Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
Si riprende il gusto delle sue origini dalla provincia veneta Nitro, in questi giorni a Milano per presentare “No comment”, il disco che probabilmente segnerà questo 2018.
Perché se Nitro è “cresciuto in un paesino di 8mila anime dove ti guardavano male se ti mettevi i baggy jeans” è anche vero che oggi è uno dei più riconosciuti cantautori rap della scena italiana. “No Comment” è un disco provocatorio e denso, con tanto linguaggio rap in accordo coi tempi e metriche davvero intricate e fantasiose.
Le rime, a mitraglia, Nitro le fa sue con un abile utilizzo della lingua nei 13 nuovi brani di cui 9 prodotti da “Low Kidd”, sound engineer di Machete Empire Records e fondatore di 333 Mob, con la collaborazione di Slait per la traccia “Last Man Standing”.
Le tracce “Buio Omega” e “Infamity Show”, nuovo singolo uscito l’8 gennaio, sono state prodotte da Salmo, mentre i brani “Chairaggione” e “Ho fatto bene” sono stati affidati al giovanissimo e chiacchierato talento tha Supreme e da Zef e Denny The Cool. Quattro ospiti di prestigio nei featuring, come Salmo, frontman di Machete, Madman, Dani Faiv (nuovo talento di Machete Empire Records) e Lazza, nome di punta di 333 Mob e protagonista della scena nel 2017.
Fin dalla copertina in cui il rapper dice di aver pensato “ai rapimenti”, c’è energia quasi violenta. “Vero – dice lui – in questo disco ci sono tutte le tragioni che portano alla violenza su me stesso e su gli altri. Perché viviamo in periodi caotici, in confusione, e questo porta violenza e ignoranza”.
Talmente rock (non nelle sonorità, ovviamente) che sta pensando di fare un progetto a parte per esprimere la sua chiave metal, perché le influenze si sentono. E per questo è facile immaginarselo punk sovversivo, versione contemporanea. “Ma il punk è morto, a livello di ideologia. Impossibile fare cose come i Sex Pistols di questi tempi, ora che ho le telecamere addosso perennemente. All’epoca c’èra più leggerezza nel parlare, se vieni ripreso qualsiasi cosa dici resta nella Rete. Oggi puoi essere punk per 5 minuti. Non ci può essere oggi il punk, forse solo chi fa concerti e basta senza profilo sui social network, lo è. Mandare affanculo tutto il mondo virtuale potrebbe essere punk, ma come si fa? Vado in piazza ad annunciare il concerto? Significa essere contro il sistema. Se pensiamo che per ogni tendenza c’è un movimento di controtendenza in concomitanza, facile capire che le circostanze non lo permettono. Per essere sempre punk devi avere il senso del tempo e cambiare sempre e andare contro i gusti“.
I testi sono sicuramente il suo forte, però si ostina a non stamparli nel libretto del disco. “Non metto i testi nel booklet perché le strofe son troppo lunghe, scrivo troppe parole. Il cd con il booklet da sfogliare, l’odore, mi ricordo sempre con passione quei momenti. Oggi ci sono i siti che pubblicano tutto, quindi non è più essenziale. Mi impegno ad avere una dizione perfetta e vorrei che fosse chiaro quello che dico anche senza testo”.
La direzione artistica del disco è stata interamente curata da 333 Mob (Lorenzo Spinosa e Ignazio Pisano), quella creativa da Hell Raton (fondatore di Machete insieme a Salmo e Slait).
L’uscita di “No comment” è stata anticipata dalla pubblicazione del video-intro “Buio Omega” (LINK VEVO http://vevo.ly/kL6Zjq), e dal nuovo singolo “Infamity Show”, uscito in digitale e su Vevo (LINK VEVO http://vevo.ly/Nnk0JM) l’8 gennaio.
Il titolo del disco è volutamente una sfida, anche perché Nitro di commenti ne ha da esprimere: “No Comment è solo la superfice, non ho niente da dire. Voglio scavare a fondo, la copertina è così minimale e scarna perché quello che importa sta dentro. Si sarebbe potuto chiamare Senza Titolo ma non suonava bene”.
Il disco è anche un’occasione per riflettere sulla natura umana per il giovane Nitro, classe 1993. “L’essere umano sbaglia, ogni volta che sbagliamo siamo umani per volerci bene ce lo diciamo. La nostra particolarità è questa, odiamo gli sbagli ma la nostra umanità è quella. Penso anche che siamo rappresentanti delle briciole nell’immensità dello scorrere. A volte quello che scrivo non lo penso, ma mi convinco per darmi una consolazione, spesso sono paranoie“.
Su Violence c’è un intermezzo che dice: Sento le voci ‘Nitro sei finito’, da dove arriva questa fragilità?“A volte mi sveglio e penso che dovrei trovarmi un’altra vita per sfuggire al destino del solito bar coi soliti amici. E quindi quelle sono le volte che mi sento le voci”.
Tutto il disco sembra dirci che si può riuscire a esprimere veemenza e foga e nello stesso tempo riuscire a essere riflessivi e (auto)ironici.
E il rapporto coi fan come è? “I fan pretendono motlo oggi ma vogliono le cose sbagliate. Vogliono attenzione, i commenti sui social, la foto. Però nessuno vuole che dici qualcosa con la musica, che rifiuti il playback. Spero che prima o poi tutti dicano con coraggio questo. La musica e i gusti cambiano molto velocemente”.
Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it.
Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia.
Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
ARTIQUE nasce su uno dei territori più colpiti dal Coronavirus, in Lombardia. Si tratta di un progetto benefico per supportare
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Nitro: “Siamo immersi nella confusione”
Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
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Nitro: “Siamo immersi nella confusione”
Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
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Incontro con l'amatissimo rapper italiano che nel nuovo disco "No Comment" parla di disillusioni e torture mediatiche moderne. "Non si può essere più punk al giorno d'oggi".
