2 Aprile 2019

Renata Boero: il tempo è dalla parte della sua arte

I "Cromoprogrammi" di "Kromo-Kronos" al Museo del 900 di Milano fanno riscoprire l'indagine di un'artista che ha una filosofia molto definita.

2 Aprile 2019

Renata Boero: il tempo è dalla parte della sua arte

I "Cromoprogrammi" di "Kromo-Kronos" al Museo del 900 di Milano fanno riscoprire l'indagine di un'artista che ha una filosofia molto definita.

2 Aprile 2019

Renata Boero: il tempo è dalla parte della sua arte

I "Cromoprogrammi" di "Kromo-Kronos" al Museo del 900 di Milano fanno riscoprire l'indagine di un'artista che ha una filosofia molto definita.

Il tempo è parte integrante e fondante dell’indagine artistica di Renata Boero. E il tempo ha giocato un ruolo chiave anche nella sua fortuna presso i visitatori: proprio col tempo questa artista del Novecento italiano è stata scoperta o riscoperta, tanto che l’altra sera al Museo del Novecento di Milano per l’apertura della Milano Art Week 2019 c’era una folla entusiasta. Ad ammirare i lavori di Boero per la personale  “Kromo-Kronos”, a cura di Anna Daneri e Iolanda Ratti, curatori e compratori. L’esposizione propone una rilettura critica del lavoro dell’artista genovese attiva sulla scena internazionale dagli anni Sessanta, mettendo in relazione la sua produzione storica con quella più recente.

“Kromo-Kronos” si apre con una selezione pressoché inedita di “Cromoprogrammi”, opere su tela realizzate sperimentando l’interazione di pigmenti naturali ed elementi organici prodotte a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Da questi lavori, che trovano nella monumentalità e nella processualità su grande scala la propria compiutezza, emergono i due aspetti fondamentali della ricerca di Renata Boero: la manualità e la materia. Sono il tempo e la memoria a guidare l’interazione della materia e del colore, una volta che la tela viene immersa nell’infuso ottenuto dall’ebollizione di erbe, radici e pigmenti: ripiegata, come le pagine di un libro, la materia assorbe il colore, generando un disegno e un ritmo all’interno del racconto cromatico.

A partire dai “Cromoprogrammi”, la mostra segue lo sviluppo del lavoro di Renata Boero attraverso la serie delle “Germinazioni”, dei “Fiori di Carta” e delle più recenti “Ctoniografie” – cronoprogrammi generati in assenza dell’artista, che ne innesca il processo di trasformazione interrandoli. I lavori più attuali presenti in mostra rendono conto della circolarità nell’operare dell’artista e di una sorprendente coerenza nella sua ricerca. L’esposizione è completata da un ampio apparato documentale e bibliografico e invita il pubblico a entrare in uno spazio intimo e personale – quello dello studio – che viene evocato attraverso materiali d’archivio quali strumenti, fotografie, carteggi e libri.

Renata Boero in posa con un amico al vernissage della sua mostra al Museo del 900 a Milano (foto The Way Magazine).


Renata Boero (1936, Genova). Dopo gli studi umanistici compiuti tra Torino e la Svizzera, inizia a esporre nel 1959 alla Quadriennale di Roma dove poi ritorna nel 1986 e nel 1999. Fin dalla fine degli anni Sessanta inizia la sua esplorazione sugli elementi naturali che poi traduce nelle sue note serie intitolate “Cromoprogrammi” e “Germinazioni”, richerche tuttora aperte. I lavori vengono presentati per la prima volta nel 1970 da Jacques Lepage a Toulose, poi alla Galleria Martano di Torino, all’ICC di Anversa, alla Biennale di San Paolo in Brasile, alla Biennale di Venezia nel 1982 (dove poi torna nel 1993, 2008 e 2009) e al Museo Nazionale di Storia della Bielorussia a Minsk. Nel 2012 tiene un ciclo di conferenze e mostre personali in Argentina, all’Università di Tucuman, Cordoba e al Museo Salta. Prosegue un’intensa attività espositiva in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero, che affianca all’impegno di insegnamento alla NABA e all’Accademia di Brera a Milano e a Bregamo con Mario Cresci. Vive e lavora tra Milano e Genova.

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