I Kasabian, una delle band inglesi più amate di tutti i tempi, sono tornati con “You’re In Love With A Psycho” con un ritornello killer per un pezzo punk-funk newyorkese, che anticipa il nuovo album “For Crying Out Loud!” (Sony Music), in uscita il 5 maggio. In occasione del Record Store Day, oggi esce il 10” di “You’re In Love With A Psycho”.
Abbiamo incontrato Serge Pizzorno (voce e chitarra) e Tom Meighan (voce) per farci raccontare la genesi del loro sesto album registrato al Sergery studio a Leicester.
L’album è il seguito di “48:13” del 2014 dove il gruppo di Leicester aveva seguito una direzione più elettronica, mentre ora la loro intenzione dichiarata è quella di far in modo che siano le chitarre a essere le protagoniste assolute. Un ritorno alle radici anni 70 che hanno fondato il sound della band.
Che effetto vi fa ad essere rimasta l’ultima band del brit-rock?
Volevamo fare un happy album visto che Pizzorno si è sposato e avevamo tutte le strutture classiche delle canzoni classic rock in testa. Una versione moderna di quel mood, non come un film di Tarantino, per intenderci. Siamo sopravvissuti all’ondata di tutti i generi per la nostra passione. E per la mole di lavoro che c’è dietro ogni disco, siamo davvero dei compositori prolifici. Questo sarebbe potuto essere un doppio album, anche se avevamo iniziato a lavorarci dicendo di volerlo fare corto e veloce.
Di che parla il singolo che contiene la parola Psycho?
Siamo tutti degli psycho quando si tratta di amore. Questa è una love song che dice che l’amore a volte rende pazzi, perché faresti di tutto per una persona. La cosa più pazza musicalmente?..Forse ascoltare Taylor Swift.
Quello è più un guilty pleasure!
Certo, è vero. Ma non abbiamo gusti inconfessabili. Ci piacciono i Queen, non abbiamo preferenze di generi, non ci spaventa spaziare. Sappiamo di essere famosi in Italia con una canzone lenta, Goodbye Kiss, è straordinario. Perché offre la dimensione di quanta diversità ci sia in questa band.
Chi è il signore ritratto in foto sull’album?
È il nostro roadie Rick, che ha lavorato per noi per 15 anni e ora ha i suoi 15 minuti di celebrità. La cover è fatta per introdurre l’ascoltatore nel nostro mondo, che attualmente è tutto fatto di istinto, non ci sono state riunioni per decidere cose al tavolino. Crediamo funzioni così.
Serge come hai composto le basi dei nuovi pezzi?
Ho deciso di dare a me stesso sei settimane per scrivere un album come si usava fare in passato, che fosse veramente ispirato. Volevo essere sicuro che non ci fosse niente di più, di modo che le canzoni potessero diventare dei classici. Nessun autocompiacimento, niente fronzoli. Ho sentito Berry Gordy (famoso produttore e autore, fondatore della Motown, ndr) dire che se un pezzo non ti arriva nelle prime 4 battute allora è finita, così mi sono buttato a lavorare con questa classica attitudine old-school di scrittura.
Che ne pensate dei nuovi formati di vendita della musica oggi?
Siamo legati all’esperienza del disco, i dischi che ci hanno cambiato la vita sono delle opere d’arte tutte intere. Forse noi dovremmo fare più singoli o EP ma non abbiamo voglia di perdere la nostra anima.
IN TOUR IN ITALIA:
19 luglio Teatro Antico Taormina
21 luglio PostePay Sound Rock’in Roma Ippodromo delle Capannelle – Roma
22 luglio Anfiteatro Camerini Piazzola sul Brenta ( Pd )
23 luglio Lucca Summer Festival Piazza Napoleone – Lucca