Corde è il nuovo album del cantautore milanese Daniele Stefani, già in digitale dal 27 maggio (ascolta qui), che ritorna al grande pubblico dopo La Fiducia (2019), suo precedente album.
Il suo nuovo disco, con canzoni risuonate con la sua chitarra (da cui il titolo) è un viaggio musicale nel nostro Paese attraverso 11 omaggi a grandi classici della musica italiana nel quale, comune denominatore, sono gli strumenti a corde con i quali il cantautoreracconta le passioni, l’amicizia, l’istinto, i sogni, il cuore e l’anima sotto ogni sua forma.È una riscoperta di valori, quelli più puri e che in questi ultimi anni l’uomo ha trascurato.
Un viaggio musicale iniziato già nel 2020, con il progetto Lezioni italiane-Note d’Italia, dove Daniele Stefani raccontava in modo figurativo le regioni d’Italia attraverso i loro cantautori e loro canzoni proseguito con la pubblicazione di Corde e che continuerà, sui palcoscenici italiani, con lo spettacolo musicale Corde d’Italia.
Questo è anche un album ricco di collaborazioni da Luci a San Siro con Simone Rossetti Bazzaro a La donna cannone con Le Cameriste Ambrosiane, Je so pazzo con Francesco Loccisano, No potho reposare con Beppe Dettori, Felicità insieme a Sergio Friscia e Stefania Blandeburgo, Vacanze romane con Archimia, Mio fratello che guardi il mondo insieme a Massimiliano Laganà, Svalutation con Flavio Scopaz. Completano la tracklist Monnalisa, Gli Angeli e Riflexation (Outro).
Le corde che hai voluto suonare sono le corde dell’anima, sono le emozioni che hai voluto far vibrare?
“Sì è esattamente così. Tutto nasce da un percorso iniziato nel 2020-2021 con Lezioni italiane-Note d’Italia che doveva essere di qualche puntata e che poi è diventata più lunga perché è piaciuta. Questo ha sicuramente rappresentato un input per la realizzazione dell’album perché l’italianità e portare l’Italia nel mondo l’ho fatto per tanti anni anche se non avevo mai racchiuso tutto questo in un progetto, in un disco.”
Quindi l’album Corde è stato un’evoluzione della tua rubrica Lezioni italiane-Note d’Italia?
“Assolutamente sì, è stata un punto fondamentale. L’idea di un progetto così dedicato e così a fuoco è arrivato dopo aver realizzato più di trenta puntate di Note d’Italia solo con chitarra e voce. Da lì è arrivata l’ispirazione di usare nell’album solo strumenti a corde e mentre lavoravo al disco ho pensato di realizzare qualcosa fuori dagli schemi, non cercando duetti discografici, ma coinvolgendo musicisti che in questo settore della musica, negli ultimi due anni, sono stati coloro i quali hanno patito di più. L’insieme di queste valutazioni mi ha fatto decidere di racchiudere in un album queste collaborazioni, che sono tutte realtà affermate nel settore, che lavorano dietro le quinte da tantissimi anni con grandi artisti o sono realtà sinfoniche in tutta Italia. Alcuni di questi sono amici con i quali ci conosciamo dai tempi del conservatorio.”
A proposito di collaborazioni, com’è nata l’idea di coinvolgere Sergio Friscia e Stefania Blandeburgo nella canzone Felicità di Lucio Dalla?
“Sergio è un amico da tantissimi anni e in realtà lui è arrivato nella canzone in un secondo momento. Ricordo che eravamo ad una cena tra amici e gli ho fatto sentire questo mio progetto e gli è piaciuto tantissimo. A questo punto gli ho detto che sul brano Felicità avrei voluto inserire una voce di un’attrice o di un attore e Sergio mi ha suggerito di chiamare Stefania, che è una bravissima attrice palermitana di teatro e non solo. Quando l’ho ascoltata con la sua voce, così calda e magica, mi è piaciuta tantissimo anche se c’erano delle frasi che ritenevo più opportuno affidare ad una voce maschile, allora ne ho parlato con Sergio e gli ho chiesto di fare una prova per sentire quelle frasi recitate da una voce maschile che non fossi io. Alla fine la magia delle due voci di Sergio e Stefania mi ha emozionato di più e quindi ho chiesto ad entrambi se avessero il piacere di farlo insieme. Tra noi è nata una bellissima sinergia che potrebbe anche andare oltre questo brano, lo vedremo in autunno o inverno, non lo so ancora, diciamo che c’è un’idea. Quindi posso dirti che la scelta di Sergio e Stefania è stata una scelta di cuore non nata da un ragionamento tecnico.”
