8 Giugno 2019

“Porno e rancori”, la vita in musica di In Arte Gibilterra

Il disco è stato anticipato dai singoli Cornice, Cosmopolitan e Quasi 18. "La musica è un bellissimo hobby che sceglierei sempre".

8 Giugno 2019

“Porno e rancori”, la vita in musica di In Arte Gibilterra

Il disco è stato anticipato dai singoli Cornice, Cosmopolitan e Quasi 18. "La musica è un bellissimo hobby che sceglierei sempre".

8 Giugno 2019

“Porno e rancori”, la vita in musica di In Arte Gibilterra

Il disco è stato anticipato dai singoli Cornice, Cosmopolitan e Quasi 18. "La musica è un bellissimo hobby che sceglierei sempre".

Ci vuole coraggio di questi tempi a girare un video a Napoli se non ti chiami Liberato e se non hai la presunzione di raccontare la città con la tua musica. In Arte Gibilterra l’ha fatto nella maniera più pop possibile, cioè quella di vedere la città anche negli angoli brutti, con la bellezza indiscutibile del sedere perfetto femminile in primo piano. Inquadrata sempre “dal posteriore”, imitando un’inquadratura alla Oliviero Toscani, la protagonista di Cornice, il singolo del cantautore che ce l’ha fatto conoscere, è una bella ballata cruda di una relazione di giovani di questi anni.

Dopo il clamore suscitato dai singoli (Cornice e Cosmopolitan, diventati un caso sul web anche grazie a due videoclip provocanti), In Arte Gibilterra da qualche settimana ha pubblicato il singolo Quasi 18 (su etichetta Limonata Dischi) e l’album di debutto “Porno e rancori”.

“C’è chi va in piscina o in palestra o fa una rissa in discoteca – ci ha detto schiettamente il giorno prima della sua grande esibizione stasera all’Ippodromo di San Siro a Milano – mentre io suono piano e chitarra e compongo canzoni. Ultimamnete parto come ispirazione da quello che scrivo e solo successivamente aggiustiamo il pezzo sui beat, musica e parole mi escono assieme e se non trovo armonia giusta non mi parte la parola”.

Una determinante connessione con il mondo di adesso è quello che colpisce della musica di In Arte Gibilterra, che in realtà si chiama Gian Marco, è romano e ha 28 anni. “Mi piace parlare di un amore in difficoltà, mi piace anche buttare via quello che dopo non regge. So che devo trovare le parole giuste, così se mi capita durante il giorno, mi fermo e mi aggiusto, ma su un beat non so se sarei in grado di scrivere. Ne compongo di canzoni…da quando avevo 16 anni ma tutto questo disco è nato su testi scritti al massimo in due mesi. Ovviamente sono testi che si riferiscono a storie di un lasso di tempo più ampio”.

La musica la suona, e si sente. Parte molto dal piano “ma non volevo fosse limitante, così strimpello alla chitarra e suono di tanto in tanto il basso, nel mio monolocale con tutti questi strumenti alla Caffarella a Roma”.

La zona è San Giovanni, vicino al Parco dell’Appia Antica: “Ma ho il terrazzo, e al parco non ci vado mai”, confessa Gian Marco “Jimmy” Massari, che per la produzione e il mix dei brani del suo esordio ha voluto Andrea “Fox” Della Volpe, ad eccezione di Madagascar prodotta da Andrea Iannone. Le voci sono state registrate presso lo studio O.S. Recording di Gino Reccia a Grumo Nevano (NA), mentre il master dell’album è stato affidato a Gianni “Blob” Roma presso L’arte dei Rumori Studio a Marano (NA).

Il sesso e il corpo non sono un tabù per questo ragazzo apparentemente pacato, con una preferenza spiccata per il linguaggio diretto. Per “Cosmopolitan”, un clip d’autore a luci rosse, il cantautore dice: “Il video vuole raccontare la solitudine attraverso l’unione. Un luogo caldo, nido d’amore per essere umani soli, dove il tempo si ferma, dove non siamo gli stessi e dove ci possiamo spogliare. Dove l’amore lo si fa per soldi o per compagnia, per rabbia o per rivincita. Per dominare o essere dominati. Lo facciamo tutti ma non lo vogliamo vedere. Eppure i nostri occhi sono memori, scrutano, osservano tutto, cadono sul fondo schiena di una donna, finiscono per riosservarsi dentro uno specchio. Fare l’amore è uno po’ come fare un duetto: devi saper misurare le parole e andare a tempo, seguire la musica. È un po’ come sapersi guardare dentro, un po’ come vedersi nell’altro, distante e vicino allo stesso tempo. È sempre così, fino a che non finisce, va via la musica e porta con sé la magia e ritorniamo di nuovo soli, nell’involucro del nostro corpo”.

Gian Marco “Jimmy” Massari nasce a Roma nel 1990. Con i Metma Caspen dichiara il suo amore per il rock anni ’70, con i Latte allo Smog si avventura nella progressive, con i Il Piano di Sopra impara ad essere frontman per poi accomodarsi (ancora oggi) al ruolo di tastierista. Poi, un giorno, capisce che la cosa migliore da fare è togliere, più che mettere. Jimmy trova così la sua dimensione nel synth-pop, e in seguito all’interessamento di Giulio Bruni di Limonata Dischi dà vita al progetto In Arte Gibilterra.

