Arte materica, immagini che si fondono con le lettere della nostra lingua. Le suggestioni dei testi che abitualmente Alfredo Rapetti Mogol ha usato nelle sue celebri composizioni di musica popolare ritornano, spesso sotto altre spoglie, in “Abbi cura di Te”, la mostra esposta nei pregevoli spazi di Roseto. Ci troviamo in corso Garibaldi 95, nel cuore di Brera a Milano, e la ‘galleria‘ all’interno del condominio di lusso gestito dalla società specializzata nella locazione di immobili di pregio di proprietà, è il luogo perfetto per ammirare con calma la forza espressiva di Alfredo Rapetti Mogol.
L’evento è promosso da Roseto ( in compartecipazione con Harves (società di intermediazione immobiliare orientata al segmento Luxury Real Estate). La mostra si avvale del supporto di Art Relation di Milo Goj, realtà leader nella consulenza per il mondo dell’arte.
Alfredo Rapetti Mogol, autore di alcuni dei testi più amati della musica italiana, è anche un artista di grande sensibilità. Figlio d’arte, Alfredo ha saputo unire due mondi, la parola e l’immagine, con il suo eclettico e personalissimo stile. Il risultato è unico: la scrittura viene “dipinta” e diventa opera d’arte capace di esplorare emozioni e di evocare una nuova forma di comunicazione, quasi un enigma che il pubblico è chiamato a risolvere per assaporare lo svelamento finale.
A suggellare l’intesa tra l’artista e Roseto/Harves l’opera realizzata “ad hoc” da Alfredo Rapetti Mogol, “Abbi cura di te”. “Il quadro che conferisce il titolo alla mostra, sottolinea un intento comune: quello del ‘prendersi cura’, coinvolgendo il pubblico in un viaggio sensoriale e visivo così come entrambe le società esprimono l’intento di progettare un ambiente confortevole emozionando i propri ospiti” racconta Rocco Roggia, CEO di Roseto.
“Ho incentrato tutto il mio lavoro di autore sulla parola”, spiega Alfredo Rapetti Mogol, “e questo ha avuto una naturale ripercussione sulla mia attività artistica. Cerco di utilizzare le parole giuste sia nei quadri che nelle canzoni, sia in spazi limitati che illimitati. Cerco di conferire spazi nuovi alle lettere di una frase, creare “isole letterarie” che possano evocare altri tempi ed altri spazi. La scrittura è molto “cerebrale” e la pittura, in aggiunta a questo aspetto, contempla anche un gesto, così il mio “canto” si esplicita nella pittura”.
“Oggi i confini tra pittura, fotografia, installazioni e persino alcune pubblicità sono diventati labili, quasi impalpabili”, afferma Milo Goj, “tanto che la semiotica utilizza, per tutte queste forme, prese singolarmente o abbinate tra loro, il termine “testo visivo”, che riassume quadri, sculture, riproduzioni e quant’altro. Ma la contaminazione non coinvolge soltanto le diverse declinazioni dell’arte visiva. Alfredo Rapetti Mogol, che oltre ad essere pittore e scultore è anche uno dei più apprezzati autori di testi per la musica, fonde in molte sue opere l’arte della parola con quella visiva. I suoi testi scritti diventano, così, protagonisti dei suoi testi visivi”.