28 Aprile 2020

Le foto dei musei italiani di Massimo Pacifico in un solo video

Tanti luoghi di cultura in giro per l'Italia sintetizzati in un bellissimo video sul sito di Barnum.

28 Aprile 2020

Le foto dei musei italiani di Massimo Pacifico in un solo video

Tanti luoghi di cultura in giro per l'Italia sintetizzati in un bellissimo video sul sito di Barnum.

28 Aprile 2020

Le foto dei musei italiani di Massimo Pacifico in un solo video

Tanti luoghi di cultura in giro per l'Italia sintetizzati in un bellissimo video sul sito di Barnum.

In questi giorni di isolamento il fotografo e giornalista Massimo Pacifico ha messo insieme un video, con sue fotografie scattate negli ultimi anni in venti musei italiani.  “Con la speranza che tutti i musei possano riaprire al più presto, in sicurezza, e che il patrimonio del Belpaese possa essere di nuovo goduto dal vero, chiediamo a tutti di diffondere, senza alcun problema di copyright, questo video in nome della cultura che affratella l’umanità.”

https://www.barnum-review.com/portfolio/museitalia/

Pacifico, che vive tra le colline fiorentine ma è originario di Sulmona, ha fondato Barnum, un’esposzione anche digitale di tutti i suoi lavori in giro per l’Italia (vedasi la sezione 100 Towns of Italy).

Ecco i musei rappresentati nella sua ricerca:

Museo di Arte Contemporanea di Rivoli, Museo Egizio di Torino, Galleria d’Arte Moderna, Museo del Novecento, Pinacoteca di Brera, Milano Galleria degli Uffizi, Museo Marino Marini, Galleria dell’Accademia Galleria Palatina e di Arte Moderna, Museo Nazionale del Bargello, Museo dell’Opera del Duomo, Musei Capitolini, Museo deli Innocenti di Firenze, Museo Nazionale Roman.o Palazzo Altemps, Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo  Galleria Nazionale di Arte Moderna, Galleria Borghese di Roma., Museo Archeologico Nazionale, Museo di Capodimonte di Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

In foto d’apertura si vede uno still del video che riprende la famosa opera di Michelangelo Pistoletto, Venere degli Stracci al Museo di Rivoli, nell’omonimo castello in provincia di Torino.

Venere degli stracci, 1967 è la riproduzione di una statua greca, la Venere Callipigia, metafora della memoria, che si relaziona con una massa variopinta di indumenti dismessi, emblema del quotidiano, in un dialogo serrato tra passato e presente. Gli stracci, assunti come elementi pittorici, rappresentano tutto ciò che passa, la trasformazione della materia, il transitorio, e hanno anche una componente ideologica quale prodotto di una società consumistica di cui indicano il crescente numero di poveri, mentre la copia della Venere classica in cemento ricoperta di mica, minerale dalla forte componente luministica, è un elemento formale che rimanda all’ordine e alla bellezza immutabile. Con quest’opera Pistoletto indica un modo diverso di guardare all’arte del passato e dimostra attraversando la storia di voler ricontestualizzare questa figura che ha il volto affondato nella contemporaneità e fisicità del presente.

Quella di Michelangelo Pistoletto è un’arte aperta al dialogo e allo scambio. La sua intera opera si presenta come una ricerca in continua evoluzione ed espansione, intesa a ripristinare il contatto tra l’esperienza artistica e il mondo esterno. E’ l’incontro e il dialogo di più voci quello che si manifesta nei suoi lavori, è un’estetica fondata sulla relazione e sulla partecipazione, è la capacità di uscire dai confini dell’opera per riportare l’arte ai margini della vita e la vita nell’arte. Il suo apprendistato presso lo studio di restauro del padre condiviso con l’esperienza nella scuola di pubblicità fondata da Armando Testa, alla quale lo iscrisse la madre, segnarono l’inizio della sua vicenda artistica condizionando i contenuti futuri della sua analisi estetica. Formatosi quindi lontano dall’ambiente accademico, Pistoletto risentì del clima di alienazione e di angoscia esistenziale del dopoguerra e riconobbe nella pittura di Francis Bacon, di cui vide una mostra alla galleria Galatea a Torino, parte degli elementi propri della sua indagine speculativa volta a indagare la figura umana e le sue relazioni con il mondo. Fin dalla prima metà degli anni Cinquanta si interroga sulla natura dell’identità personale e intraprende la via dell’autoritratto come espressione emblematica del suo pensiero.
L’uomo è al centro dei suoi interessi, un uomo moderno alla ricerca della sua dimensione e del proprio spazio. Individua nel problema per la risoluzione della campitura del fondo, cioè l’ambiente dietro la figura, il nodo centrale da investigare e il punto da cui partire per la ricostruzione di una dimensione possibile nella quale collocare il corpo umano.

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