“Quasi 18 – spiega In Arte Gibilterra – è una canzone che esprime al massimo la nostra concezione di musica, ovvero il beat pop. La canzone è divisa in due parti: la prima parla di una “lei” minorenne, quasi 18 (anni) appunto, con tutte le sue insicurezze, le sue paure e le sue voglie represse. Nella seconda parte si parla di “lui” che vorrebbe avere la sensibilità di aspettare “lei” e le sue “regole”, nonostante l’impeto di voler soddisfare le proprie esigenze”.

Inevitabile chiedergli della sua città, quella che tutti dicono non stia vivendo un momento particolarmente felice: “Roma l’ho iniziata ad amare recentemente, e forse è vero che ci sia più creatività quando le cose vanno male. Da quando ho mollato la scuola, ho sempre cercato altre case in altre città, un po’ all’estero, per poi scoprire che mi sento meglio a Roma. Sicuramente è un posto dove riesci a conoscere tanta gente diversa, le mie canzoni parlano di persone, quindi voglio restare qui”.

Nel brano “Ex dogana”, per esempio, racconta di una scena realmente vissuta da spettatore: “Ero in un locale e ho assistito a questo litigio in cui lei aveva trattato male lui, emarginandolo dal gruppo di amici con cui l’aveva trascinato fuori. Io soffrivo per lui a guardarlo”.

La sperimentazione, anche con la trap, gli interessa: “Il titolo del disco, Porno e rancori, nasce da una canzone, Puzzle, che è stata scartata ma che parlava di provocazione e amori non sbocciati. Per me, nei video e nelle canzoni, il lato sessuale è fondamentale perché le giornate sono piene di sesso nel bene e nel male”.

Ma esiste un male del sesso? In Arte Gibilterra non ha dubbi: “La sensazione è quella di quando stai con una persona che ti piace e le pulsioni ti fanno fare cazzate con altre..ne vale la pena? Poi ti rovina il rapporto con chi ami”.

 

A me interessa di più vorrei valorizzare il testo, viene coperto dai video e perde la canzone, ci giochiamo un po’ perché arriviamo a un pubblico più ampio. Madagascar che forse andrà di meno, ma c’è molto di me, parla della ragazza, ci sto più io come vorrei che fosse la mia musica. Abbiamo aggiunto basi reggaeton, sperimentazione e divertimento.

Le mie ispirazioni non si possono evincere dalla musica che faccio ora, anni settanta del rock, ho iniziato a scrivere musica, non testi, dei Doors e poi Stooges, progressive King Crimson, Emerson Lake and Palmer, e poi non so come sono arrivato qui. Ho testato che le band sono complicate, se non hanno

Progressive è musica di virtuosi, la libertà che ti dava, non è lineare, l’unica canzone che richiama leggermente è Cosmopolitan, nei suoi tre minuti di pop non è lineare.

Come influenze musicali, il cantautore ci spiazza con le sue risposte: “Penseresti a Calcutta, Gazzelle o Coaez? Beh, quando sto a casa e voglio musica mi metto i Pink Floyd o Velvet Underground. Mi piace scoprire più nel passato, anche se ho un orecchio sempre nel presente, ovvio. Mi piace partire per un viaggio a ritroso e trovare sempre un nesso nella musica, mi piacciono canzoni da 15 minuti“.

Una sorta di eredità della sua fascinazione per il Progressive degli anni 70, quindi. Ma la sua ambizione ora che è ascoltato come cantante solista quale sarebbe? “Io faccio l’agente immobiliare ed è un lavoro creativo, faccio freestyle quando parlo con persone di estrazione diversa, ti devi modulare diversamente per vendere. Mi piace, ho molto rispetto per le persone che mi stanno attorno. Per me la musica è un bellissimo hobby che mi permette di suonare e farmi notare da persone come Cicoria che fa rap duro e mi ha invitato a suonare con lui. Se parte il tour invernale mi piacerebbe farlo. Se puntassi tutto sulla musica sarebbe dura. Ma ti assicuro che se diventasse più impegnativa la sceglierei”.

 

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Christian D’Antonio (Salerno,1974) è direttore responsabile della testata online di lifestyle thewaymagazine.it. Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 2004, ha scritto due libri sulla musica pop, partecipato come speaker a eventi e convegni su argomenti di tendenza e luxury. Ha creato con The Way Magazine e il supporto del team di FD Media Group format di incontri pubblici su innovazione e design per la Milano Digital Week e la Milano Design Week. Ha curato per diversi anni eventi pubblici durante la Milano Music Week. È attualmente ospite tv nei talk show di Damiano Gallo di Discovery Italia. Ha curato per il quartiere NoLo a Milano rassegne di moda, arte e spettacolo dal 2017. In qualità di giudice, ha presenziato alle manifestazioni Sannolo Milano, Positive Business Awards, Accademia pizza doc, Cooking is real, Positano fashion day, Milan Legal Week.
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