Ci sono due modi per leggere gli anni Ottanta del Novecento mondiale: la pittura e New York. Basterebbero questi due elementi per capire tanto di “sua evanescenza” come si diceva all’epoca e la mostra “Le mille luci di New York”, curata da Luca Beatrice, a Napoli intende proprio fare questo. A palazzo Zevallos Stigliano nella centralissima via Toledo, l’accostamento di Jean Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Andy Warhol intende rileggere gli anni Ottanta partendo dai suoi principali protagonisti attraverso le due chiavi di lettura di cui vi abbiamo parlato.
Ma la cosa straordinaria è il legame che la scena artistica di New York aveva in quegli anni con la Napoli del post-terremoto e dei trionfi calcistici di Maradona. Un rapporto non ancora celebrato abbastanza e in cui il gallerista Gianni Amelio ebbe una rilevanza importantissima.
Si ricordano prolifici soggiorni di Andy Warhol e Keith Haring in città (il primo volle dormire all’Excelsior nella suite di Liz Taylor) le esperienze promosse dal gallerista Lucio Amelio e il lavoro del pittore napoletano Francesco Clemente, emerso con il gruppo della Transavanguardia e poi trasferitosi a Manhattan. Lì Clemente all’inizio della sua popolarità addirittura dipinse il soffitto della discoteca trendy Palladium, dove avvenivano i primi party di MTV. Napoli un decennio fa fu protagonista di una irripetibile mostra dove Warhol, Clemente e Jean-Michel Basquiat collaboravano assieme su dei quadri. E Basquiat con Haring continua ancora oggi a popolare i sogni di chi quegli anni 80 vuole studiarli. , emblematicamente rappresenta la storia tanto rapida quanto folgorante degli anni Ottanta.
Emblematico anche il titolo, Le mille luci di New York: era un romanzo dello scrittore statunitense Jay McInerney uscito a metà degli anni 80 e divenuto nel 1988 un famoso film con Michael J Fox.
A Julian Schnabel, pittore e regista, è poi affidato il racconto che negli anni Novanta si è fatto di quella generazione di artisti – in particolare di Basquiat – attraverso il suo ritratto generazionale in forma di film dedicato proprio all’amico e collega scomparso a soli 27 anni.
Ovvia la scelta di incentrare l’appuntamento su due opere simbolo di Warhol legate a Napoli: il ciclo Vesuvius e quel “Fate Presto”, prima pagina de Il Mattino riprodotta in dimensioni giganti, realizzata all’indomani dello spaventoso terremoto del 1980.
Periodo
15 settembre – 5 novembre 2017
Dove
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo 185
Napoli
Orari
Da martedì a venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17:30)
Sabato e domenica dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso alle 19:30)
Lunedì chiuso