La bellezza è vivere a proprio agio. Sembra convincente Matt Neuer, 37enne artista tedesco che vive e lavora a Francoforte ed è diventato un caso su Instagram con i suoi ritratti a matita di ispirazione homo-erotic. L’arte di Matt è di una naturale sensualità e trasporta lo spettatore in una dimensione che collima con la subliminazione. Si sentono le influenze di una certa corrente di figurativa erotica che ha permeato la cultura queer di fine Novecento, specie in Europa. Ma ciò che eleva Neuer è l’emersione dell’anima dall’animale-uomo, la profonda personalità e unicità delle sue raffigurazioni. In un solo concetto: cattura l’umanità che attribuisce ai suoi disegni e li consegna alla dimensione artistica atemporale.
Matt, chi sei e cosa fai nella vita?
Sono un dipendente di uno studio che fa corporate design e comunicazione per aziende, ho la passione per l’illustrazione da quando ero piccolo ma ho solo disegnato a scuola. Poi c’è stato un allontanamento e da cinque anni ho ripreso.
Cosa ti ha fatto tornare al disegno?
Ciò che mi interessa è l’essere umano. Quando ho ricominciato a disegnare volevo catturare le personalità di una persona in posa di fronte a me o il mood di una situazione. E per ricominciare ho eliminato gli still life. Sono molto più interessato alle persone.
Cosa utilizzi?
Matite per ottenere il bianco e nero o colori per avere un approccio molto diverso. Non credo sia più interessante dipingere a colori ma lo preferisco, lo trovo più difficile e credo sia molto più espressivo. Dipende dal mio essere: più accurato e dettagliato è il disegno in bianco e nero, quando sono più emozionato uso uno stile meno accademico e meno quieto, i risultati sono meno “safe”.
Sei cresciuto in una dimensione molto aperta? O quello che disegni è un atto di ribellione contro le sovrastrutture?
Sono frutto della mia cultura, la distanza dal cattolicesimo provoca questa libertà liberale nei costumi. Io stesso ricordo di aver frequentato nudo con i miei famigliari le spiagge del Mare Baltico. E ti posso assicurare da piccolo sono state le esperienze più naturali che potessi avere. Il corpo è sessualizzato quando si copre, perché diventa “interessante”. Come avviene con le tribù. I tedeschi dell’est sentono questa libertà.
Che obiettivo ti sei riproposto?
Come artista voglio superare gli ostacoli. L’approccio per me è sempre pensare che le cose migliori succedono quando hai coraggio di fallire. Un amico pittore con cui mi confronto mi ha fatto riflettere: gli artisti mostrano solo le cose migliori della loro produzione e il pubblico non vede mai cosa ci vuole per arrivare al risultato finale. Ci vuole tempo, un pezzo d’arte può essere fatto molto velocemente ma la risorsa maggiore che hai alle spalle è la pazienza.
Cosa vorresti proponessero questi disegni?
Voglio provocare reazioni con i disegni, il soggetto è ovviamente legato alla sessualità ed erotismo ed è naturale che provochi reazioni. Riconosco che cerco di focalizzarmi sui dettagli tipo i capelli, i peli, la pelle e voglio sempre avere la giusta proporzione, riconoscere i tipi di persone. Credo che quelli che creo siano delle parti corporee trattate come ritratti. Sono aspetti del corpo che sono anche fonte di insicurezze, soprattutto negli uomini. La scoperta del corpo e chiedersi se è accettabile per se stessi e per gli altri è una chiave di lettura di queste opere.
Bisogna essere belli per essere ritratti da te?
La mia è una bellezza media, c’è un approccio artistico perché sono ragazzi, non porno star, i loro corpi non sono espressione di perfezione o di status di celebrità. Creare un pezzo d’arte non è una fotografia da documentario, dobbiamo riconoscere la bellezza anche nelle cose normali. Metto su un piedistallo il mio soggetto e lo rendo artificioso e quindi artistico, anche se legato alla realtà. Normalmente si vedono questi corpi solo nella pornografia, ma i miei sono volontariamente trattati da pezzi d’arte.
Cosa ti ispira?
La bellezza greca e romana ovviamente è di mio interesse. Ho sempre pensato che il fauno di Barberini fosse di quanto più erotico potesse esserci nel mondo dellarte. Voglio essere capace di riprendere la dinamica e i volumi di queste statue. Per la contemporaneità mi affido alle suggestioni dei fotografi Pierre et Gilles e George Platt Lynes che hanno molto da raccontare sugli studi dei corpi statuari.
