“It was twenty years ago today” avrebbe intonato la band del Sergente Pepper, alter ego dei Beatles: e proprio un Beatle, esattamente venti anni fa, divenne protagonista dell’unico ‘signing session day’ italiano della sua carriera. Martedì 8 maggio 2001 Sir Paul McCartney presentò a Milano “Wingspan – Hits and History”, un doppio greatest hits antologico che raccontava gli anni di Macca successivi allo scioglimento dei Beatles, passando per la favola dei Wings e per i successi dei primi anni Ottanta del musicista di Liverpool.
Un’incredibile folla di giornalisti, promoter, curiosi, Beatlefan e Maccafan si ritrovò negli spazi della Società del Giardino di via San Paolo, a Milano, per la conferenza stampa di presentazione di “Wingspan”; abito scuro, occhi vivaci, eccellente forma fisica, un’orribile tinta di capelli che avrebbe fatto impallidire Paolo Limiti, Sir Paul si presentò con la moglie (oggi ex-moglie) Heather Mills al suo fianco, per un rapido faccia-a-faccia con i media italiani: “Dopo l’incredibile successo dei Beatles non era facile ripartire da zero, ma io e Linda (la sua prima moglie, co-fondatrice dei Wings, ndr.) ce l’abbiamo fatta lo stesso. Nel rivedere i filmati dei nostri anni vissuti sui palchi di tutto il mondo, è possibile percepire che donna forte fosse Linda e quanto carisma riuscisse a trasmettere a tutti”.
In quella occasione, sotto gli occhi del direttore della testata musicale “Jam”, Ezio Guaitamacchi, l’irrefrenabile presidente dei Beatlesiani d’Italia Associati Rolando Giambelli incassò un complimento dall’ex-Beatle: “Oh, we have the great Giambelli here!”. “Quando Paul venne a Milano a presentare Wingspan nel 2001 – ricorda il fotografo bresciano che è alla guida dei Beatlesiani dai primi anni Novanta – avevamo portato in conferenza stampa Marina Marini, figlia del celebre Marino Marini, e Paul le mandò un affettuoso saluto in ricordo del padre e della sua canzone “Marina”, dedicata proprio alla figlia. Paul, in una memorabile intervista pubblicata in apertura del libro di Mark Lewisohn “Otto anni ad Abbey Road”, ha raccontato dell’ammirazione che aveva per il nostro Marino Marini e per il suo quartetto. Un fatto che ha dell’incredibile, ma che lo stesso Marino confermò quando lo intervistai a Milano: mi raccontò di quando Paul, da bambino, andava con suo padre James ad ascoltarlo ogni volta a Liverpool in concerto. Dato che il papà di Paul era un discreto musicista, divennero amici e restarono in contatto”.
Dopo una gag con Fabio Volo, all’epoca in forza nella squadra delle “Iene”, Paul McCartney raggiunse lo spazio del Ricordi Mediastore nella Galleria Vittorio Emanuele, nel cuore del capoluogo meneghino. Sin dalla mezzanotte del giorno prima, nella galleria milanese si erano dati appuntamento fan provenienti da tutta Italia: dalle otto del mattino, lo staff del mediastore disciplinò una fila di una sessantina di persone che attesero l’arrivo del musicista al piano inferiore della Ricordi.
Accompagnato dal suo addetto stampa dell’epoca, Geoff Baker, McCartney autografò i dischi, si intrattenne a chiacchierare con i fan per circa un’ora, prima di immergersi, letteralmente, nello tsunami di affetto che la folla della Galleria Vittorio Emanuele gli avrebbe tributato nel pomeriggio di quel martedì di venti anni fa. “’O Sole Mio” intonò Sir Paul, nonostante il Vesuvio fosse lontano centinaia di chilometri, per poi lanciare alla folla gadget e regali del merchandising ufficiale di “Wingspan”, come testimoniò un servizio della Rai firmato da Giorgio Verdelli, da alcuni anni alla guida del fortunato programma televisivo “Unici”.
In quel pomeriggio vissuto tra gli scaffali del Ricordi Mediastore, l’eccitazione era palpabile: il primo a stringere la mano al musicista britannico fu il fan napoletano Michele Iannotta, emozionatissimo. L’architetto Nico Lioce mostrò a Sir Paul una sua fotografia del 1993, il giornalista Riccardo Russino gli regalò i confetti del proprio matrimonio, l’artista Chiara Amato gli regalò un suo disegno mentre altri fan chiesero di farsi autografare le ‘palette’ del loro basso Hofner, 45 giri d’epoca o fotografie, nonostante non fosse consentito.
Il primo contatto tra Paul McCartney e l’Italia risaliva al 1965: con i Beatles, il bassista si esibì in otto concerti (pomeridiani e serali) in occasione di un mini-tour che toccò il palco del Velodromo Vigorelli di Milano, il Palasport di Genova e il Teatro Adriano di Roma tra il 24 e il 28 giugno 1965. Organizzato dall’impresario Leo Watcher, il tour era caratterizzato dalla presenza di supporter come Peppino Di Capri, Fausto Leali e i New Dada di Maurizio Arceri, solo per citarne alcuni. Primo Beatle ad esibirsi nuovamente in Italia dal 1965, Paul McCartney tornò in concerto nel nostro Paese con i suoi Wings il 25 settembre 1976 per una performance benefica in favore dell’UNESCO che si tenne in Piazza San Marco a Venezia.
Nel febbraio 1988, mentre l’ex-Beatle George Harrison lasciava il palco del Palarock di Sanremo dopo aver ricevuto – il giorno prima – il premio per il Video dell’Anno con When We Was Fab, Paul McCartney raggiungse il Teatro Ariston per un’apparizione sul palco del Festival della Canzone Italiana in qualità di super-ospite della serata finale.
Dal 1989 al 2013 Paul McCartney è tornato diverse volte in Italia, toccando Roma, Milano, Napoli, Bologna e Verona. Il nostro Paese lo ha atteso anche nel 2020 per due tappe – Napoli e Lucca – del suo Freshen Up Tour, che è stato annullato per via della pandemia e che ha lasciato non pochi strascichi di polemiche per il caotico affaire/rimborso dei biglietti.
Negli ultimi mesi, l’instancabile mancino di Liverpool ha dato alle stampe un suo nuovo album solista – “McCartney III” – e oggi ricopre il ruolo di supervisor della versione “reimagined” del disco, per la quale ha coinvolto decine di artisti internazionali.
Testo a cura di Michelangelo Iossa
L’autore racconta: “Anche io ero presente quel giorno nelle sale del Ricordi Mediastore di Milano. Fu un’occasione straordinaria per me per conversare alcuni minuti con Sir Paul, ricevere due splendidi autografi e regalargli un mio lavoro universitario giovanile dedicato alle performing arts in Regno Unito e al suo LIPA, il Liverpool Institute for Performing Arts. Quando mi presentai con il mio nome – Michelangelo – Sir Paul esclamò “the famous painter!”, “il famoso pittore!” citando Buonarroti“.