“Volevo raccontarvi un Natale intimo e confidenziale, ma anche divertente e gioioso” dice Sergio Sylvestre, pop idol di 26 anni, da tre in Italia dove ha trionfato alla scuola tv di Amici 15.
Il 2017 è stato dolce amaro per l’ex campio di football americano di Los Angeles che ora vive a Lecce: “Ho fatto Sanremo con una canzone bellissima di Giorgia. Ma a maggio è morto mio padre e quindi questi due eventi hanno condizionato in bene e in male quest’anno”.

Ecco perché presentando Big Christmas, il suo Christmas album edito da Sony Music Italy, è ancora un po’ malinconico: “Mi auguro di trascorrere un Natale così come è sempre stato per me e la mia famiglia, con le sue magie e le sue malinconie. Loro verranno a stare qui da me, e la cucina di mia madre che è messicana è la cosa più bella. Scherzo, il regalo grandioso è avere la mia famiglia qui con me”.
Nel disco ci sono i classici della stagione natalizia americana, le più belle canzoni come “Let It Snow”, “White Christmas”, “Santa Claus Is Coming To Town”, “Have Yourself a Merry Little Christmas” e un inedito e trascinante medley di “Jingle Bells” e “Jingle Bell Rock”. “Per me specialmente Hallelullyha è di grande atmosfera ed è uno di quei pezzi che scaldano immediatamente l’atmosfera. Volevo anche assolutamente fare versioni gospel di I Will Follow Him come era popolare con arrangiamento gospel dal film Sister Act e Oh Happy Day”.
Ovviamente il tutto è cantato con una voce da colpo al cuore, un calore e un’intensità che difficilmente si riscontrano in altre interpretazioni. Sergio può essere per bravura ed estensione vocale, facilmente accostabile ai grandi divi americani.
“Ho fatto il primo Natale in Italia a Taranto – ricorda il cantante che sta scrivendo nuove idee per il prossimo disco di inediti – , il secondo in albergo a Roma, e quest’anno sarò a Lecce con la mia famiglia. Finalmente ho il mio Christmas Album, sono felicissimo di portare una cosa molto classica ed è richiesta in America. Qui volevo fare una cosa divertente che non mi immaginavo mai di poter fare. Volevo fare una scelta di 11 brani che non sono solo legati al Natale ma che creano l’emozione festiva“.
Sergio ha anche scritto un libro che è nelle librerie da qualche settimana, Big Boy-Se non fosse stato per la musica: “Il mio modo di liberarmi è stato scrivere per il mio pubblico la mia storia. Lo so che ho solo 26 anni ma ho delle esperienze che vale la pena raccontare. L’infanzia a Los Angeles, la crescita in un ambiente multi-culturale, sono dei passaggi che possono interessare al mio pubblico. Mia madre messicana, mio padre haitiano, tutto il vicinato di ogni colore. Non ho un background classico americano perché ho vissuto sempre molte culture. E questo ha significato anche a volte bullismo e discriminazione”.
Cose brutte che Sergio ora che è in Italia non solo non dimentica, ma addirittura fa riemergere come monito ai suoi giovani fedelissimi: “Io dico loro, se succede a voi la stessa cosa che è successa a me, non tenete tutto dentro, non vi vergognate, parlatene. Perché a ogni sopruso se si risponde con un sorriso, con un ti voglio bene, le cose miglioreranno. Non si può combattere il fuoco con il fuoco”.