Tino Jesolo, il ristorante dello Stay Michelangelo Jesolo a ridosso dello Yachting Club, regno parallelo di Tino Vettorello, è uno dei posti clou per la ristorazione adriatica intera. Di recente riapertura, è il luogo dove coltiva la passione per la cucina il celebre chef trevigiano. Dal padre, imprenditore alimentare, Tino ha ereditato il rispetto per la materia prima e la valorizzazione del territorio. Lui ci mette la curiosità e la cultura veneta del lavoro che lo porta, a soli 22 anni, prima a prendere le redini di uno dei più importanti ristoranti di Treviso, poi a sperimentarsi come chef-patron. Il suo primo ristorante è stato Al traghetto, oggi denominato Tino-Traghetto Trattoria sulle rive del Piave. La sua cucina insieme alla sua spiccata vena
imprenditoriale gli permettono di farsi conoscere e diventare punto di riferimento gastronomico di eventi prestigiosi che è capace di trasformare in momenti da ricordare. Da 14 anni è il responsabile delle aree ristorazione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, ma nel tempo ha dato il suo contributo, tra gli altri, al Festival del Cinema di Berlino e Cannes e cucinato ai Giochi Olimpici invernali a Vancouver e Sochi, ai Mondiali di Nuoto a Roma, a quelli di scherma a Catania, all’America’s Cup a Napoli e a
Venezia, diventando ambasciatore nel mondo della cucina italiana e della tradizione veneta.
Attualmente è lo chef dei ristoranti Tino Gourmet nell’hotel Villa Soligo a Farra di Soligo in Valdobbiadene, e Tino Jesolo all’interno del Resort Michelangelo Yachting Club.
Tino Venturello ha portato la cultura della sua regione anche a Klagenfurt, in Austria, dove nel 2023 ha aperto l’Osteria Veneta. E oggi opera anche al limitare della Pineta di Jesolo e affacciato sulla foce del fiume Piave a pochi chilometri dal Golfo di Venezia. Qui la cucina dello chef del Tino Gourmet in Villa Soligo, tappa obbligata in Valdobbiadene per gli amanti dell’alta cucina, vira decisa sulla cucina di mare della tradizione veneta. Protagonista indiscussa di ogni piatto di Tino Vettorello resta la materia prima, sempre di primordine e quasi esclusivamente locale tra cui il pescato del mercato, le verdure degli orti del Cavallino (il parco turistico in cui famiglie di agricoltori coltivano tra la terra e il mare ortaggi dal sapore unico), le ostriche Rosa del Delta del Po, le capesante e i fasolari della Laguna, il caviale italiano Giaveri da storioni allevati a San Bartolomeo di Breda, in provincia di Treviso, a pochi chilometri da Venezia. A questi si aggiungono i gamberi rossi siciliani, le mazzancolle di Fano, gli scampi croati e, non ultimi, i branzini di vallicoltura dall’azienda Valle del Lovo nella Laguna di Marano, nell’alto Adriatico.
Il crudo, il re del menu di Tino Jesolo. A dominare il menu di Tino Jesolo è la sezione dedicata ai crudi di mare. «Sin dalla prima apertura del ristorante il crudo di mare è stato tra le scelte preferite degli ospiti. Questo ci ha portato a costruire la carta 2024 dando molto spazio a questa offerta scegliendo di distinguerci nella scelta della materia prima», dice Tino Vettorello che ha cesellato il menu della stagione 2024 partendo proprio dai crudi, «che regaleranno un’esplosione di gusto».
Al Gran Crudo, una sorta di monumentale alzata di crudité freschissime che nulla ha da invidiare ai più rinomati Plateau Royal francesi, si aggiungono nella carta altre due degustazioni, oltre a un’offerta di tartare, di 4/5 tipologie di ostriche tra cui quelle Rosa del Delta del Po e le autoctone di Caorle, mentre è una novità è il Branzino Valle del Lovo in due consistenze.
Non mancano i piatti della cucina tra cui il Pescato del giorno al forno, il Branzino al sale, il Baccalà dorato e il Gran fritto dell’Adriatico accompagnati dalle verdure del territorio. Nella carta è sempre presente il granchio blu, che Tino Vettorello mette nel piatto da prima che scoppiasse il caso “invasione”. Il clou del menu caldo è dedicato alla “Tradizione” con alcuni classici intramontabili: Arcobaleno di bolliti con seppia, piovra, latticini (le uova di seppia), canoce, moscardini, gambero, capesante, canestrelli locali, e il maestoso Gransoporo (il granciporro). Immancabile è il Baccalà mantecato, piatto simbolo della cucina veneta, mentre tra i primi spiccano lo Spaghetto all’astice o alla busera di scampi fino a quello freddo preparato proprio con il granchio blu tipico della zona. In carta tornano i piatti originariamente dedicati a due star internazionali, poi diventati must della cucina di Vettorello: il Nero di Penelope Cruz, spaghetti al nero con gamberi rossi, aria di bisque e uova di salmone, e il Rombo alla Clooney con arancia, limone e salicornia.
L’aperitivo. Altra novità della stagione è l’istituzione dell’Aperitivo. «Un nuovo appuntamento che vorremmo diventasse una consuetudine, in una location perfetta per essere accompagnato da una proposta di crudo di mare come quella che abbiamo studiato», sottolinea Tino Vettorello.
La location. L’ambiente è elegante, moderno e ricercato com’è nel DNA dello chef Vettorello abituato a ricevere le celebrità della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, evento di cui da 14 anni cura la ristorazione. A impreziosire la location c’è la terrazza sul mare per goderne la vista o cenare in intimità. «Il mio Tino Jesolo è di tutti, da coloro che attraccano con le loro imbarcazioni allo Yachting Club a chi trascorre le vacanze nella Riviera veneziana. La carta propone anche quest’anno quanto di meglio il mare e la terra ci offre in chiave locale, senza disdegnare altre eccellenze italiane e di altri Paesi affacciati sull’Adriatico».