Un immaginario che si rifà alle tetre atmosfere nord-europee e ai miti delle più viscerali paure dell’uomo muove l’arte di Luca Poma. Il creativo bergamasco ha di recente esposto allo Spazio Nolo 91 a Milano in uno scenario post-apocalittico che ben si addice all’esperienza da lui ideata, “Fòsforo”.
Nel cortile interno di un palazzo si scende nelle viscere del territorio abitato e ci si addentra in una penombra densa di vitalità. Poma ha sistemato dipinti, sculture e oggetti che definisce “di una violenza esplosiva”, in una dimensione sospesa nel tempo.



“Più che una mostra è la costruzione di una sensazione museale in uno scenario che rimanda ai bunker antiaerei”, dice l’artista. Si parte nel percorso con “Childerischs Angst”, la paura di Childerico, capostipite della famiglia dei Merovingi. La sua storia avvolta dalla leggenda lo vuole sepolto con una sfera di cristallo, un oggetto introvabile. “Collari Bomba” invece è un’idea ispirata alla storia di Brian Douglas Wells, un fattorino americano che si fece esplodere quando fu catturato dalla polizia.
Presenti anche un inquietante funeralo del dio della guerra, un monumento in ferro zincato, dipinti a tecnica mista e una collaborazione con S7_Lab, che ha fornito la colonna sonora all’installazione.
Fotoservizio di Loris Patrizi.