E chi sono i tuoi protagonisti?
Seguire persone su Instagram è la versione moderna di avere corpi nudi davanti a te. E poi accetto suggerimenti, ci sono persone che mi inviano foto, commissioni di realizzazioni tra le più disparate. Non lavoro molto con modelli dal vivo, credo non ci sarebbe tanta spontaneità come nelle foto che mi mandano. Ho iniziato col mio fidanzato.
E che posizione aveva lui?
Beh, a me piaceva esaltare i suoi pregi fisici e lui era interessato a diventare un pezzo d’arte e consegnarsi in qualche modo, all’immortalità, non c’è stata pressione.
E invece con i richiedenti online come è andata?
Mi mandano con molta fiducia le loro foto intime e io gli mostro la mia visione di loro, credo sia un interessante potenziale di riflessione per entrambe le parti. Molte volte mi contattano per una commissione o contatto io le persone pensando che siano interessanti. Si stabilisce una connessione umana, anche se non costante e duratura, anche attraverso il mezzo digitale. Credo che la condizione di partenza sia avere lo stesso senso di stile. Le foto che raffigurano il corpo umano in maniera meccanica non mi attraggono. Ci deve sempre essere qualcosa di fragile, un aspetto umano. Come il porno senza sensualità, che senso ha rappresentarlo? Il sesso è la cosa più umana che possiamo sperimentare e ridurlo all’atto meccanico è svilente.
Pensi che i tempi siano adatti e pronti a quello che tu proponi?
La società è molto aperta in questo senso, l’erotismo e la sensualità invadono i social e abbiamo anche gli strumenti giusti per recepirli. La fetta di popolazione che si dedica per lavoro alla bellezza del corpo, secondo me, si sta allargando. È un settore che piace, che ha tante professionalità dietro.
Qualche remora l’hai incontrata?
Credo ci sia un po’ di bigottismo nelle politiche censorie online, come per esempio raffigurare le donne senza i capezzoli, anche se nelle regole di Instagram è consentito postare nudità se si tratta di opere d’arte. Anche se c’è da dire che le piattaforme più grandi del web sono guidate da americani, quindi c’è un senso del politically correct molto forte.
Tutto questo studio sul corpo, l’osservazione del corpo altrui, cosa ha provocato in te?
Ci sono persone che con i vestiti diventano molto ordinarie. Non sono io a dover dire come si devono vestire o comportarsi, però preferisco bellezze nude che bellezze vestite, perché sono più superficiali secondo me quando si coprono. La bellezza non ha a che fare con corpi perfetti. Ma se sei contento di te stesso e se vuoi essere a posto con te stesso, con le relazioni che hai con gli altri, solo queste sono le condizioni che ti rendono bello. La bellezza arriva dal fatto che sei sicuro e felice di come sei, che non vuol dire che sei sempre felice e la vita è felice, ovviamente. Come quando vai a un matrimonio e ti sembrano tutti belli perché sono tutti felici in maniera autentica e si divertono e non si nascondono. Sono come sono nella loro gioia.
Ricerchi libertà con la tua arte?
Spesso questa libertà si respira nelle spiagge nudiste, dove non c’è competizione e questo rende i nudisti belli anche non perfetti, a ogni età. Penso che questo lavoro mi influenzi ma non so se cambia la mia visione di bellezza, i dettagli che mi attraggono sono ancora gli stessi. Ma ora non solo li ammiro ma li replico e li uso nei miei disegni. Sono contento di avere questa abilità. È cambiata la percezione di me, sono normale come gli altri, siamo un grande gruppo di persone alla fine siamo tutti uguali.
E tu come persona come sei?
Ognuno deve trovare bilanciamento nella vita, mentalmente e anche fisicamente. Sono a posto con me stesso, non sono un tipo che si espone, mi piace essere incoraggiato anche se conosco i miei limiti. Avere la possibilità di espressione e avere feedback immediati online è molto bello, vedere i progressi del proprio consenso e non dipendere da mostre o gallerie o politiche decise da altri è molto liberatorio.
Cosa ti auguri per il futuro?
Spero di poter rimanere così anche crescendo, probabilmente anche la mia arte avrà col tempo un impatto positivo sulle persone. Se serve sostenere l’ego di qualcuno, sono onesto, son contento di farlo atraverso i miei ritratti.