“Glicine” , singolo di Sanremo 2021 cantato da una rinata Noemi, è al centro di un successo sotto gli occhi di tutti. Arrivato in top 20 appena usicto (classificatosi tra i primi 15 del Festival della Canzone italiana) è un cosiddetto “grower”: col tempo si sta imponendo nella rotazione radiofonica e televisiva più di tutti gli altri. La canzone regge anche a distanza della magia delle serata all’Ariston (benché deserto quest’anno) e , anzi, viene fuori ancora di più con la sua atmosfera calda e la metrica imprevedibile. Un bel pezzo di musica pop italiana contemporanea, scritto da Ginevra Lubrano, che è una cantautrice torinese in gara tra le Nuove Proposte ma non arrivata in finale, Francesco Fugazza, produttore lombardo membro del duo Muut, Tattroli, uno pseudonimo sotto il quale si cela anche Alessandro Mahmood, e Dario Faini, in arte Dardust, che ne ha curato anche la produzione con il suo team di producer chiamato Dorado Inc.. Glicine è sinonimo di rinascita, dice la cantante, che lo ha pubblicato in un disco chiamato “Metamorfosi”: “Gli ultimi anni sono stati duri a livello personale sia per me che per tutti noi. Il glicine è il simbolo dei fiori fragili che sembrano potersi rompere in un soffio, ma ha rami così forti che nel tempo piegano persino il ferro. Il glicine ha tanto da insegnare su come sarebbe bello saper stare al mondo. Sbocciare di un delicato rosa antico, sfacciato, però, nel blu profondo della notte, nonostante radici lunghe e tenaci che sì ci danno la vita ma spesso ce l’aggrovigliano anche“.
Il Sanremo 2021 di Noemi è stato particolarmente fortunato, non solo perché preceduto da un forte battage sulla sua ritrovata forma fisica perfetta: “Ogni volta è come la prima – ha scritto la cantante romana sui suoi account social – . È stato bellissimo condividere con voi la Metamorfosi che ho affrontato come artista e come Donna. Con Glicine vi voglio raccontare la nascita di una nuova forza, di una nuova consapevolezza. Ora sono orgogliosa di indossare le mie emozioni. E ho un abito da sera in tulle Dolce & Gabbana completamente ricoperto di Swarovski, realizzato e ricamato a mano, con la stessa passione che guida il mio percorso musicale“.
La cantante ha portato sul palco dell’Ariston l’eccellenza italiana, la storicità, la tradizione che abbraccia il cambiamento, con un look d’archivio della sfilata Dolce&Gabbana del 2007/2008, “un autentico tuffo nel passato perché anche io non rinnego chi sono“.
Classe 1993, Ginevra è una delle cantautrici più promettenti della nuova scena, un connubio unico di raffinatezza, sensibilità e freschezza che ha saputo tradurre in canzoni le emozioni e le esperienze che Noemi, nome d’arte di Veronica Scopelliti, ha voluto rivelare in questo nuovo album “Metamorfosi”.
A metà degli anni 2000 Noemi si era già fatta conoscere nell’ambiente romano, collaborando a un video di Pier Cortese e incidendo dei demo col famoso arrangiatore Diego Calvetti. L’esordio ufficiale a suo nome arrivò nell’aprile 2009, all’indomani della finale della seconda edizione di X Factor Italia (si classificò quinta) con il brano “Briciole”. La cantante ha partecipato a sei Festival di Sanremo: nel 2010 con Per tutta la vita, vincitore di un Sanremo Hit Award, nel 2012 con Sono solo parole, classificandosi al terzo posto, nel 2014 con Un uomo è un albero e Bagnati dal sole, che le hanno fruttato un Telegatto di Sanremo Social, nel 2016 con il brano La borsa di una donna, nel 2018 con Non smettere mai di cercarmi e nel 2021 con Glicine.
Come il glicine, pianta rampicante dalla fioritura delicata, ma in grado di piegare nel tempo il ferro, e dalle radici robuste, così la donna cantata da Noemi scopre dentro di sè la forza di rinnovarsi nel momento fragile della fine di un amore. Una forza molto simile a quella che ha trovato la Noemi di oggi. “Glicine” anticipa il nuovo album di inediti in uscita a marzo.
Il 2021 è anche l’anno del sodalizio con Neffa sia sul disco che nella gara canora. Insieme hanno interpretetato “Prima Di Andare Via” successo del 2003 contenuto nell’album “I molteplici mondi di Giovanni, il cantante Neffa”.
“Ho scelto Neffa perché è un cantautore che è sempre riuscito a mescolare con grande efficacia il gusto italiano e dei testi pazzeschi con le sonorità internazionali del soul, R’n’B e del funky. “Prima Di Andare Via” rappresenta molto bene questa unicità. E’ un brano apparentemente leggero, con una melodia vicina ai suoni del soul e un testo che ha al suo interno una parola importante come redenzione. Neffa è così, sa essere leggero e intenso allo stesso tempo. Una caratteristica molto speciale che mi piace moltissimo e in cui mi rivedo”, racconta Noemi.
Neffa è inoltre autore di uno dei brani contenuti nel nuovo album di inediti di Noemi anticipato da “Glicine” in gara al 71° Festival di Sanremo. Tra le altre collaborazioni anche Inoki sul brano “Ispirazione”. Noemi scrive: “Condivido con Inoki la stessa passione per la Musica e un amore incondizionato per Soul e R&B. É proprio l’unione delle nostre storie, così diverse all’apparenza, ad aver acceso l’ispirazione. Sono tornata bambina lavorando con Fabiano alla composizione del singolo, è stato un tuffo nel passato, tra quelle strade dell’hip-hop che ho sempre desiderato percorrere. I giorni passavano veloci, tra prove e confronti, eppure ho imparato a (ri)scoprire me stessa. Non si smette mai di crescere”.
Le evoluzioni “fisiche” di Noemi, bellissima alla soglia dei 40 anni, dopo questo Sanremo hanno accompagnato nel clamore del ritrovato successo anche quelle personali e musicali. Delle “metamorfosi”, decantate anche da splendidi versi di Alda Merini che Noemi omaggia pubblicamente, la cantante scrive sui suoi social: “La vita è strana, così come i momenti che la scandiscono. Ho imparato sulla mia pelle che l’unico cambiamento da accogliere a braccia aperte è quello che facciamo per noi stessi, per sentirci realizzati. Vai bene solo se vai bene te, la relazione con gli altri deve essere il frutto delle nostre scelte, saremo liberi di evolvere quando impareremo ad accettarne le conseguenze”.
Foto di apertura: Noemi versione 2021 ritratta da Attilio Cusani.