Tornare sul palco a suonare, anche per Le Vibrazioni, band con oltre 20 anni di carriera, 5 album all’attivo e più di un milione di dischi venduti, è in questo momento un’emozionante ripartenza. I cinque milanesi per la quarta volta al Festival di Sanremo, in gara nella sezione Campioni, con il brano “Tantissimo”. “Sanremo è un’istituzione, ci vuole rispetto – dicono in collegamento dal loro studio di registrazione prima di partire per la Riviera dei fiori – andare a festival non vuol dire avere la voglia di successo. Per noi è un punto in cui si concentra la comunicazione in maniera incredibile, con un lavoro che solitamente si fa in un anno in un anno”.
Del loro brano dicono: ““Tantissimo”, raccontano Le Vibrazioni, “è un brano di matrice rock, energico e incalzante dove emerge l’animo più viscerale de Le Vibrazioni, una band dal sound compatto e in continua evoluzione. A questa energia travolgente si contrappone un testo intimista e dal linguaggio universale, in cui ciascuno può trovare un pezzo della propria esperienza di vita. Gli eccessi, le occasioni perse, i momenti di sconforto, le sofferenze e tutto ciò che nel tempo finisce per segnarti e renderti la persona che sei oggi. Francesco parla di sé in modo onesto e trasparente, si rivolge alla vita e a tutte le volte in cui non si è amato come avrebbe dovuto“.
Per quella che è a oggi l’unica manifestazione musicale televisiva live in diretta, Le Vibrazioni dicono che “è giusto che ci si faccia emozionare. Restituisce l’umanità a noi artisti, anche se non ci si incrocia più sul palco con gli altri. A volte vediamo dei giovani troppo sicuri di sé, vuol dire che non si attribuisce la giusta importanza. Per Sanremo bisogna arrivare emozionati.”
Da quando si sono rimessi assieme nel 2017, la musica (per tutti) è davvero cambiata. “Siamo venuti alla ribalta quando le tv musicali erano molto forti e il pubblico all’inizio ci ha notato per il video di ‘Dedicato a te’. È cambiato anche il modo di intendere la scrittura, tuttora scriviamo molto ma ci siamo resi conto che lavorare anche con altri autori aiuta”.
Francesco Sarcina, leader e autore dei testi, ha scritto il testo di Roberto Casalino, famoso primo autore di Tiziano Ferro. “Mi sono reso conto di quanto fosse sbagliato voler accentrare la scrittura nelle mie mani solamente quando ho sentito un brano Casalino e avrei voluto scriverlo io. Magari, mi son detto, questa canzone posso cantarla? Ero fermo nella mia testa, ma può starci scrivere con qualcuno, può apportare delle idee nuove. Mi destabilizza, ma mi fa fare un allenamento diverso che mette in azione un altro muscolo”.
Fare un album soprattutto per se stessi è stata sempre l’attitudine che ha fatto andare avanti Le Vibrazioni. “Oggi – dice Sarcina – con la musica liquida e la pandemia, nonostante avessimo scritto 50 canzoni abbiamo deciso non sprecarle. Meglio dare un’importanza giusta ai brani come ai figli, perché sono tutti estremamente vissuti e anche partoriti con sofferenza. Vogliamo dare peso a quello che pubblichiamo e quindi faremo un EP in uscita ad aprile in vinile e nei formati digitali. Noi siamo una band legata all’analogico”.
C’è stata una band che a Sanremo è stata un fenomeno l’anno scorso: i Maneskin. E Le Vibrazioni sono dello stesso genere: “Certamente loro hanno aperto una finestra, magari anche per quelli che fanno rock da prima che loro nascessero. Ma il rock l’abbiamo sempre portato con noi quindi non si può dire che abbiamo abbracciato il genere per cavalcare un’onda favorevole. Anzi, pensavamo ci fossero più band quest’anno in gara invece siamo gli unici”.

Sui contenuti dei testi, Sarcina racconta: “Il lavoro del cantante è psicologico, si usa una bellissima forma d’arte per aiutarsi e salvarsi, è molto importante raccontare quello che hai vissuto. Due anni chiusi in casa hanno lasciato il segno. “Tantissimo” racconta uno stato d’animo di sofferenza che fa prendere di petto le abitudini e non far finta di niente. Perché a volte, tornano anche peggiori e per questo ritengo ci sia un tratto psicologico dietro la canzone”.
Fa male riuscire a staccarsi dalle abitudini che ci danno conforto, ma spesso sono atteggiamenti deleteri, ammette Francesco con onestà: “Io ho fatto la mia personale riflessione e ognuno interpreta come meglio preferisce questo testo”.
Nel 2018 ‘Così Sbagliato‘ li vide affiancati a Skin. Quest’anno invece suoneranno una hit di Paul McCartney, ‘Live and Let Die‘, scelta durante un brainstorming di gruppo. La eseguiranno nella serata dei duetti con Sophie and The Giants, conosciuti attraverso manager delle reciproche discografiche.
“Sophie fa parte della new generation, un’artista fresca che canta benissimo, e la canzone scelta si presta, è in inglese, la affronteremo senza confini. Si tratta di una canzone che unisce, ce la siamo ritrovata dopo averla ascoltata dai nostri genitori, o dai tempi dell’adolescenza con la famosa cover dei Guns N’ Roses e ora torna. Il significato di ‘vivi e lascia vivere’ cambia attraverso le generazioni. Da giovani c’è menefreghismo, poi invecchi e ti danno fastidio tante cose…ora è anche un’espressione coerente col periodo che stiamo vivendo, siamo in un’epoca dove quello che è successo, con le morti dei vicini di casa per Covid, ti fa ripensare alla vita in generale”.

Sarcina si professa un musicista senza etichette, dice di essere in una band “non di incazzati ma di ruspanti” e assicura che l’intrattenimento è garantito anche per merito del loro pezzo intimista su base ritmica anni 80: “Una volta che affronti le sofferenze quando scrivi una canzone, poi bisogna abbandonarsi. Questo è il rock, cedere anche alla decadenza”.
Foto di Roberto Patella