Da un lato c’è lui, il bel Salvatore Frega, musicista calabrese di 30 anni con una lista di premi e inviti alle concert hall più in vista del mondo per la sua musica classica contemporanea. Dall’altro, un rocker italiano famoso, che in un progetto inedito e ancora segreto, farà un’incursione nel campo dell’opera.
Il pianista e compositore durante la diretta Instagram sul nostro profilo questo pomeriggio ha davvero dato un’anticipazione straordinaria delle sue prossime mosse. Originariamente prevista per giugno, la collaborazione dovrebbe essere a sostegno del passaggio di questa voce popolare del rock italiano nel campo della musica classica.

Frega, che ha studiato composizione e pianoforte iniziando fin da piccolo, nell’intervista pomeridiana live con Christian D’Antonio di The Way Magazine, ha ricordato per gli ascoltatori i suoi inizi: “Il pianista ha da ragazzino questa fama di essere pieno di sé, il che lo porta a non considerare altri dettagli. A me non interessava che ci fosse un altro che con la chitarra in spiaggia si divertiva di più. L’essere collegati con il pianoforte mi ha formato, la classicità dello strumento mi ha offerto la possibilità di creare una base classica. E poi molti pianisti jazz spaziano. Stefano Bollani fa un concerto classico di alto livello e il giorno dopo il jazz ed è in continuo movimento”.
Progredire verso la didattica, è uno dei passi più apprezzati di Frega. Oltre che membro della musica contemporanea, è anche trasmettitore di sapere. “Per me è un’evoluzione – ci ha detto – . Non tutti hanno voglia di insegnare qualcosa, non è automatico. A me piace trasmettere la mia passione, le sensazioni dei palcoscenici e le esperienze. Per un docente è una fortuna avere un allievo perché significa doversi guadagnare fiducia e anche affrontare grandi responsabilità”.
Una vita di dedizione quella del musicista da Conservatorio. Oggi che Salvatore Frega insegna alla Accademia musicale della Versilia dove è direttore, dice: “Oggi la fortuna è avere un insegnante giovane che può dare la giusta energia e la sensazione di essere al passo coi tempi. Io di questo lavoro non mi stanco mai”.
Interrogato sul mistero che porta alcuni artisti ad emergere più di altri, ci ha detto: “Il talento secondo me ha un limite, dal momento in cui lo si riconosce deve essere alimentato. Ti può portare fino a un certo punto ma poi svanisce. Devi essere tu a diventare poi professionista, devi andare oltre le prime fasi. Da soli non si può pensare di fare leva solo sulla forza iniziare“.
Famoso e richiamato spesso all’estero, Salvatore Frega a soli 30 anni è uno di quegli italiani che rappresentano al meglio la nostra nazione e la nostra cultura lontano da casa: “Esprimo italianità attraverso la composizione attraverso la mia musica presso tutti quegli stranieri che amano gli italiani. E giuro che veniamo ammirati per la nostra tradizione, ci sono dei popoli che sanno davvero tutto di noi, ci guardano con ammirazione. Ad Astana in Kazakistan abbiamo degli estimatori che seguono tutto dell’Italia. Ad esempio e il teatro dell’opera della città con il marmo di Sicilia, è stato uno dei ricordi”.
A Budapest, recentemente al concerto davanti al nostro ambasciatore alla Béla Bartók National Concert Hall, Frega ha avuto ovazioni. L’ultima tappa musical prima della pandemia l’ha portato in Turchia, mentre l’anno scorso il musicista è stato insignito dell’Akademia Award di Los Angeles per il suo lavoro “Magic Horse” per la Budapest Symphony Orchestra. Altro premio prestigioso nel suo palmares, la medaglia d’argento al Global Music Award nella sezione compositori contemporanei.
L’atto della creazione è uno di quegli aspetti che per Salvatore Frega restano inspiegabili: “Non si può minimamente calcolare, mi capita di notte, mentre pranzo, in maniera improvvisa. Ad esempio, questo è un momento in cui mi vede da scrivere spesso. Mi vien voglia di fare anche ascoltare quello che sto creando, ma per ora non si può”.