Si riprende il gusto delle sue origini dalla provincia veneta Nitro, in questi giorni a Milano per presentare “No comment”, il disco che probabilmente segnerà questo 2018.
Perché se Nitro è “cresciuto in un paesino di 8mila anime dove ti guardavano male se ti mettevi i baggy jeans” è anche vero che oggi è uno dei più riconosciuti cantautori rap della scena italiana. “No Comment” è un disco provocatorio e denso, con tanto linguaggio rap in accordo coi tempi e metriche davvero intricate e fantasiose.
Le rime, a mitraglia, Nitro le fa sue con un abile utilizzo della lingua nei 13 nuovi brani di cui 9 prodotti da “Low Kidd”, sound engineer di Machete Empire Records e fondatore di 333 Mob, con la collaborazione di Slait per la traccia “Last Man Standing”.
Le tracce “Buio Omega” e “Infamity Show”, nuovo singolo uscito l’8 gennaio, sono state prodotte da Salmo, mentre i brani “Chairaggione” e “Ho fatto bene” sono stati affidati al giovanissimo e chiacchierato talento tha Supreme e da Zef e Denny The Cool. Quattro ospiti di prestigio nei featuring, come Salmo, frontman di Machete, Madman, Dani Faiv (nuovo talento di Machete Empire Records) e Lazza, nome di punta di 333 Mob e protagonista della scena nel 2017.
Fin dalla copertina in cui il rapper dice di aver pensato “ai rapimenti”, c’è energia quasi violenta. “Vero – dice lui – in questo disco ci sono tutte le tragioni che portano alla violenza su me stesso e su gli altri. Perché viviamo in periodi caotici, in confusione, e questo porta violenza e ignoranza”.
Talmente rock (non nelle sonorità, ovviamente) che sta pensando di fare un progetto a parte per esprimere la sua chiave metal, perché le influenze si sentono. E per questo è facile immaginarselo punk sovversivo, versione contemporanea. “Ma il punk è morto, a livello di ideologia. Impossibile fare cose come i Sex Pistols di questi tempi, ora che ho le telecamere addosso perennemente. All’epoca c’èra più leggerezza nel parlare, se vieni ripreso qualsiasi cosa dici resta nella Rete. Oggi puoi essere punk per 5 minuti. Non ci può essere oggi il punk, forse solo chi fa concerti e basta senza profilo sui social network, lo è. Mandare affanculo tutto il mondo virtuale potrebbe essere punk, ma come si fa? Vado in piazza ad annunciare il concerto? Significa essere contro il sistema. Se pensiamo che per ogni tendenza c’è un movimento di controtendenza in concomitanza, facile capire che le circostanze non lo permettono. Per essere sempre punk devi avere il senso del tempo e cambiare sempre e andare contro i gusti“.
I testi sono sicuramente il suo forte, però si ostina a non stamparli nel libretto del disco. “Non metto i testi nel booklet perché le strofe son troppo lunghe, scrivo troppe parole. Il cd con il booklet da sfogliare, l’odore, mi ricordo sempre con passione quei momenti. Oggi ci sono i siti che pubblicano tutto, quindi non è più essenziale. Mi impegno ad avere una dizione perfetta e vorrei che fosse chiaro quello che dico anche senza testo”.
La direzione artistica del disco è stata interamente curata da 333 Mob (Lorenzo Spinosa e Ignazio Pisano), quella creativa da Hell Raton (fondatore di Machete insieme a Salmo e Slait).
L’uscita di “No comment” è stata anticipata dalla pubblicazione del video-intro “Buio Omega” (LINK VEVO http://vevo.ly/kL6Zjq), e dal nuovo singolo “Infamity Show”, uscito in digitale e su Vevo (LINK VEVO http://vevo.ly/Nnk0JM) l’8 gennaio.
Il titolo del disco è volutamente una sfida, anche perché Nitro di commenti ne ha da esprimere: “No Comment è solo la superfice, non ho niente da dire. Voglio scavare a fondo, la copertina è così minimale e scarna perché quello che importa sta dentro. Si sarebbe potuto chiamare Senza Titolo ma non suonava bene”.
Il disco è anche un’occasione per riflettere sulla natura umana per il giovane Nitro, classe 1993. “L’essere umano sbaglia, ogni volta che sbagliamo siamo umani per volerci bene ce lo diciamo. La nostra particolarità è questa, odiamo gli sbagli ma la nostra umanità è quella. Penso anche che siamo rappresentanti delle briciole nell’immensità dello scorrere. A volte quello che scrivo non lo penso, ma mi convinco per darmi una consolazione, spesso sono paranoie“.
Su Violence c’è un intermezzo che dice: Sento le voci ‘Nitro sei finito’, da dove arriva questa fragilità? “A volte mi sveglio e penso che dovrei trovarmi un’altra vita per sfuggire al destino del solito bar coi soliti amici. E quindi quelle sono le volte che mi sento le voci”.
Tutto il disco sembra dirci che si può riuscire a esprimere veemenza e foga e nello stesso tempo riuscire a essere riflessivi e (auto)ironici.
E il rapporto coi fan come è? “I fan pretendono motlo oggi ma vogliono le cose sbagliate. Vogliono attenzione, i commenti sui social, la foto. Però nessuno vuole che dici qualcosa con la musica, che rifiuti il playback. Spero che prima o poi tutti dicano con coraggio questo. La musica e i gusti cambiano molto velocemente”.
Foto di Mattia Guolo.
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