Abbiamo tutti la pelle più sensibile in questo 2020 ed è straordinario come alcuni artisti, specialmente giovani, riescano a interpretare con freschezza questo sentore collettivo. Meda, vero nome Nicola Carfagna, ha 23 anni ed è di Foggia ma vive a Roma. Prima del lockdown ha avuto una brutta avventura sentimentale che ha raccontato nella sua seconda canzone edita, “Come Piove”, uscita oggi.
Il suo è il racconto di un distanziamento volontario deciso da una parte della coppia, ma all’improvviso diventa una narrazione di tutti noi, in questi tempi strani di pandemia. Un anno difficile in cui uscire con nuova musica, specie se si è emergenti, ma è giusto che si lasci il segno con la leggerezza della giovinezza, e la necessaria profondità della sensibilità d’artista.
Meda sui tuoi social hai pubblicato una foto da “Aspirante cantautore”. Sei molto realista ma anche molto determinato.
Nasco come cuoco e mi mantengo con altri lavori a Roma, ma la mia musica è l’aspetto che in questa vita mi interessa di più. Ho pubblicato un singolo l’anno scorso e in un anno sono cresciuto molto, anche perché prima non ero instradato da nessuno.
Non hai ricevuto consigli o formazione da nessuno? In famiglia?
Il mio avvicinamento alla musica è stato del tutto individuale. Negli ascolti per esempio mi sono andato a cercare io i cantanti del passato in Italia, quelli della tradizione cantautorale. Mio nonno suonava la chitarra e mio zio suonava il basso, questi erano i precedenti in famiglia.
E ora che incidi musica chi ti guida?
Questo è il primo singolo registrato in uno studio professionale, prodotto da un amico che ci lavora, Andrea Allocca, con il master realizzato allo studio Kate Academy a Roma.


“Come Piove” è una canzone d’amore triste o speranzosa?
Mi sono messo a nudo, il pezzo nasce in due fasi diverse. Un viaggio tra l’inizio dell’anno e il dopo la fine della storia d’amore, la mia storia vera. Ne ho scritte parecchie di canzoni per la stessa ragazza nella quarantena e a volte mi sono sentito preso da una sensazione di pudore. Poi ho preso consapevolezza che è una bella storia, anche se parla di delusioni, deve essere raccontata. Abbiamo bisogno di verità, una persona può aver vissuto la mia stessa condizione e può trovare conforto ascoltando le mie parole. In questo periodo a me è successo con la musica degli altri, viviamo tutti le stesse esperienze.
Come ti descriveresti a chi non ti conosce?
Sono un ragazzo che ama la semplicità, l’impatto immediato che riesco ad avere con gli ascoltatori è la cosa più preziosa. Lo so perché succede quando mi esibisco dal vivo. Personalmente mi reputo una persona che ci sa anche fare con l’autopromozione sui social media. Mi interesso di tutto per autopromozione, i video me li faccio io e si da molto da fare.

Sembri molto entusiasta ma il tuo brano è struggente. Come ti trovi in questa contrapposizione?
Quando si pubblica qualcosa c’è sempre l’ansia di essere travisati, non capiti. Io non mi perdo d’animo, sono caduto tante volte e ho trovato la forza di rialzarmi. La musica intimistica per chi vuole condividerla con me, è una fonte di energia. Mi è rimasta in mete la frase di Luigi Tenco: Scrivo quando sono triste, quando sono felice esco.
Durante la quarantena ti abbiamo scoperto in una diretta col mitico Claudio Cecchetto. Lui da navigato talent-scout aveva chiamato tutti i suoi followers a esibirsi virtualmente con lui…
Beh, io mi sono fatto avanti e ho talmente insistito per giorni, che alla fine si è messo in contatto con me. Lo stimo, è stato gentile, sono riuscito a esibirmi ma non c’è stata una prosecuzione. In un minuto e mezzo non riesci a dire la tua, conosco le mie qualità e so che posso fare meglio.

La grafica di “Come Piove” è di Roberto Lonigro.
Cosa fai a Roma?
Sono a Roma dal 2018 soprattutto perché ho iniziato a studiare in accademia corsi di canto e strumenti per ampliare le mie competenze. Mi piace la composizione, suonare al pianoforte e scrivere e allargare vedute. Secondo me nei pezzi più soft arrivano le emozioni più forti e per realizzare quelli, bisogna saper suonare.
Cosa ti piace ascoltare?
Mi piacciono le canzoni semplici che arrivano all’ascoltatore, non mi piace riempire di suoni per forza. Almeno per adesso è così e credo che si rifletta anche nei miei ascolti. Mi piacciono i cantautori italiani come Lucio Battisti, Lucio Dalla e tra tutti Fabrizio De André, un’ispirazione che è unica, uno stile di scrittura che aleggia sempre nella mia testa.

Sei un giovane creativo in un anno così strano, come il 2020. Di cosa hai bisogno?
Ho bisogno di amore e di provare sentimenti, è la cosa che offre forza al mondo. Spesso fa male, ma soffrire per amore è anche giusto e ci fa crescere. Poi ho bisogno di suonare in pubblico. Partecipo ai contest, il centro dell’attenzione mi appaga, sono un egocentrico e non ho paura di ammetterlo. Mi vedo sempre di più in futuro a suonare in pubblico, anche affrontando critiche o diffidenze. Importante che se ne parli, della mia musica.

Segui MEDA:
Facebook: https://www.facebook.com/meda169/
Instagram: https://www.instagram.com/meda169_/
Spotify: https://spoti.fi/2W1syMO