Probabimente il più grande scultore italiano, o almeno il più celebrato, Gian Lorenzo Bernini è il protagonista di una grande mostra che apre il primo novembre alla Galleria Borghese di Roma.
La retrospettiva mozzafiato dell’artista nato a Napoli nel 1598, con tanti prestiti da tutto il mondo, arriva in tempo per celebrare la riapertura da 20 anni della splendida location immersa nel cuore verde di Roma.
La mostra, promossa insieme a FENDI come partner istituzionale, offre anche la possibilità di ammirare il restauro appena terminato della statua della Santa Bibiana (1624-1626).
Bernini, questo il titolo, curata da Andrea Bacchi e Anna Coliva, vede la collaborazione di eminenti studiosi e specialisti – Maria Giulia Barberini, Anne-Lise Desmas, Luigi Ficacci, Sarah Mc Phee, Stefano Pierguidi – che da tempo si occupano del grande artista o di specifici aspetti della sua produzione o ancora della sua figura all’interno della grande stagione del Barocco.
Il tema conduttore della mostra è la Galleria Borghese quale scena privilegiata della scultura di Gian Lorenzo Bernini: il cardinale Scipione, suo primo committente, lo volle autore di gruppi marmorei autonomi, per dare “figura di immaginazione” allo spazio di ogni stanza.
La mostra è articolata in otto sezioni – L’apprendistato con Pietro; La giovinezza e la nascita di un genere: i putti; I gruppi borghesiani; Il restauro dell’antico; I busti; La pittura; Bernini e Luigi XIV; Il mestiere di scultore: i bozzetti – cui si affianca la straordinaria scultura della Santa Bibiana, restaurata in occasione della mostra e che costituisce un caso a sé.
L’apprendistato con Pietro ha come oggetto l’attività giovanile di Gian Lorenzo (fino al 1617 circa), con un focus sulle opere realizzate in stretto dialogo o in diretta collaborazione col padre Pietro, nelle quali emerge da subito la straordinaria padronanza dello scalpello, ereditata proprio da lui.
La giovinezza e la nascita di un genere: i putti è dedicato a un genere più volte affrontato dal giovanissimo Bernini ma poi praticamente rinnegato dal maestro, che non voleva essere ricordato per quegli juvenilia. La possibilità di rivedere accostata la Capra Amaltea agli altri putti di Gian Lorenzo (o di Bernini padre e figlio ancora in collaborazione) è l’occasione per riflettere sull’attribuzione del piccolo gruppo borghesiano, un pezzo di cui la critica recente ha messo in luce discrepanze stilistiche rispetto al linguaggio dei due Bernini.
I gruppi borghesiani è centrato sulle sculture monumentali di Bernini conservate all’interno del Museo. Il primo gruppo borghesiano, l’Enea e Anchise, viene accostato in dialogo con il dipinto, raffigurante lo stesso soggetto, di Federico Barocci (solitamente esposto in pinacoteca, al primo piano): verrà così ripristinato quel dialogo pittura-scultura che costituì uno dei primi obiettivi critici di Gian Lorenzo, in un recupero filologico del primo allestimento della Galleria Borghese attestato dalla guida di Jacopo Manilli (1650). La sezione segue il percorso espositivo permanente della Galleria, sino all’ultimo gruppo borghesiano, l’Apollo e Dafne.

Sull’esempio del padre anche Gian Lorenzo si dedicò, sebbene solo da giovane, ed in rari casi, al Restauro dell’antico e all’integrazione dei marmi antichi. Il prestito congiunto dei due suoi restauri più celebri (Ermafrodito e Ares Ludovisi), accanto a uno dei grandi interventi in questo campo di Pietro (il Marco Curzio Borghese), consente di mettere adeguatamente a fuoco questo aspetto fondamentale dell’attività giovanile berniniana.
Un altro approfondimento tematico è dedicato ai Busti, genere maggiormente frequentato dal Bernini scultore in marmo (oggetto precipuo di questa mostra), in cui si ripercorre un lungo arco cronologico della carriera dell’artista, dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta del Seicento.
Accanto al delicato Paolo V della Borghese vengono esposti pezzi raramente visibili al grande pubblico, come ad esempio i busti del Museo di San Giovanni dei Fiorentini.
La sezione dedicata alla Pittura completa la descrizione di Bernini come artista a tutto tondo. Accanto a un ristretto numero di tele la cui autografia è universalmente accolta, è esposto l’unico dipinto attestato come opera di Bernini già da un inventario di primo Seicento, I Santi Andrea e Tommaso apostoli della National Gallery di Londra (già Barberini), opera chiave per la conoscenza di Gian Lorenzo pittore, che non era presente nella mostra del 1998.
Bernini e Luigi XIV accoglie il disegno e la terracotta preparatori alla realizzazione di una delle commissioni più importanti dell’intera carriera di Bernini: un monumento equestre al sovrano francese Luigi XIV.
Il mestiere di scultore: i bozzetti pone l’attenzione sulla prassi concreta dello scolpire, con un’esposizione diacronica di opere risalenti a più momenti della carriera di Gian Lorenzo. Si tratta di pezzi tutti autografi, ma realizzati non tanto in marmo, il medium sul quale è impostata la specificità della mostra, quanto soprattutto in terracotta e bronzo.
BERNINI
Inaugurazione
Martedì 31 ottobre 2017
Ore 18.30
Aperto al pubblico
Dal 1 novembre 2017 al 4 febbraio 2018
GALLERIA BORGHESE
Piazzale Scipione Borghese, 5
00197 Roma, Italia