Rosanna Pannone, scrittrice campana 36enne, esordisce con un romanzo ad alta intensità emotiva (ed erotica) questa stagione. Il suo “Dottore…Caffè?” è un viaggio nella passione di una giovane protagonista a Manhattan che sta facendo incuriosire i lettori di tutta Italia per la sua carica e capacità di immedesimazione.
Rosanna, 36 anni, campana, in America non c’è mai stata, ma il setting della sua storia è molto verosimile. La vita di Nina è sconvolta un giorno uscendo dalla metro, mentre raggiungeva il bar dove la aspettavano per il caffè, quando sentì due occhi addosso che le sembrò le togliessero il fiato. Uno sguardo, una stretta di mano, due battute fugaci e la consapevolezza di non essersi mai sentita così vicina a qualcuno che neanche conosceva.
Edito da Il quaderno edizioni, Dottore.. Caffè? ha un’attenta prefazione firmata dall’artista Monica Sarnelli.
Rosanna, il titolo del libro è già ammiccante. Come ti è venuto in mente?
Cercavo un titolo breve che fosse memorabile e fosse il riassunto del libro, mi è venuto in mente perché ero al telefono con una cugina che mi diceva: deve essere corto, deve essere d’impatto. Anche se la storia di ambienta a New York e non so se lì il caffè è sempre una scusa buona per vedersi come da noi in Italia. Ma non volevo fare un spot all’alcol. E poi ho pensato che l’alcol altera i comportamenti, magari le donne con un bicchiere fanno cose che normalmente non farebbero. E invece la mia protagonista è travolta da una pura passione.
Che ambientazione hai scelto?
Manhattan è a metà tra quello che c’è nel mio cuore e le mie suggestione che provo quando penso al mio sogno di Manhattan, un luogo dove vorrei festeggiare i miei 40 anni con le mie più care amiche. Lì mi sembra tutto è possibile ma non per vacanza, io penso proprio alla vita, è la terra delle opportunità.
Se fossi stata scrittrice americana?
Beh, forse avrei iniziato prima. Diventare scrittrice in America è differente, ma per il mio libro mi sono gettata nelle ricerche online e mi sono fatta un giro virtuale su YouTube per i negozi, gli hotel…New York è una città che cambia e nel farlo, va avanti e indietro. Avevo visto Sex and The City, ovviamente, e mi era piaciuto molto.
Hai un passato di lettrice di libri erotici, visto che nel tuo c’è anche questo aspetto?
Ho letto i racconti de Il Delta di Venere che secondo me è erotica spicciola, con un contenuto molto più crudo di quello che volevo raggiungere io. Parto dal presupposto di cosa vale la pena scrivere. Un conto è farlo per te stessa, un conto è darlo agli altri e pensare che venga letto da altre persone. Ora non so come andrà a finire ma spero di pubblicare gli altri due libri della trilogia, con cui sono già a buon punto.
Hai mai prefigurato le reazioni degli uomini e delle donne che ti avrebbero letto?
A me piace sentire il giudizio perché ti offre lo spunto critico e ti fa capire come catturare più tipi di lettori. Penso che questo libro possa interessare più alle donne che agli uomini. Il punto di vista di John, il protagonista maschile, non l’ho messo esplicitamente, nel secondo ci saranno più punti di vista. Nelle presentazioni che sto facendo la curiosità sta emergendo, mi piace il confronto dopo la lettura, è divertente. Penso che ci sarebbe stato la stessa curiosità se fosse stato scritto da un uomo.
Immagino ti venga chiesto quanto di vero e di te c’è dentro questa storia bollente.
Una passione del genere che se non l’hai vissuta non la puoi raccontare. Credo che stia avendo successo perché è l’aspirazione di tutti, riuscire ad avere tale intensità in un rapporto.
A chi lo hai fatto leggere per primo?
Ho scelto categorie di persone diverse. L’ho dato a una donna di 50 anni, a una sconosciuta di 40 anni, a mia cugina di 23 anni, un uomo di 27 anni. Mi hanno dato pareri a volte opposti, a volte coincidenti. Per esempio la signora 50enne si ricordava di cose lontane nel tempo. Il giovane ha esclamato: “Ah quindi è così che funziona per voi donne”.
Come ti senti al debutto di una carriera?
La casa editrice non ha cambiato nulla di quello che ho presentato e ne sono ancora stupita. Mi ha fatto piacere e da subito però ho avuto una responsabilità, il libro è molto mio. Ho sempre detto un giorno scriverò un libro ma non trovi mai il coraggio di farlo, la storia c’era bastava trovare la voglia di immergersi in un’altra realtà. Come a teatro, l’attore può essere tante altre persone, quando scrivi diventi il personaggio. Difficilmente mi stancherò di scrivere, proprio per questo.
Hai indagato sui rapporti e sulle mancanze: ma a te cosa manca di più?
Oggi è tutto concesso, sia agli uomini che alle donne, mi piaceva la galanteria di un tempo nemmeno troppo lontano. Sai, per molte donne è importante correre, se non sei tu è un’altra non c’è posto per tutte. Io sono per la realizzazione della donna anche senza un uomo. La soddisfazione di una donna deve passare da tante cose.