Un’esperienza immersiva e sensoriale nella pittura, che arriva a travalicare il limite bidimensionale mediante la luce. Così si può riassumere l’impressione ricevuta dalla mostra Black Light Art, inaugurata sabato 4 novembre presso la Pinacoteca Civica di Como, che avrete tempo di visitare fino al 7 gennaio 2018.

L’evento è a cura di Gisella Gellini, architetto e docente del corso di Light Art e Design della Luce presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano e Fabio Agrifoglio, presidente della Fondazione Mario Agrifoglio. Sette gli artisti in mostra con alcune opere rappresentative della ricerca sui pigmenti luminescenti, dal maestro Mario Agrifoglio (1935-2014), a Nino Alfieri, Leonilde Carabba, Nicola Evangelisti, Claudio “Sek” De Luca, Maria Cristiana Fioretti e Olga Serezhina.

Il progetto espositivo, nato da un’idea comune della Fondazione Mario Agrifoglio e Caleidoscopio-multiplicity di Maria Proja de Santis, è organizzato in collaborazione e con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e dei Musei civici del Comune di Como. Prevede anche l’accompagnamento musicale ispirato al tema portante della mostra, con melodie composte da Irlando Danieli, tratte dall’album “Undae Temporis”.

L’allestimento e i progetti video e fotografico sono stato affidati all’ exhibition designer Gaetano Corica. Il primo è di vitale importanza per la fruizione corretta delle opere, basate sullo studio scientifico della variazione cromatica dei pigmenti che le compongono. Deve essere in grado di trasformare un ambiente neutro in qualcosa di totalmente connotato dall’”accensione” delle opere d’arte, e deve permettere la visione delle opere alla luce bianca, sotto la lampada di Wood o ultravioletta, e al buio.
Ci troveremo a vivere l’esperienza immersiva nelle forme e nei colori in tre momenti distinti nell’arco di alcuni minuti, di fronte ad ogni singolo dipinto. Sarà avvertibile una vera e propria metamorfosi, suggestiva soprattutto nell’attimo in cui i pigmenti, dopo aver assorbito la luce, manderanno una radiazione più forte sotto la lampada di Wood (luce nera), dimostrando l’essenza della Black Light Art. La meraviglia non smetterà fin quando non avremo osservato al buio la permanenza di alcune geometrie. Il ciclo dinamico tra luce bianca, luce nera e buio sarà continuo per tutto il percorso, mostrando nelle tre fasi l’apparire dei colori fluorescenti o fosforescenti, coinvolgendoci in una nuova attenzione verso la spazialità, all’interno delle opere e nel loro integrazione con lo spazio circostante. Come se le forme potessero fluttuare nell’ambiente, fuori dalla cornice.

Una mostra itinerante
Black Light Art -la luce che colora il buio, è concepita come mostra itinerante, il cui viaggio è iniziato nel Palazzo della Regione Lombardia a Milano. Era il maggio 2107 ed accanto alla rosa di grandi esponenti, si sono cimentati nella sperimentazione con la luce nera anche artisti giovani, o non direttamente coinvolti prima nella ricerca. la Pinacoteca di Como rappresenta la seconda tappa, che sarà quasi contestuale a quella presso il Museo della Rocca Albornoziana di Spoleto, con inaugurazione il 6 dicembre. Sono in via di definizione altre mete che saranno presto comunicate. Spoleto e Milano hanno tra l’altro partecipato al progetto con crowdfunding LightQuake 2017, nato dopo le violente scosse di terremoto in centro Italia nel dicembre 2017.

Black Light Art e i suoi eventi collaterali
A Como la luce invade la città per questo Novembre. Luce nell’arte, nel design e nella musica
La mostra in Pinacoteca fa parte di 8208 – Lighting Design Festival, con alcune installazioni luminose diffuse in città in dialogo con gli edifici storici, fino al 24 novembre.
Alla musica sarà dato spazio l’11 novembre al Conservatorio di Como, dove si terrà il concerto “Luci, Ombre, Colori in musica” con Caleidoscopio-multiplicity di Maria Proja de Santis
Inoltre il 18 novembre Gisella Gellini interverrà parlando di “Light art – mezzo espressivo progettuale” al convegno “Physical to digital”, presso l’accademia di belle Arti Aldo Galli-IED Como.
Report a cura di Michela Ongaretti. Per approfondimenti, ArtScore.
Foto d’apertura (visitatori davanti a opere di Mario Agrifoglio) e fotoservizio di Gaetano Gorica.
