gli avvenimenti esplosivi e le collaborazioni degli anni ’60 e le opere musicali, monumentali e cupe dell’ultimo periodo di Tinguely. Le opere sono tutte presentate in un tour divertente e ricco di eventi.

La ruota come ispirazione artistica in un mondo contemporaneo. L’impegno di Jean Tinguely con i temi della morte e della transitorietà haanche alimentato la sua passione per tutta la vita per le corse automobilistiche, stimolata dalla sua perfetta idea di unione tra uomo e macchina, ma anche dal pericolo latente di incidenti, caos e morte. Anche le sue frequenti visite alle gare di Formula Uno erano una fonte di materie prime; oltre a teschi di animali, le sue ultime macchine includevano spesso frammenti di auto da corsa danneggiate. Foto di Gianni Foraboschi per The Way Magazine, Basilea, 2023.

La nuova mostra permanente focalizza l’attenzione anche sulle performance e sugli happening di Tinguely e sui progetti congiunti che ha progettato e realizzato con i suoi amici artisti. Lo portarono fuori dal suo studio, da Parigi via Londra a New York e nel deserto del Nevada, da Stoccolma via Milano e Milly-la-Forêt fino a Basilea.

Il percorso di schizzi, fotografie e riprese cinematografiche, nonché frammenti sopravvissuti, sottolinea la diversità e l’ingegnosità del lavoro di Tinguely. Le sue mostre e i suoi progetti erano sia divertenti che provocatori, oltre a sfidare le convenzioni della storia dell’arte. Come punto culminante speciale, nel museo oggi c’è un’opera chiave degli anni ’60 visibile per la prima volta in oltre vent’anni. L’Éloge de la Folie esemplifica le numerose collaborazioni in cui Tinguely è stato coinvolto.

Con il suo museo situato sul Reno, l’architetto Mario Botta ha creato un palcoscenico insolito per le opere di Tinguely. Nel vasto salone centrale trovano posto venti macchine-scultura. Dopo aver visitato il Museo, lo storico Parco della Solitudine con i suoi alberi centenari, la passeggiata lungo il Reno e il Bistro «Chez Jeannot» sono un invito a rilassarsi, passeggiare e godersi il momento. Gli spazi espositivi sono costituiti da quattro aree di diverso design e su quattro diversi livelli. C’è anche una serie di stanze “classiche” con luce diurna che entra attraverso lucernari inclinati. Il percorso procede in discesa fino a un livello di tre metri sotto il livello del suolo, dove vengono mostrate opere che non richiedono luce diurna. Il percorso di visita si conclude al piano terra con le enormi sculture monumentali.
Jean Tinguely (1925–1991), uno degli artisti svizzeri più innovativi
e importanti del XX secolo.

Come un gigantesco gioco di ombre, il famoso treno di ingranaggi nero piatto che misura 5 x 7,5 metri è illuminato da dietro in modo accattivante. In origine, l’opera faceva parte della scenografia di un balletto con lo stesso nome, presentato in anteprima al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi nel 1966. A quel tempo, un ballerino metteva in moto le ruote dentate pedalando. Oggi questo compito è svolto da un motore elettrico, ma la reciproca dipendenza tra uomo e macchina è espressa poeticamente da una sagoma umana.

Oltre alla scultura walk-through Grosse-Méta-Maxi-Maxi-Utopia (1987), la nuova mostra permanente vede anche macchine musicali come Fatamorgana – Méta-Harmonie IV (1985) e Méta-Harmonie II (1979) reclamare il loro posto nello spazio aperto della sala che fu progettata dall’architetto Mario Botta appositamente per ospitare le grandi opere di Tinguely. Le diverse sculture sono messe in movimento in sequenza, permettendo ai visitatori di sperimentarle in azione una dopo l’altra.

STORIA D’ARTISTA – Nel 1960, Tinguely, che si era spostato a Parigi a inizio anni 50, si unì ad altri artisti nei Nouveaux Réalistes, un movimento dedicato a superare il divario tra arte e vita. Allo stesso tempo, Tinguely iniziò a realizzare opere con rottami metallici e materiali di uso quotidiano. Nella mostra permanente, queste opere sono giustapposte alla successiva serie di sculture nere da lui realizzate a partire dalla metà degli anni ’60. Dipingendo le sculture di nero, Tinguely ha spostato l’attenzione dai singoli elementi che compongono le macchine ai diversi tipi di movimento inscritti in esse, che vanno dal leggero ed elegante al pesante e martellante.

La prima sezione della nuova mostra mette in risalto l’inventiva e l’innovatività di Tinguely, mettendo in evidenza le sculture in filo metallico e i rilievi degli anni ’50 che hanno stabilito la sua reputazione di pioniere dell’arte cinetica. La sua svolta arrivò nel 1959 con le trafilatrici Méta-Matic. Coinvolgendo il pubblico, ha messo in discussione non solo le definizioni convenzionali di opera d’arte e artista, ma anche le strutture del mercato dell’arte capitalista.

Per la prima volta dalla fondazione del Museo nel 1996, è stata creata una nuova mostra permanente sulla base della propria collezione in continua crescita. Integrato da prestiti di opere chiave, offre una panoramica completa dell’opera di Tinguely che prende come filo conduttore la sua affermazione “La roue = c’est tout”: oltre ad essere un tema ricorrente nella sua carriera, la ruota rappresenta anche la sua convinzione che i tempi che cambiano dovrebbero trovare espressione nell’arte.

Fotoservizio di Gianni Foraboschi per The Way Magazine, Basilea, 2023.

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