Tiziano Ferro ha un nuovo inizio, Tiziano Ferro è un cantautore popolarissimo, Tiziano Ferro è una vera forza della musica pop italiana. Tutto vero, tutto confermato da questo nuovo atteso disco, Il Mestiere Della Vita che ci restituisce il cantautore di Latina come non succedeva da un po’ di tempo. Perché quello che esce domani è un qualcosa in più per la sua carriera e per il suo pubblico, una dimensione musicale più essenziale e contornata da meno frastuono. Riandandosene (momentaneamente) dall’Italia (ha registrato a Los Angeles), Tiziano Ferro ha voluto forse inconsapevolmente riappropriarsi della centralità della musica e tornare anche a giocare con la sua arte. Le foto di Robert Ascroft, gli abiti snelli e puliti di Dolce e Gabbana, l’ambientazione urban e open air della comunicazione del progetto ne sono una diretta conseguenza. Verità e fantasia coesistono nel messaggio di Ferro ed è questa la realtà del suo 2016. Ed è questo un meritato sollievo anche per l’ascoltatore che ne apprezza voce, essenzialità e inesauribile vena compositiva. Ecco cosa ci ha detto su quattro punti della sua vita recente.

LOS ANGELES: “Ci sono stato la prima volta nel 2001 e non la sopportavo. Ci ho messo del tempo per accettarla, per capire che non c’era un centro, che non era una città ma un luogo vasto dove succedono tante cose. La praticità della gente mi sorprende, lì si fanno davvero le cose, non si chiacchiera come in Italia. E quando il mio produttore, che ha lì uno studio, mi invitava io declinavo sempre. In verità lo facevo perché sapevo di dover poi incontrare musicisti californiani con i quali è normale condividere, suonare assieme, registrare. È quasi come se mi fossi sottratto a questo incontro perché non volevo aderire al pop plasticoso americano. Ma mi sono ricreduto, ho lavorato benissimo a questo disco e ho preso anche casa. Non mi sono trasferito, però. Vado e vengo, sono qui, sono lì. Ormai ho accettato di dovermene andare da un posto dopo un po’”.
LA VITA: “Sono anni che vivo a intermittenza all’estero e non ho ancora visto un posto messo peggio o meglio dell’Italia. Forse per i diritti civili siamo indietro ma per il resto non mi pare ci sia disparità. Questo è anche un disco in cui a volte ho scritto di getto, ma quasi sempre partendo dai testi. A volte anche facendolo con rabbia, ma lo so che non porta da nessuna parte se non è costruttiva. Come la canzone Casa è vuota, scritto in un periodo di seperazione, non credo molto nell’odio. Piuttosto mi capita di essere in quella zona grigia tra fastidio e serenità. Non provo rancore, anche se è successo di allontanarmi da persone, amici o famigliari perché non c’entravano più col mio mondo”.
LE CANZONI: “Sono il mio messaggio nella bottiglia, sono state sempre catartiche per me. Come Epic che ho inciso tre anni fa quando in studio passava Baby K e le ho chiesto di fare un’aggiunta in inglese, perché lei ha vissuto all’estero e mi fido. Ma poi l’ho incisa io, perché era giusto dare un clima diverso, da cazzeggio. Penso di potermelo permettero ora. Le canzoni sono anche il mezzo per cui succedono tante cose. Sere Nere è stata cantata in un club di Toronto da Alessia Cara, che è un’emergente già affermata in America. Quando l’ho incontrata al suo concerto non potevo crederci”.
IL CONFRONTO: “Ho sempre bisogno di un confronto , dello specchio delle persone. Prima di questo disco facevo tutto da solo in sala d’incisione, avevo la gelosia della pagina bianca. E invece con Il Mestiere della Vita ho accolto nuovi autori, tutti molto giovani, tutti che ancora devono fare il salto per le cose grosse. E al confronto penso anche quando mi trovo a fare cose bellissime in posti bellissimi senza poter condividere le mie gioie con nessuno che mi sta a cuore. Quindi ho deciso negli ultimi anni di frenare un po’, abbassare il ritmo, a costo di perdere delle cose nel lavoro. Ma la mia famiglia, i miei amici, non posso trascurare questo. Ho ripreso il contatto con la mia vita”.

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