21 Luglio 2019

Maria Lai al Maxxi di Roma

Fino al 12 gennaio nel centenario della nascita il museo romano celebra "la fata sarda" e i capolavori dell'essere come tessere.

21 Luglio 2019

Maria Lai al Maxxi di Roma

Fino al 12 gennaio nel centenario della nascita il museo romano celebra "la fata sarda" e i capolavori dell'essere come tessere.

21 Luglio 2019

Maria Lai al Maxxi di Roma

Fino al 12 gennaio nel centenario della nascita il museo romano celebra "la fata sarda" e i capolavori dell'essere come tessere.

“Maria Lai. Tenendo per mano il solo” a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Luigia Lonardelli in collaborazione con l’Archivio Maria Lai e con la Fondazione Stazione dell’Arte è la mostra allestita a Roma in onore della grande artista sarda.

In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande mostra a Maria Lai (1919-2013), tra le voci più singolari dell’arte italiana contemporanea, i cui lavori sono stati recentemente esposti a Documenta 14 e alla Biennale di Venezia 2017.

Un necessario tributo a una grande artista che ha saputo creare, in anticipo sulle ultime ricerche di arte relazionale, un linguaggio capace di coniugare sensibilità, tradizioni locali e codici globali.

Uno dei corpus più interessanti è l’ampia selezione di Telai, un gruppo di opere che, a partire dalla metà degli anni Sessanta, ha impegnato Maria Lai in una ricerca sui materiali poveri, recuperati o provenienti dalla tradizione sarda, concepita come presa di distanza dalla fase precedente di ispirazione più marcatamente modernista. Nei Telai inizia a comparire come elemento preponderante il filo, al tempo stesso materiale e concetto dell’opera. Così come la vita e la ricerca dell’artista sono attraversate da un desiderio di collegare insieme elementi distanti, l’opera si propone come “filo” di congiunzione per ricucire il senso delle cose. Il Telaio unisce questa riflessione con quella dell’ordito: uno schema di base su cui poter elaborare infinite variazioni. Queste opere, con le successive Tele cucite, diventano per l’artista metafora di una esistenza tesa a trovare nell’arte una possibilità di relazione fra il sé interiore e il mondo esterno. Essere è tessere, titolo della grande azione partecipativa concepita per il paese di Aggius nel 2008, è un dettato interiore che attraversa tutte le sue ricerche legandole in una grande e unica opera di tessitura del mondo.

Tenendo per mano il sole è il titolo della mostra e della prima Fiaba cucita realizzata. Sia nel titolo che nell’opera sono presenti molti degli elementi tipici della ricerca di Lai: il suo interesse per la poesia, il linguaggio e la parola; la cosmogonia delle sue geografie evocata dal sole; la vocazione pedagogica del “tenere per mano”. Non una classica retrospettiva, ma piuttosto un racconto che non si attiene a vincoli puramente cronologici e asseconda un percorso biografico e artistico peculiare, caratterizzato da discorsi e intuizioni apparentemente lasciati in sospeso per poi essere ripresi molti anni più tardi.

Attraverso un’ampia selezione di opere, in buona parte inedite, la mostra presenta il poliedrico mondo di Maria Lai e la fitta stratificazione di idee e suggestioni che ha caratterizzato il suo immaginario. Il percorso si snoda attraverso cinque sezioni, che prendono il nome da citazioni o titoli di opere di Lai, mentre nel sottotitolo vengono descritte modalità tipiche della sua ricerca; ogni sezione è accompagnata dalla voce di Maria Lai attraverso un montaggio di materiali inediti realizzati dal regista Francesco Casu. C’è anche un’ultima, ideale, sezione, che documenta le opere di arte ambientale realizzate nel territorio e in particolare in Ogliastra.

In foto d’apertura: Tenendo per mano il sole, 1984-2004, filo, stoffa, velluto (dettaglio). Collezione privata, Courtesy Archivio Maria Lai. Photo Francesco Casu © Archivio Maria Lai by SIAE 2019

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