Con opere di più di quaranta artisti, “Retinal Hysteria” è la mostra newyorkese che sta facendo molto discutere in America. Si tratta di una carrellata di nuove tendenze artistiche senza un particolare stile o filo conduttore comune. Ma la traccia che se ne deduce è altamente sovversiva e provocatoria.
La mostra curata da Robert Storr, che è stato senior curator al MoMa di New York, tra gli altri, trae ispirazione da “Eye Infection”, la storica mostra del 2001-2002 presentata con grande successo di critica allo Stedelijk Museum di Amsterdam con la curatela di Jan Christiaan Braun. Quella esposizione ha generato una eco che continua ancora oggi, attraverso il saggio in catalogo di Storr, un tour de force che ha catturato e fatto avanzare la sensibilità anticonformista condivisa dai cinque artisti della mostra: un piccolo gruppo di americani uniti dal loro interesse per gli aspetti antiestetici della vita contemporanea, una sfida all’establishment e agli standard d’avanguardia. Le persone sin da quel momento si sono indignate, sorprese, domandate dove finisse il talento e iniziasse l’audace volgarità. Un lato dell’arte che ritorna nell’esposizione newyorkese e che obbedisce alla voglia di farsi notare più che ammirare.
Storr rivisita gli interrogativi della mostra olandese di due decenni fa e organizza un percorso per il 2023 di opere intergenerazionali che irritano, provocano e turbano, il tutto sullo sfondo di un mondo che percepisce come “in pezzi”. Al centro di Retinal Hysteria ci sono le opere chiave degli artisti di “Eye Infection”—R. Crumb, Jim Nutt e Peter Saul, a cui si uniscono una serie di altri, tra cui personaggi storici e artisti contemporanei di età compresa tra 32 e 89 anni, che condividono una vigorosa dedizione a ciò che Storr definisce “intensità disorientante”.
La maggior parte delle opere esposte non sono mai state presentate pubblicamente e la maggior parte è stata creata espressamente per questa mostra.
Il curatore scrive: “Questa mostra è dedicata a come l’isteria influisce sulla vista. Anzi, a come l’occhio la genera in condizioni traumatiche come quelle che abbiamo vissuto. L’intensità disorientante è stata il criterio principale di selezione invece del mezzo o del modo. L’affiliazione stilistica non mi preoccupa affatto: Funk, Imagism, Underground Comix, sono sole tutte etichette temporanee per gli imperativi espressivi caratteristici di “Retinal Hysteria“.
Per info qui
Retinal Hysteria a cura di Robert Storr
Fino al 24 gennaio 2024 Venus Over Manhattan
39 Great Jones Street & 55 Great Jones Street
New York, NY 1001