Debutta, al Teatro Nuovo di Napoli, Raccogliere & Bruciare scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato, liberamente tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, con Cristina Donadio, Benedetto Casillo e Imma Villa; una produzione Compagnia Teatrale Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo (repliche fino a dom. 25 marzo).
Enzo Moscato è uno dei più importanti drammaturghi italiani contemporanei. Dopo quasi 25 anni di studio del noto classico americano, ha deciso di trasporre la vicenda delle anime del cimitero di Spoon River, cittadina dell’Illinois, a Napoli, qui denominata Spentaluce, dopo un’ultima catastrofica eruzione del Vesuvio. E’ nel limbo di questo cimitero-non luogo che queste anime si mostrano rievocando, attraverso frasi spezzate, brandelli della propria esistenza. “Portare sulla scena, dopo averla imbrattata qua e là di lingua e di suoni napoletani – scrive Enzo Moscato in una sua nota – l’incredibile Antologia di Spoon River, capolavoro di Edgar Lee Masters tale da aver già rappresentato oggetto di studio e adattamento di autori italiani come Cesare Pavese, Fernanda Pivano e Fabrizio De André è sempre stato un mio obiettivo. Ho scelto alcuni dei frammenti dell’opera originale, componendoli dopo un lavoro, non continuativo, durato parecchi anni”.
Lo spettacolo, non avendo una storia ma tante storie soggettive, rappresenta un ulteriore passo dell’autore verso una drammaturgia più poetica che narrativa. Tuttavia la scelta – rivendicata ed esplicitamente espressa – di ridurre al minimo le azioni sceniche dei personaggi costituisce il limite dell’operazione, non favorendo particolare empatia del pubblico. Anche la ben nota ironia dell’autore qui emerge soltanto in alcuni passaggi, costituendo un ulteriore ostacolo alla comprensione. Insieme agli attori menzionati, il cast si arricchisce dell’apporto di altri sedici interpreti, purtroppo non tutti di pari livello. Tuttavia, l’atmosfera rarefatta e onirica delle scene corali cui Moscato ci ha abituati, ricompensa delle quasi due ore di durata, senza intervallo.
Spettacolo audace.
Testo a cura di Davide D’Antonio