1 Aprile 2017

Due gallerie innovative di Parigi e Londra premiate al Miart 2017

Due progetti espositivi già trionfano nella Milano Art Week: sono della galleria inglese e della galleria parigina Pact. Ecco i motivi.

1 Aprile 2017

Due gallerie innovative di Parigi e Londra premiate al Miart 2017

Due progetti espositivi già trionfano nella Milano Art Week: sono della galleria inglese e della galleria parigina Pact. Ecco i motivi.

1 Aprile 2017

Due gallerie innovative di Parigi e Londra premiate al Miart 2017

Due progetti espositivi già trionfano nella Milano Art Week: sono della galleria inglese e della galleria parigina Pact. Ecco i motivi.

Alla 22esima edizione di Miart, la fiera d’arte che si pone come un’enorme mostra cosmopolita di tutte le innovazioni del settore dal mondo, ha già due vincitori.

Pact è la galleria emergente di questi due intraprendenti curatori.
Pact è la galleria emergente di questi due intraprendenti curatori.

La galleria Pact– con sede a Parigi – si aggiudica quest’anno il Premio BeART/emergent, il premio del valore di 4.000 euro destinato alla galleria della sezione emergent più meritevole per la promozione di giovani artisti. Il premio 2017 è in partnership con BeART, piattaforma di crowdfunding.

Pact, aperta nel Marais, il quartiere parigino degli artisti d’avanguardia attorno al Centre Pompidou, è l’acronimo di Pierre-Arnaud and Charlotte Trivini. Ci siamo soffermati sulla proposta della scultura di Amy Brener, tra l’archeologia e la fantascienza, e Pierre-Arnaud ci ha detto: “Questa è un’artista canadese su cui puntiamo molto. Ci mette molto tempo ad assemblare queste sculture, anche anni. Perché sono l’incontro del passato e del futuro, con dei materiali plastici che usano elementi naturali, come anche fiori e piante incollate a strutture che richiamano l’antico. Organizza oggetti, li sovrappone in elementi di architettura antica che riproduce con la resina. Fa pochi pezzi, è un sicuro investimento per chi la compra”.

E così dopo un giorno dalla nostra conversazione, Amy Brener ha vinto. Con il progetto che combina passato e futuro, che vedete in foto d’apertura, con calchi di frammenti architettonici e oggetti di uso quotidiano, come i suoi “scudi” che richiamano i tablet tecnologici. Il solo allestimento meriterebbe una visita.

Arte e danza assieme per il progetto della galleria Pact di Parigi.
Arte e danza assieme per il progetto della galleria Pact di Parigi.

L’altro artista di punta della parigina Pact è l’italo-venezuelano Manuel Scano Larrazàbal, nato a Padova nel 1981, da madre venezuelano e padre sardo. Negli anni 80 è cresciuto a Caracas per poi frequentare a Milano l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo progetto si chiama “Pantomime”, una parola che rimanda al movimento corporeo e alla mimica allegorica. Si articola in mobili fatti di legno e fili di nylon con alle estremità delle penne che sembrano danzare su azione di ventilatori. L’idea della galleria è stata quella di far dialogare quest’opera con l’artista e coreografo francese Benjamin Bertrand, che recentemente aveva creato “Rafales” un duetto col ballerino Léonor Zurflüh, che riprende il tema dell’armonia di due corpi che ballano al vento.

Lucy Harvey e il progetto della galleria londinese Anthony Reynolds.
Lucy Harvey e il progetto della galleria londinese Anthony Reynolds.

Il Premio Herno destinato allo stand con il miglior progetto espositivo, pensato, allestito e curato in tutti i dettagli come una mostra, è andato invece alla Anthony Reynolds Gallery di Londra, con la mostra personale di Lucy Harvey. L’artista ha portato a Miart un estratto di 4 video e del suo progetto Guide To Life che va avanti dal 1997. La galleria, attiva dal 1985 in uno spazio ai confini della City, è stata premiata per l’ambizione, la qualità del concept dell’allestimento e la capacità di raccontare nello spazio di uno stand fieristico una pratica artistica complessa e profondamente legata all’esistenza dell’artista. Lucy Harvey dice della sua opera: “Ho iniziato a fare una serie di disegni astratti formato cartolina. Mi sono concentrata sulle sensazioni dei cicli dell’artista: l’esaltazione della creazione e la disperazione del nulla che viene dopo. Il lavoro sulla natura dell’arte è venuto fuori così, sovrapponendo i disegni alle parole. Tratta dell’eterno mistero della bellezza. Così l’ho intitolato The Answer To Everything”.

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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