La scelta delle canzoni contenute nell’album è stata dettata anche dalle emozioni?
“Sì, posso dire che per un buon 70% è stato così, poi la scelta è stata dettata dal voler coprire alcune regioni perché il disco nasce anche con l’Idea di realizzare uno spettacolo che parte da fine Giugno e che si chiama Corde d’Italia che racconta in modo figurativo le regioni d’Italia attraverso i suoi cantautori. Altre canzoni sono state scelte provinandole nel senso che mi sono piaciuti gli arrangiamenti e quindi d’istinto le ho inserite perché mi piacevano particolarmente, altre per la tematica come Svalutation il cui testo è attualissimo. Luci a San Siro è un brano intriso di ricordi d’infanzia e legato a persone che hanno messo radici nella mia vità. No potho reposare è un omaggio alle terre che io amo e a cui sono molto legato e l’ho voluta fare con Beppe Dettori perché lo conosco da quando avevo 14 anni e con lui ho condiviso gran parte dei suoi e dei miei successi. Le collaborazioni più nuove sono state quelle con Francesco Loccisano alla chitarra battente, che ho cercato perché volevo dare un impulso nuovo alla canzone Je so pazzo, che è molto fedele all’originale, ma volevo avesse un elemento che caratterizzasse questa versione e sicuramente la chitarra battente è uno strumento poco usuale nel pop. Francesco Loccisano è un maestro di chitarra battente ed è stato carinissimo quando l’ho contattato, gli ho parlato del progetto, gli è piaciuto ed ha subito accettato di collaborare. Quindi si, per gran parte la scelta è stata dettata dalla passione, dall’istinto e dall’emozione.”
In ‘Corde d’Italia’, cosa farà Daniele Stefani?
“Questo spettacolo sarà un viaggio, a me piace definirlo concerto-spettacolo perché per un buon 70% è un concerto e il 30% è un pò di teatro inserito nella musica perché ci saranno dei racconti, dei voiceover, dei video, dei contributi e delle grafiche. È viaggio spazio temporale, figurativo ed emozionale all’interno del nostro paese. Ci sono degli episodi che raccontano le canzoni o raccontano gli autori delle canzoni, mi viene in mente Povera Patria, che è un brano di Battiato, che non c’è nel disco ma che ci sarà nel live che è un brano importantissimo che racconta l’Italia di un pò di anni fa che per certi versi è ancora simile.”
Per La Donna Cannone di Francesco De Gregori come è nata la scelta della collaborazione con le Cameriste Ambrosiane?
“Questo è un brano molto importante che ho toccato meno perché ho voluto lasciare l’essenza della canzone e sin da subito, l’ho immaginata con un insieme di donne che, tra l’altro, conosco da tantissimi anni. Le Cameriste ambrosiane sono una realtà del circuito classico e lavorano sia nel classico che nel pop e questa canzone l’ho immaginata accompagnata da donne perché io sono un grande sostenitore delle donne e mi piaceva a livello poetico l’idea di coinvolgere un gruppo di donne per raccontare la storia della canzone e cioè quella di una donna coraggiosa che per amore decide di andarsene e non sottostare a regole del circo che la facevano diventare un fenomeno da baraccone. Quel brano è pura poesia, non si può dire altro.”
Quindi il tuo futuro musicale cosa prevede?
“Sicuramente in futuro tornerò a pubblicare mie canzoni continuando comunque a portare avanti questo progetto perché questo è un progetto proiettato nel futuro perché l’idea era appunto fare un disco che potesse essere rappresentato poi nella sua totalità attraverso un live continuando anche l’anno prossimo perché c’è un progetto ancora più grande sempre legato a questo disco e questo spettacolo. Questo non è solo un disco ma un progetto. Posso dire che questo è il mio primo concept album se per concept album si intende che ci deve essere un filo conduttore e una idea portante e in questo ci sono c’è al 100%.”