Levalet aveva stregato i parigini nel primo “confinament” del 2020 con i suoi progetti narrativi di street art. L’artista aveva inaugurato l’amaro “odyssée” proprio nei giorni più duri del secolo. Dopo due bellissime mostre realizzate con la Galleria Openspace nel 2016 e nel 2019 (“Everyday Life Circus”, poi “Ellipses”), oggi l’artista è protagonista di “Concrete Jungle”, in un contesto di restrizioni anche sociali che si percepiscono dalla sua nuova arte.
I curatori della Openspace dicono che Levalet ha fatto un passo indietro per spostarsi verso nuove esplorazioni
tecniche. “Concrete Jungle” presenta così 25 opere inedite accompagnate da 15 disegni.
Molti di noi oggi condividono la stessa consapevolezza globale sul nostro modo di abitare il mondo e di vivere insieme. L’urbanizzazione ha dimostrato i suoi limiti, in questa assurda opposizione alla solitudine dell’uomo confinato, di fronte densità di popolazione urbana. Allo stesso modo, cerchiamo di reintrodurre la natura nelle nostre vite, ma la terribile avanzata del cemento è sempre più crescente, come dimostra la scelta del titolo della mostra (“giungla di cemento”) e anche alcuni soggetti delle nuove opere, che appaiono arroccati sul verde che riescono a conquistare.
Territoire, 2021
Acrylique sur toile ; 70 x 50 cm
Signé et daté par l’artiste
Encadré en caisse américaine noire
Levalet viene dal teatro e dal video, ha riscoperto la pittura, un mezzo che non aveva mai esplorato completamente. Paradossalmente attratto dal suo carattere accademico, si dilettava prima ma ora va anche oltre tecnicamente. A volte aggiungendo un altro mezzo: il cemento. È quindi in vuoto o in volume quello questo materiale simbolico per eccellenza dell’urbano si rivela simboleggiando la posizione umana sempre divisa tra città e natura.
In apertura: Levalet – Apesanteur (Assenza di gravità), 2020
Tecnica mista (cemento, legno tagliato, acrilico)
100 x 80 cm; firmato e datato dall’artista
Incorniciato in scatola nera americana
Nature morte vivante IX, 2021
Crayon et encre de Chine sur papier
30 x 30 cm ; signé et daté par l’artiste
Encadré sous verre anti-reflets, cadre en chêne.
Ha iniziato a esporre in gallerie nel 2013, mettendo in scena il suo lavoro nel quadro di installazioni e con l’ausilio di sagome di carta laminate su legno per continuare l’esperienza interattiva iniziata per strada. Levalet parla del rapporto con il tempo che scorre, della fiction, del rapporto con l’ambiente, con la città. Nel 2018 Levalet si è trasferita a Reims. Da allora, con un nuovo laboratorio esplora nuovi approcci tecnici in tutto il mondo legno, inizialmente, dal taglio all’incisione passando per l’assemblaggio.
Gli ultimi pezzi evocano il tema della città e della natura e il rapporto dell’uomo con il problema nelle aree urbane.
GALERIE OPENSPACE
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