23 Marzo 2023

Quando il Novecento era surrealista

Al Mudec di Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”. 180 opere dall'Olanda.

23 Marzo 2023

Quando il Novecento era surrealista

Al Mudec di Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”. 180 opere dall'Olanda.

23 Marzo 2023

Quando il Novecento era surrealista

Al Mudec di Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”. 180 opere dall'Olanda.

Le posizioni dell’artista surrealista, a partire dagli anni Venti del Novecento, perseguivano l’ideale di una liberazione della società in senso politico, schierandosi su posizioni progressiste e anticolonialiste. Oltre alla liberazione dell’individuo, grandissimi artisti hanno fatto proprio questo con la loro creatività: mosso il mondo in avanti.

A ben guardare il Surrealismo non è stato solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo, un modo di pensare radicalmente nuovo che trasformò le esistenze dei loro membri.
È su questo concetto fondamentale che si sviluppano i molteplici temi della nuova mostra che il Mudec inaugura il 22 marzo a Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”, presentando 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti, tutti provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.

Il Museo Boijmans Van Beuningen possiede una collezione di arte surrealista unica e famosa in tutto il mondo, che annovera artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray; il museo racconta un intero movimento artistico non solo esponendone le opere ma anche approfondendo con focus verticali le tecniche, gli stili, i materiali, riflettendo così i metodi e le idee di lavoro degli artisti legati al movimento. Oltre a dipinti, oggetti e opere su carta, la collezione comprende numerosi libri rari, periodici e manifesti di importanti artisti e scrittori surrealisti. Il Boijmans cominciò a raccogliere arte surrealista dall’inizio degli anni Sessanta. Da quel momento in poi, la collezione non si è limitata solo al periodo storico del movimento (che va dagli anni Venti fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale), ma si è via via arricchita di opere di arte contemporanea nate da idee ispirate al movimento o realizzate da artisti con una poetica che può essere definita come surrealista. La scelta di curare una mostra per il Mudec ha portato a una selezione della collezione, con un focus particolare sull’interesse dei surrealisti per le culture native. Foto dell’allestimento al Mudec di Milano di Gianni Foraboschi per The Way Magazine.
Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen
UNA MOSTRA 24 ORE Cultura IN COLLABORAZIONE CON Museo Boijmans Van Beuningen
CURATELA Els Hoek, Museo Boijmans Van Beuningen
FOCUS SEZIONE A CURA DI Alessandro Nigro, Professore Università di Firenze
PROGETTO DI ALLESTIMENTO Architetto Corrado Anselmi
PARTNER ISTITUZIONALE 24 ORE CULTURA Fondazione Deloitte – Deloitte
SPONSOR MOSTRA BPER Banca S.p.A
BIGLIETTERIA Ticket 24 Ore
DIDATTICA Education 24 ORE Cultura SEDE Mudec

L’ampia selezione di capolavori presentati nella mostra racconta al visitatore quali fossero le principali premesse e motivazioni dei surrealisti: utilizzando oggetti trovati, tecniche automatiche o pratiche simili a giochi, gli artisti tentarono di escludere la sfera della razionalità, nella speranza di creare uno shock poetico che avrebbe cambiato il mondo.
Le sei sezioni presentano il mondo del Surrealismo nei più diversi ambiti artistici: dipinti, opere su carta, pubblicazioni e oggetti, sculture… la poetica surrealista pervade le sale, una dopo l’altra, in un percorso suggestivo e affascinante. Ogni sezione è introdotta da una scultura chiave o un oggetto iconico, che parla al visitatore evocando il tema della sezione, e da una citazione, che racconta e ricorda al pubblico come il surrealismo fu anche manifesto filosofico, pensiero poetico, sguardo incantato su una realtà ‘altra’.

Tutta la terra è arte, diceva Hans Arp. Foto dell’allestimento al Mudec di Milano dalla mostra dell’arte surrealista. (Gianni Foraboschi/The Way Magazine).

Al Mudec di Milano sono esposte le origini dadaiste del Surrealismo – con opere e pubblicazioni di Kurt
Schwitters, Tristan Tzara e Francis Picabia. In visione anche tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo
importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp, con lavori come Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952.

In una sezione anche i vari metodi usati dai surrealisti per ottenere l’accesso all’inconscio. Dai giochi d’azzardo al collage, al frottage, alla scrittura e al disegno dal flusso di coscienza. Alcuni artisti hanno cercato mezzi e modi per avere le allucinazioni o hanno usato esperienze psicotiche nel loro lavoro.
Uno dei capolavori più importanti in questa sezione è quello di Eileen Agar, Figura seduta. Nel 1928 Eileen Agar incontrò André Breton e Paul Éluard a Parigi. Allo stesso tempo, i fossili e le ossa di creature preistoriche nel Jardin des Plantes la stavano affascinando per il loro ingegnoso disegno astratto. Da questo momento in poi Agar combinerà nel suo lavoro strutture di antichi animali, piante e alghe marine con il mondo aereo della sua immaginazione, cercando di avvicinare nuovamente la cultura occidentale alla natura.

Le sezioni della mostra sono arricchite da un affascinante apparato multimediale che completa
il quadro del racconto che caratterizza ogni sezione. Saranno proiettati spezzoni di film d’epoca
che hanno rivisitato la poetica surrealista contribuendo a formare nella società un nuovo modo
di approcciarsi alla realtà: da capolavori come Entr’acte (1924), un cortometraggio di Rene
Clair tratto da una sceneggiatura di Francis Picabia con diversi dadaisti (che in seguito
divennero surrealisti), a Spellbound di Alfred Hitchcock, del 1945.
In mostra al Mudec di Milano, il tema del complesso rapporto tra il Surrealismo e le culture del sud globale. Tale rapporto costituisce un fil rouge che accomuna numerosi protagonisti del movimento, a
partire dal capofila André Breton, che scoprì l’arte a quel tempo detta “primitiva” sin da ragazzo,
diventandone poi un importante collezionista. Per i surrealisti quello per le culture native non fu solamente un interesse di tipo estetico o collezionistico, ma costituì uno dei temi di riferimento del movimento. I surrealisti ebbero in particolare una predilezione per gli oggetti etnografici oceanici e
dell’America del Nord, che apparivano ai loro occhi più fantastici e poetici di quelli africani (già
culturalmente connotati per il loro legame con il precedente Cubismo), nonché dotati di valenze
magiche e ancestrali che ben si armonizzavano con la poetica del movimento, che oltre al sogno
si era interessato agli stati di trance e ai poteri medianici. Gli artefatti delle culture native
venivano inoltre a integrarsi nel concetto di “meraviglioso”, una delle categorie fondanti del
movimento che assicurava l’accesso alla dimensione della surrealtà, essenziale per la
liberazione dell’individuo e per il suo affrancamento dalle convenzioni della società.
Paul Nougé diceva nel 1931: “il mondo è alterato: non esistono più cose comuni”.

Els Hoek è curatrice presso il Museo Boijmans Van Beuningen. Ha iniziato la sua carriera come curatrice e
ricercatrice freelance nel 1983.

Alessandro Nigro è professore associato di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze. I suoi ambiti di indagine includono la critica d’arte dal XVIII al XX secolo, le avanguardie storiche e il genere della ritrattistica. Per i suoi progetti di ricerca sul Surrealismo, incentrati in particolare su aspetti quali il mercato dell’arte, il collezionismo e la storia delle esposizioni, è stato Ricercatore invitato presso la Fondazione Cini di Venezia nel 2017.

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