Un momento propizio per il cantautorato romano questo 2019. Partiamo con le nostre scelte.
LELE PROPIZIO – “LA MIA CITTÀ” (Joinformusic srls/Pirames International), il singolo che segna il debutto discografico come cantautore dell’attore Lele Propizio, è scritto interamente dall’artista, tratta del suo amore per Roma, quell’amore che ogni romano dovrebbe avere. La “città eterna”, oggi bistrattata, merita maggiore considerazione, cura e attenzione.
Per la realizzazione si è cercato di utilizzare un sound elettronico internazionale, al fine di sdoganarsi dal tipico mondo della canzone cantautorale romana.
«Io e la musica fin da piccoli ci siamo annusati e scontrati – racconta Lele Propizio in merito al singolo – mi ha accompagnato per tutta la mia crescita personale, osservandomi in silenzio, senza chiedermi nulla in cambio. Ho un ricordo scandito nella mente e penso che quello sia stato l’inizio di tutto: mio padre suonava nei piano bar, io avevo circa 6 anni, l’età dove tutto è possibile, dove tutto ti è concesso…e il mio lusso più grande era proprio quello di cantare accanto a lui. Poi più di un anno fa la musica ha deciso di rompere il silenzio, ha deciso che era giunto il momento di “parlarci” faccia a faccia. Abbiamo dunque deciso con la mia etichetta discografica Joinformusic di farlo con un brano tutto mio che parla di Roma, la mia città».
Con “La mia città” Lele Propizio ci racconta la città eterna vista attraverso gli occhi di un adolescente che passeggia nei luoghi meno conosciuti della Capitale, ma altrettanto suggestivi. Infatti il regista (Maestro-LaClique) del videoclip ha deliberatamente evitato i “luoghi comuni” preferendo quegli scorci nascosti agli occhi dei più, a confermare che Roma è quella città che ti fa perdere il fiato, quella di Pasolini e Sordi, quella che ti accoglie a braccia aperte.
Particolarmente suggestiva l’immagine del ragazzo, protagonista del video, che raccoglie una lattina da terra, a significare che Roma è patrimonio di tutti, anche di chi la sporca e di chi la dovrebbe pulire. Roma deve essere amata, curata, preservata.
Vittorio Emanuele Propizio ha 28 anni ed è conosciuto per essere un giovane attore con al suo attivo un’importante attività cinematografica e televisiva. Fin dall’adolescenza ha lavorato con importanti produttori e registi come Giovanni Veronesi, Neri Parenti, Carlo Verdone, Daniele Lucchetti.
SIMONE BAROTTI– Il nuovo singolo di Simone Barotti “Quando spegni la luce” è intenso e incalzante. Le sfumature elettro-pop si fondono con qualche spunto rock, esplicito riferimento alle sue prime produzioni. “Quando spegni la luce” è un lavoro a tinte forti che rapisce l’ascoltatore accompagnandolo in una dimensione musicale ricca di riflessioni e tensione emotiva. Il testo racconta di una storia d’amore che sta finendo ed è caratterizzato da un ritornello ridondante estremamente orecchiabile. Si ridefinisce ancora una volta quindi, la scrittura cantautoriale di Simone Barotti che mostra nuovamente la sua abilità nello spaziare in universi musicale differenti.”La canzone racconta la fine di una storia d’amore vissuta con incredulità e amarezza. Un sound incalzante che genera tensione e accompagna con prepotenza un testo duro ma anche pieno di nostalgico romanticismo”.
Simone Barotti, romano classe 1979, inizia a muovere i primi passi nella musica a 17 anni formando il duo acustico “Poetika” con il chitarrista Nicola Illuminati. Quello di Simone e Nicola sarà un percorso ricco di soddisfazioni, che si concluderà nel 2005 dopo moltissime esibizioni live nei club della Capitale e della provincia e la partecipazione a numerose manifestazioni canore.
EDO – “Noi gli Eroi” (Fenix Entertainment) il nuovo singolo di Edo, nome d’arte di Edoardo Galletti, giovane cantautore romano. Classe 1995, laureato in Scienze Politiche, ha scritto “Noi gli Eroi” prodotto da Massimo Colagiovanni e Davide Sollazzi di Bodacious Collective, già al fianco di musicisti del calibro di Marco Mengoni, Calcutta, Jeff Beck, Viito e Paola Turci. Il brano è una commistione di sonorità acustiche e colori presi dall’elettronica. Il modo di cantare di Edo riesce ad essere un ibrido tra lo stile riconducibile all’attuale mondo indie e quello riconducibile agli anni ’90.
«Il brano parla di una particolare sfumatura dell’amore: ovvero la sua fine ma con la possibilità di scenari inaspettati. – commenta Edo – Ho scritto questo in una giornata d’inverno, ero solo al mare a pensare, immerso nel totale silenzio. Ho iniziato a pensare ad una mia storia passata, una storia che sicuramente mi ha segnato e fatto capire cosa significa amare una donna! Forse è finita troppo presto o forse non è ancora finita ma questo è il bello dell’amore: è imprevedibile. In questo brano ho messo tutti i miei ricordi, ho messo a nudo le mie emozioni senza nessun tipo di velo, se non quello della verità. È un brano importante perché rappresenta la mia crescita personale, umana.»