Le posizioni dell’artista surrealista, a partire dagli anni Venti del Novecento, perseguivano l’ideale di una liberazione della società in senso politico, schierandosi su posizioni progressiste e anticolonialiste. Oltre alla liberazione dell’individuo, grandissimi artisti hanno fatto proprio questo con la loro creatività: mosso il mondo in avanti.
A ben guardare il Surrealismo non è stato solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo, un modo di pensare radicalmente nuovo che trasformò le esistenze dei loro membri.
È su questo concetto fondamentale che si sviluppano i molteplici temi della nuova mostra che il Mudec inaugura il 22 marzo a Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”, presentando 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti, tutti provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.
L’ampia selezione di capolavori presentati nella mostra racconta al visitatore quali fossero le principali premesse e motivazioni dei surrealisti: utilizzando oggetti trovati, tecniche automatiche o pratiche simili a giochi, gli artisti tentarono di escludere la sfera della razionalità, nella speranza di creare uno shock poetico che avrebbe cambiato il mondo.
Le sei sezioni presentano il mondo del Surrealismo nei più diversi ambiti artistici: dipinti, opere su carta, pubblicazioni e oggetti, sculture… la poetica surrealista pervade le sale, una dopo l’altra, in un percorso suggestivo e affascinante. Ogni sezione è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema della sezione, e da una citazione, che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo incantato su una realtà ‘altra’.
Al Mudec di Milano sono esposte le origini dadaiste del Surrealismo – con opere e pubblicazioni di Kurt
Schwitters, Tristan Tzara e Francis Picabia. In visione anche tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo
importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp, con lavori come Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952.
In una sezione anche i vari metodi usati dai surrealisti per ottenere l’accesso all’inconscio. Dai giochi d’azzardo al collage, al frottage, alla scrittura e al disegno dal flusso di coscienza. Alcuni artisti hanno cercato mezzi e modi per avere le allucinazioni o hanno usato esperienze psicotiche nel loro lavoro.
Uno dei capolavori più importanti in questa sezione è quello di Eileen Agar, Figura seduta. Nel 1928 Eileen Agar incontrò André Breton e Paul Éluard a Parigi. Allo stesso tempo, i fossili e le ossa di creature preistoriche nel Jardin des Plantes la stavano affascinando per il loro ingegnoso disegno astratto. Da questo momento in poi Agar combinerà nel suo lavoro strutture di antichi animali, piante e alghe marine con il mondo aereo della sua immaginazione, cercando di avvicinare nuovamente la cultura occidentale alla natura.
Els Hoek è curatrice presso il Museo Boijmans Van Beuningen. Ha iniziato la sua carriera come curatrice e
ricercatrice freelance nel 1983.
Alessandro Nigro è professore associato di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze. I suoi ambiti di indagine includono la critica d’arte dal XVIII al XX secolo, le avanguardie storiche e il genere della ritrattistica. Per i suoi progetti di ricerca sul Surrealismo, incentrati in particolare su aspetti quali il mercato dell’arte, il collezionismo e la storia delle esposizioni, è stato Ricercatore invitato presso la Fondazione Cini di Venezia nel 2017.